Legnano story - note personali
Precedente  |  Successivo ]     [ Su  |  Primo  |  Ultimo ]     (Article 26 of 293)
 
Il museo della scuola elementare Carducci racconta un secolo di storia cittadina
 
Nel plesso di via XX Settembre ha preso forma col tempo una interessante esposizione permanente con cimeli ritrovati negli scantinati. L’edificio, sorto nel 1913, è stato anche adibito a ospedale militare e a tribunale partigiano. Un modo originale di conservare la memoria collettiva a scuola elementare “Giosuè Carducci” di via XX Settembre è un edificio nato nel 1913 e l’anno scorso si è celebrato a Legnano il suo centenario con mostre fotografiche e varie manifestazioni pubbliche. È quindi una vecchia scuola che ha attraversato i più importanti avvenimenti storici dell’Italia e della città, ma non in modo passivo: la sua storia infatti presenta aspetti originali e sorprendenti che non sempre sono collegabili alla funzione didattica a cui era destinata.
Non è un caso che in questo edificio siano stati rinvenuti oggetti e documenti che raccontano di avvenimenti del periodo che passa dal 1913 fino agli anni ‘50. Nel 1995 l’allora direttore scolastico, Giuseppe Proverbio, sentì l’esigenza di trasmettere la memoria di questo istituto a beneficio della cittadinanza allestendo con la collaborazione di volontari e docenti un piccola mostra permanente nei locali dell’ex abitazione del custode.
La mostra rispondeva alla domanda:
“Come si viveva a scuola circa cinquant’anni fa?”.
Nelle cantine furono recuperati i vecchi banchi di scuola degli anni’40, una cattedra, carte geografiche, pennini, quaderni, pagelle e registri. Questi oggetti, riordinati e allestiti nelle condizioni originali, hanno permessola ricostruzione di un’aula di quel periodo e una serie di documenti annessi descrivono come si viveva fra i banchi nel ventennio fascista.
Per capire però l’evoluzione da mostra a museo permanente occorre partire dalla vicenda iniziale di questo edificio, passando in rassegna gli avvenimenti del suo tempo.
Ospedale “saluberrimo” Le scuole Carducci nel 1915, a due anni dall’inaugurazione, vengono a trovarsi in pieno periodo di guerra. Per l’Italia è l’inizio della “Grande guerra”;Legnano   si attiva subito in collaborazione con il Comitato distrettuale della Croce Rossa per mettere a disposizione l’ambulatorio e l’edificio delle Carducci al fine di ospitare i feriti provenienti dal fronte. Anche le Canossiane dell’Opera Melzi metteranno a disposizione la propria sede divenendo così anch’esse sede di un ospedale militare.
L’ospedale Carducci successivamente prese però un indirizzo diverso da quello iniziale, infatti fu destinato ad accogliere i prigionieri di guerra austroungarici:
il motivo era quello di usare gli stessi come merce di scambio per ottenere la liberazione dei soldati italiani prigionieri in Austria.
Purtroppo i prigionieri ricoverati  alle scuole Carducci si ammalarono di un tipo di influenza encefalica denominata “spagnola” e progressivamente morirono tutti. I soldati morti furono 61 per una fonte, per un’altra 71 e per un’altra ancora 83; erano quasi tutti originari della Transilvania. Il più giovane si chiamava Veinar Frantisek e aveva 18 anni, il più vecchio si chiamava Filepi George e aveva 47 anni. Oggi i resti di questi soldati riposano nel Cimitero monumentale della città nella cappella dei caduti della prima guerra mondiale di fronte ai loculi dei soldati legnanesi.
Del loro passaggio e dell’organizzazione dell’ospedale rimangono pochi ricordi e soprattutto pochi documenti: quello che si conosce e che si può vedere oggi nel Museo è ricavato dall’Archivio parrocchiale della chiesa dei Ss. Martiri e dall’Archivio comunale. Recentemente ho scoperto presso l’Associarma di Legnano un libro stampato negli anni ’20 dal titolo“Album d’Oro”,un volume rarissimo dove sono riportate fotografie dell’Ospedale territoriale della Croce Rossa “Carducci”,dei dirigenti e delle infermiere, con nomi e cognomi.
Nella descrizione dell’ospedale “Carducci” colpisce l’entusiasmo patriottico e la profusione di risorse nella dotazione delle apparecchiature medicali, e di personale medico. Inoltre la posizione dell’edificio viene definita “saluberrima”.
Lezioni e casermetta Dopo la guerra, nel 1920 l’edificio ritorna alla funzione originaria di scuola elementare.
Inizierà a breve il periodo del ventennio fascista e il metodo d’istruzione ne risentirà pesantemente soprattutto negli aspetti della propaganda e nel culto della personalità del duce. Occorre osservare che indipendentemente dal regime,
nell’insegnamento si trasmettevano valori educativi di basilare importanza come il rispetto delle regole e i doveri morali verso la società e il prossimo, il tutto sostenuto dalla semplicità di animo delle persone di allora e dal buon senso popolare.
Purtroppo gli avvenimenti nazionali e mondiali degenereranno fino allo scoppio della seconda guerra mondiale. Ancora una voltala scuola Carducci viene coinvolta direttamente nelle vicende belliche. Le cantine vengono attrezzate a rifugio antiaereo e spesso gli allarmi delle sirene interrompevano le lezioni arrecando gravi disagi tra le famiglie e i bambini.
Nel febbraio del 1945 una parte dell’edificio viene occupato da una cinquantina di militari dell’Aeronautica e adibita a casermetta.
Le classi vengono trasferite in parte in case private, vicino alla scuola, e in parte alle scuole Cantù.In quel periodo appare evidente che per l’Italia l’esito della guerra è ormai compromesso e in buona parte della popolazione e nei lavoratori delle fabbriche nasce il desiderio di riscatto e di riconquista della libertà.
Liberazione e Repubblica
Il 23 aprile del 1945 a Legnano i partigiani si organizzano per mettere in pratica la liberazione a cui si preparavano da tempo.
All’alba del 25 aprile i presìdi fascisti vengono attaccati, tra questi anche la scuola Carducci che viene occupata dai partigiani comunisti della 182° Brigata “Mauro Venegoni”. Sul registro di classe delle insegnanti si può leggere come sono vissuti quei momenti. Come esempio cito quanto scritto dall’insegnante Annamaria Cinti: “Sono andata in classe ma l’insurrezione ha sospeso l’attività: è giunta l’ora da tempo tanto aspettata e alla quale in silenzio ci preparavamo”.
La Carducci dopo la Liberazione non riprese immediatamente l’attività scolastica perché i partigiani usarono l’edificio come “Tribunale militare”. Fu in questo edificio che vennero processati e condannati a morte – forse sommariamente – alcuni esponenti di spicco del fascio legnanese che si erano macchiati di gravi crimini contro gli antifascisti e i partigiani.
Dopo la caduta del fascismo venne indetto nell’Italia liberata un referendum per scegliere tra Monarchia o Repubblica: gli edifici scolastici furono scelti come luogo di consultazione, così anche nelle Carducci il 2 giugno del 1946 si allestirono i seggi elettorali.
Tutti questi eventi storici che hanno interessato le scuole Carducci hanno lasciato testimonianze tangibili che non potevano essere dimenticate, per questo motivo è stato creato un piccolo museo dove si sono raccolti e conservati oggetti e documenti che si riferiscono direttamente a quegli avvenimenti storici.
Il museo racconta…
La visita al museo consente ora di vedere reperti e cimeli a partire da quando la scuola divenne ospedale militare, passando poi per tutto il periodo bellico dell’ultimo conflitto mondia le con vari reperti militari. In particolare è possibile osservare una sirena di allarme antiaereo, “La sonora”, del 1938, trovata sul tetto della scuola nell’agosto del 2003. Questa era la sirena che segnalava l’arrivo dei bombardieri alleati e faceva correre nelle cantine della scuola, adibite a rifugio, insegnanti e alunni.
Tra i reperti scolastici di quel periodo sono molto interessanti le “giustificazioni” scritte nel 1943 dai genitori per le assenze dei propri figli in concomitanza con gli allarmi aerei che si susseguivano in presenza di possibili bombardamenti.
L’elenco di tutto ciò che è possibile visionare è abbastanza corposo e difficile da spiegare se non con una visita sul posto.
Chi ha creato questo museo e lo cura ha bene in mente che lo scopo è quello di offrire un servizio culturale alla comunità in quanto espressione della memoria storica del territorio.
Ogni realtà museale per quanto piccola ha bisogno di una gestione che interagisca con i beni culturali esistenti e l’ambente sociale esterno. Questo può avvenire soprattutto nelle realtà in cui un museo interviene in un area caratterizzata dalla presenza di consolidati “giacimenti” culturali e ambientali.
Nel nostro caso la collocazione della scuola Carducci con il suo museo si accosta favorevolmente al futuro allestimento della nuova Biblioteca civica e all’annesso Museo dell’industria legnanese che si realizzeranno tra qualche anno a poche centinaia di metri, nell’area dove attualmente sorge la vecchia ex fonderia acciaio costruita dalla Franco Tosi nel 1915.
Il museo è visitabile ogni primo lunedì del mese dalla 17.30 alle 18.30. Per appuntamento, anche con date diverse telefonando alla Segreteria della scuola: 0331.547307.
GIANNI CATTANEO
fine pagina