Genesi secondo i miti ebraici
Nel principio Dio creò numerosi mondi e li distrusse uno dopo l’altro quando non era soddisfatto. Tutti erano abitati dall’uomo e migliaia di generazioni furono spazzate via da lui senza che ne rimanesse alcun ricordo. Dopo questi primi saggi della creazione Dio rimase solo, con il suo nome immenso, riconoscendo alla fine che nessuna terra poteva essere degna, se non abitata da uomini capaci di pentimento. Quindi, prima di tentare altre prove, creò sette cose: la legge, la Geenna, il giardino dell’Eden, il trono divino, il padiglione celeste, il nome del Messia e il pentimento. Quando furono trascorsi due giorni divini, cioè duemila anni terrestri, Dio chiese alla legge, divenuta sua consigliera: che accadrebbe se creassi un nuovo mondo? Signore dell’universo, chiese la legge a sua volta, se un re non ha nè armate nè campi su che cosa può egli regnare? E se non vi è alcuno per lodarlo quale onore può egli avere? Dio ascoltò e approvò. Ma alcuni dicono che la legge si appellò contro la creazione dell’umanità da parte di Dio e pregò: non lasciarmi alla mercè dei peccatori, che bevono il male come acqua. Dio rispose: io ho creato il pentimento come un rimedio a questo, il trono divino come sede del mio giudizio, il padiglione per assistere ai sacrifici della penitenza, il giardino dell’Eden per premiare i virtuosi, la Geenna, cioè la morte, per punire i peccatorie te per occupare la mente degli uomini, e anche il Messia per raccogliere gli esuli. Nei giorni precedenti la creazione, Rahab, principe del mare, si ribellò contro Dio. Quando Dio gli comandò: apri la tua bocca, principe del mare e trangugia tutte le acque del mondo, egli gridò: Signore dell’universo, lasciami in pace. Allora Dio lo spinse a morte e fece affondare la sua carcassa negli abissi marini, perchè nessun animale della terra dovesse sopportarne il fetore. Al comando di Dio, dalla terra nacque l’uomo e Dio non si servì della terra a caso, ma scelse polvere pura, affinchè l’uomo potesse diventare la corona della creazione. Egli fece dunque come una donna che mescola la farina con l’acqua per il pane e mette da parte un poco per l’impasto, come una offerta “halla”. Essendo figlio della terra, Adama, l’uomo prese il nome di Adamo in riconoscimento della sua origine. Alcuni invece fanno derivare il nome da adom, cioè rosso, per ricordare che fu formato dalla creta rossa che si trova a Ebron. Dio non si degnò di cercare da sè la polvere per Adamo ma mandò invece un angelo. Quando la terra trattenne l’angelo, sapendo che sarebbe stata poi maledetta per causa di Adamo, Dio protese la propria mano per agire da solo. Al tramonto del VI giorno, l’angelo chiese: o Signore dell’universo, perchè ancora non hai creato l’uomo? E Dio rispose: l’uomo è già fatto, manca solo del soffio della vita. Allora Dio soffiò la vita nel blocco di carne e Adamo si alzò e così ebbe termine l’opera della creazione.