Legnano alla riscoperta di Padre Carlo Crespi
Da sinistra, don Marco Lodovici, don Pier Luigi Cameroni, don Antonio Giovannini, mons. Angelo Cairati, mons. Gian Paolo Citterio, don Fabio Viscardi, don Lodovico Garavaglia, mons. Carlo Galli
Partecipata cerimonia di inaugurazione della mostra permanente dedicata al legnanese Servo di Dio P. Carlo Crespi, missionario, scienziato e musicista, per il quale è in corso la causa di beatificazione. Affollatissima la chiesa di Santa Maria della Purificazione in corso sempione, presenti tra gli altri il sindaco Alberto Centinaio, l'assessore Gian Piero Colombo, mons. Gian Paolo Citterio vicario episcopale, mons. Angelo Cairati prevosto di Legnano, don Fabio Viscardi decano di Legnano, mons. Carlo Galli presidente onorario dell’Associazione Padre Crespi e don Pier Luigi Cameroni postulatore della Causa di Beatificazione
L’inaugurazione della mostra è stata preceduta da una preghiera di intercessione.
Come ben ha illustrato il relatore Carlo Riganti, presidente dell’Associazione Padre Carlo Crespi ONLUS, padre Crespi è stato una personalità dal multiforme ingegno, uomo del dialogo e di ampi orizzonti culturali. Egli si distinse non solo come grande missionario e apostolo del poveri, ma anche come scienziato, musicista e pioniere della cinematografia.
Era nato a Legnano il 29 maggio 1891, una data che, come lui stesso amava ricordare, richiamava l’evento della storica battaglia. Ordinato sacerdote salesiano nel 1917, conseguì, nel 1923, la laurea in Scienze Naturali e il diploma al Conservatorio. Subito dopo fu destinato alla missione in Ecuador, ove morì nella città di Cuenca nel 1982, già considerato santo in vita.
In Ecuador Padre Crespi ha ricevuto varie onorificenze nazionali (tre medaglie d’oro al merito e l’emissione di un francobollo commemorativo) e proprio qui è stata avviata la causa di beatificazione, ora aperta in Vaticano.
La Chiesa della Purificazione, sede della mostra, risale agli ultimi anni del Cinquecento, è un gioiello di arte e di storia, impreziosita da due affreschi dei fratelli Lampugnani. E di proprietà delle Madri Canossiane dell’Istituto Barbara Melzi, che l’hanno temporaneamente concessa in uso all’Associazione Padre Carlo Crespi.