Legnano story - note personali
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COTONIFICIO CANTONI
 
  Il cotone è una delle più antiche fibre tessili utilizzato nell’industria, contribuendo al conforto esteriore e domestico dell'umanità. Nei primi decenni dell’800, in Italia, nell’Alto Milanese, si svilupparono le prime industrie per la lavorazione del cotone, soprattutto grazie alla scoperta delle macchine a vapore, nel 1830 vennero collaudati i primi impianti, situati lungo l'Olona,  che utilizzavano la forza motrice del fiume. (Cantoni, 1960, p. 4). Uno dei soci di questa impresa fu il Barone Costanzo Cantoni(Scavizzi, 1975). Il capitale originario proveniva dal padre Benedetto, mercante di tessuti ed alimentari, che raggiungendo un buon livello economico venne nominato capo battaglione della Guardia Nazionale del dipartimento dell’Olona. (Romano, 1981, p. 315).
 
Per l'attività di filatura sfruttarono e modificarono i primi mulini ad acqua, già esistenti sul fiume, che originariamente erano destinati alla macinazione di prodotti agricoli. (Wikipedia) L’anno preciso in cui Costanzo Cantoni installò a Legnano una piccola filatura, non è ben definito, in quanto alcuni sostengono che fosse il 1832 (Noi della Cantoni No.17-18, 1960, p.40), altri, come Roberto Romano, sostengono che fosse il 1834 (Romano, 1981, p. 316). Questa piccola impresa includeva filatoi automatici funzionanti idraulicamente, ed in seguito venne ingrandita con l’aggiunta di una tessitura e una tintoria per filati. A Legnano costruì uno stabilimento con 120 telai meccanici. (Noi della Cantoni No.17-18, 1960, p.40)
 
La scelta di costruire le sue imprese sui territori di Legnano e Castellanza, sulle rive del fiume Olona,fu fatta perché, grazie alle sue acque, poteva ottenere energia elettrica a basso costo; inoltre erano città molto vicine a Milano, centro commerciale dal quale era possibile ottenere materia prima, e soprattutto perché c’era abbondanza di mano d’opera agricola disposta a lavorare con salari decisamente inferiori a quelli della città. (Noi della Cantoni No.17-18, 1960, p.40)
 
L’industria della filatura ebbe un notevole successo tra il 1830 e il 1840, mentre negli anni successivi subì una grave crisi che obbligò molte industrie a chiudere definitivamente. I motivi di questa crisi furono decisamente politici, come la dominazione austriaca che portò tutta l’economia della Lombardia ad uno stato di collasso. Con l’unificazione italiana, si pensò che la situazione potesse migliorare, ma nonostante ciò, questa crisi continuò fino al 1865. (Noi della Cantoni No.17-18, 1960, p.40) Durante questo lasso di tempo è importante ricordare la nascita della lega doganale fra l’Austria e i ducati di Parma e Modena che contribuì ad ampliare il mercato; mentre nel 1853 rilevante fu la decisione di rendere esente il cotone sodo da ogni carico doganale. Infine, il Cotonificio Cantoni, fu la sola azienda della regione a partecipare all’Esposizione Universale di Parigi, dove, come conferma Roberto Romano, non vinse nessuna medaglia, come invece contrariamente affermava il volume celebrativo.  (Romano, 1981, p. 319)
 
Solo il 1871 segnò l’inizio di una ripresa economica, ed è in questo periodo che avvenne la grande trasformazione del Cotonificio Cantoni, grazie ad Eugenio Cantoni, figlio del fondatore. L’11 Febbraio 1872 Eugenio e 29 fra i più importanti nomi dell’industria lombarda e due banche, cambiarono la denominazione della società Cantoni in "Società Anonima Cotonificio Cantoni", diventando così la prima impresa cotoniera italiana a trasformarsi in società per azioni ed a venire quotata alla Borsa di Milano. (Noi della Cantoni No.17-18, 1960, p.43)
 
"Carlo Jucker e il Cotonificio Cantoni – Noi della Cantoni No. 17-18” (pag. 39)
 
Dal 1872, anno di costituzione della società per azioni al 1882, molte innovazioni furono apportate dalla famiglia Cantoni e soci. Negli stabilimenti di Legnano e Castellanza furono installati 112 telai meccanici e 1500 a mano, sui quali erano impiegati circa 2.500 operai. A Bellano, in provincia di Como, venne acquistato un opificio, mentre a Besozzo uno stabilimento di tessitura e torcitura. Nel 1876 muore Costanzo Cantoni, e poiché Eugenio Cantoni lasciò la Direzione della Società, venne sostituito dal Sig. Vincenzo Terruggia, grazie al quale, la società continuò i suoi programmi di espansione. In questi dieci anni la società Cantoni risentì della crisi economica, ma riuscì sempre ad andare avanti anche grazie all’entrata in vigore della nuova tariffa doganale che protesse l’industria cotoniera italiana dalla concorrenza straniera. (Noi della Cantoni No.17-18, 1960, p.44-49)
 
Il barone Eugenio Cantoni fu la figura più significativa della famiglia, e nonostante fosse uno degli uomini più potenti del secolo scorso, è difficile definire la sua personalità. (Romano, 1981, p. 322) Eugenio morì a Roma nel 1888. In quegli anni la crisi economica che stava colpendo l’Italia, fece sentire la sua influenza anche sulla società legnanese. Alla morte del Sig. Terruggia nel 1898, il commendatore Pietro Soldini prese il suo posto, e grazie alla sua abilità imprenditoriale, i prodotti della Cantoni vennero esportati in tutto il mondo. Il cotonificio desiderava espandersi sempre di più; infatti a Castellanza venne eretta una grande tessitura con 600 telai, considerati moderni all’epoca.
 
Sono gli anni dell’introduzione del Fondo di Previdenza per i dipendenti, del sussidio mensile agli operai invalidi al lavoro e il pagamento di una giusta indennità per le donne incinte.
(Noi della Cantoni No.17-18, 1960, p.50-53)
 
Il 1902 fu un anno significativo, in quanto il cotonificio fu elettrificato,mentre nel 1904 il Cotonificio Cantoni fu il primo, in ottemperanza alle leggi, ad essere una delle prime fabbriche in Italia, ad eliminare il lavoro notturno. Nel 1907 l’ingegnere Carlo Jucker diventa direttore del Cotonificio Cantoni a Legnano, dove portò importanti innovazioni. (Noi della Cantoni No.17-18, 1960, p.53-54)
E’ il periodo in cui l’Europa è dilaniata dalla prima guerra mondiale, ed a causa di questa, le fabbriche tedesche sospesero l’invio di coloranti indispensabili per i filati e i tessuti, non solo per il Cotonificio Cantoni ma anche per le aziende cotoniere consorelle. Si creò perciò, a Legnano, una fabbrica di coloranti, diventando la prima impresa in Italia a produrre colori più complessi del nero allo zolfo. (Noi della Cantoni No.17-18, 1960, p.22) Alla fine della guerra questo reparto venne chiuso. Carlo Jucker dedicò molto tempo per migliorare la solidità delle tinture alla luce. Quando il toussah, articolo pregiato, venne creato, si decise di applicare la tintura con colori indantrene, solidi alla luce e al bucato e fu creato il marchio T. (Noi della Cantoni No.17-18, 1960, p.24).
 
Nel 1917 una devastante inondazione dell'Olona provocò gravi danni allo stabilimento, e per questo, finita la guerra, furono costruiti nuovi arginie l'Olona fu incanalato. Il fiume, sebbene fosse già molto inquinato, non era ancora stato coperto, cosa che avvenne  tra il 1925 ed il secondo dopoguerra. (Wikipedia)
 
Con le varie innovazioni, negli stabilimenti Cantoni si svolgeva l’intero ciclo di lavorazione del cotone; a Castellanza, Bellano e Cordenons si producevano filati e ritorti che in seguito venivano trasformati in tessuti nelle tessiture di Castellanza, Legnano, Canegrate e Olmina. Inoltre, nel corso degli anni ogni stabilimento si specializzò in determinati articoli, come a Legnano in cui si producevano tessuti greggi per velluti lisci o a coste, a Castellanza tessuti per camiceria da uomo, mentre a Canegrate tessuti per lenzuola e biancheria da cucina. (Noi della Cantoni No.17-18, 1960, p. 8-9)
 
Nonostante questo, nel 1972, gli stabilimenti del Cotonificio Cantoni contenevano globalmente 2.724telai, 15 impianti per la stampa, una centrale termoelettrica che era situata all'interno dello stabilimento storico di Legnano e di 8 impianti idroelettrici. Quest’ultimi producevano nel complesso circa la metà dell'energia elettrica necessaria per il funzionamento degli stabilimenti. (Wikipedia)
 
Nel 1984 la Cantoni di Legnano fu acquistata da Fabio Inghirami, e la nuova proprietà chiuse il reparto di filatura della storica fabbrica legnanese e tentò di indirizzare la produzione verso tessuti più ricercati, ma nonostante questo tentativo di salvare l'azienda, lo stabilimento chiuse nel 1985. Nel corso degli anni si susseguirono vari progetti di recupero ed alla fine i padiglioni furono demoliti nel 2003per la realizzazione di un parco pubblico, di un centro commerciale e di una zona residenziale. Per ordine della Soprintendenza ai Beni Culturali ed al Paesaggio di Milano, intervenuta quando ormai le demolizioni erano quasi giunte al termine, le due facciate più importanti architettonicamente sono state conservate. (Wikipedia)
Tra il 1989 e il 1991, una vasta area dell'ex Cotonificio nel comune di Castellanza fu riqualificata dall'Unione degli Industriali della provincia di Varese (UNIVA), su progetto dell'architetto Aldo Rossi, creando la sede dell'Università Liuc.
 
Bibliografia:
•    Cantoni, “Benvenuto alla Cantoni”, a cura dell’Ufficio Relazioni Sindacali e Sociali del Cotonificio Cantoni, 1960
•    “Cotonificio Cantoni” – Wikipedia  https:⁄⁄it.wikipedia.org⁄wiki⁄Cotonificio_Cantoni
•    “Carlo Jucker e il Cotonificio Cantoni – Noi della Cantoni No. 17-18
•    “Un piccolo re del cotone: Costanzo Cantoni e la sua impresa” – L’industrializzazione in Italia: 1861-1900, Bologna, Il Mulino, 1981 (seconda edizione)
•    Scavizzi, Paola (1975), Costanzo Cantoni, in Dizionario Biografico degli italiani, Treccani,
<http:⁄⁄www.treccani.it⁄enciclopedia⁄costanzo-cantoni_%28Dizionario_Biografico%29⁄>
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