Legnano story - note personali
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pan de mej
 
l «pan de mej» (pan di miglio) è legato ad una antica tradizione milanese, che vuole che si mangi il giorno di San Giorgio (23 aprile) auspicando una stagione propizia. Di  questa storia vi abbiamo già parlato  ma un’altra interessante versione che vogliamo raccontarvi è legata all’antico quartiere Morivione (in milanese, Muriviun) fuori da Porta Ludovica. I milanesi ci andavano a festeggiare San Giorgio. Mangiavano il “pan de mej” (chiamato anche “pan de mejn” o “pan meino”),
bevevano latte, raccontavano vecchie storie. Come questa, di briganti e ruberie. C’è infatti chi sostiene che si debba risalire ad un pisodio cruento di storia avvenuto ell’alto milanese poco meno di 700 anni fa, nel 1339. Il condottiero Luchino Visconti, proclamato n quell’anno signore della Signoria i Milano assieme al fratello Giovanni (che però non regnò mai), si rovò al comando delle milizie viscontee nella battaglia di Parabiago contro i 3000 cavalieri scaligeri e veneziani della Compagnia di S. Giorgio. I superstiti, un manipolo di soldati di ventura, sbandati e capeggiati da Vione Squilletti, si nascosero tra le boscaglie fuori da Porta Ludovica e, trasformatisi in briganti, depredavano le campagne milanesi seminando terrore. Alla vigilia della festa di San Giorgio, una sera d'aprile del 1342, stanchi dei soprusi gli abitanti della zona  chiesero aiuto al loro Signore, Luchino Visconti. In men che non si dica il nobile sbaragliò gli sbandati e uccise il loro capo – Vione -, cosicché contadini, allevatori e casari furono nuovamente in pace. Per festeggiare l’avvenimento, i casari delle cascine liberate dai briganti offrirono ai soldati milanesi panna e pane di miglio. Su un muro venne dipinto San Giorgio che ammazza il drago, con la scritta: «Qui Morì Vione». Da qui l’usanza dei Milanese di dire «andiamo dove morì Vione», andiamo a Morivione.
 
 
I dolci ricordano il miglio
 
Il miglio è uno di quei cereali minuti, tipici dell’alimentazione dell’area padana, che sopperirono alla penuria di grano, più laborioso da coltivare e meno redditizio di altre colture, particolarmente in certi periodi, come l’alto medioevo. Nelle polente, nelle minestre, nel pane... il miglio era onnipresente. Dopo alcuni secoli fu sostituito dal mais,  he entrò nell’immaginario collettivo come un suo surrogato, capace di sfamare in maniera fenomenale ma soprattutto più redditizio. Ciò nonostante, il miglio è ricordato nel nome di alcuni dolci, anche se di fatto sono a base di farina di granturco: così come il meneghino (pan de mej o pan meino).
 
Sono tante le ricette di questo antico dolce, e ogni casa spesso ha la sua variante. Pochissime includono il miglio e il lievito madre, quello che si usava un tempo in casa per panificare. Eccone proprio una in cui si può sostituire la farina di mais con quella di miglio (la si trova nei negozi di prodotti biologici).
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