Legnano story - note personali
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                I   BERSAGLIERI  A  LEGNANO
 
Il 2° Battaglione  Bersaglieri è presente  in Legnano, nella Caserma "CADORNA", dal 1958 all'agosto del 2002.  Prima inquadrato nel 4° Reggimento di Fanteria Corazzato della Divisione"LEGNANO" poi, nell' ottobre del 1975, a seguito dello scioglimento del 4° Reggimento e della trasformazione della Divisione in Brigata Meccanizzata, il battaglione  diventa Reparto autonomo,  assume la denominazione di 2° Battaglione Bersaglieri "GOVERNOLO" ed eredita la Bandiera da Combattimento già appartenuta al 2° Reggimento Bersaglieri  sciolto a conclusione del 2° conflitto mondiale.
Il 26 giugno del 1992 a seguito della ricostituzione del 2° Reggimento Bersaglieri il battaglione ne diviene la sua pedina fondamentale  e tale rimane fino al 30 agosto 2003 quando,  per la sospensione del "Servizio Militare di Leva", il Reggimento  viene ridotto a "Nucleo di Attivazione".
La Bandiera da Combattimento del "SECONDO" è ora custodita dal Reggimento Artiglieria a Cavallo, in Milano.
 
La storia "SECONDO"  viene da lontano. E' stato costituito il 17 Gennaio 1837 ed ha partecipato ai seguenti fatti d'arme:
 
Prima guerra d'indipendenza  (1848-49)
- 1948:  Goito, Mantova, S. Lucia, Governolo, Sommacampagna, Custoza,     Milano;
- 1949: Mortasa, Sforzesca, Novara.    
 
Crimea  (1855-56)
Partecipa per tutta la durata della campagna con due compagnie.
 
Seconda Guerra d'Indipendenza  (1859)
Il battaglione prende parte ai combattimenti di Vinzaglio, S. Martino, Peschiera,
Madonna della Scoperta.
 
Terza Guerra d'Indipendenza  (1866)
Partecipa a tutta la campagna distinguendosi in particolare durante la battaglia
Di Custoza.
 
Cina  (1900-1901)
Partecipa con la 1^ Compagnia a tutta la campagna.
 
Prima  Guerra  Mondiale  (1915-1918)
- 1915:  M. Coston,  Costa d'Agra,  M. Maronia,  Val  Fonda;
- 1916:  Plezzo,  Oslavia,  Zaibena,  Nad Logen,  M. Kuk di Plava;
- 1917:  M. Santo,  M. Mrzli,  Pleca;  Kamma,  M. Stol;  Sequals, Fiume Piave.
- 1918:  Montello,  Paradiso.
 
 
 
Seconda Guerra Mondiale  (1940-45)
Il Battaglione fin dall'inizio del conflitto  è schierato sul fronte greco-albanese dove prende parte ai combattimenti di Kani-Delvinaki. Keresovon, Giorgiuzzati,  M. Trebescines, Val Vojussa.
 
 
La storia recente
-         agosto 1982-marzo 1983: il 2° Battaglione Bersaglieri "GOVERNOLO" è in
      LIBANO, impegnato  in operazioni di mantenimento della pace assieme si  Parà          
      francesi della Legione Straniera ed ai Marins USA.  
            Dalla fine del secondo conflitto mondiale è la prima volta che l'Italia invia
            un reparto militare fuori dai confini nazionali.
-         giugno - ottobre 1993: il Battaglione "GOVERNOLO",inquadrato nel 2° Reggimento Bersaglieri, è impegnato in Somalia  nell'operazione  "IBIS 2"   assieme alle forze di pace dell' ONU. 
 
Il  "SECONDO"  durante la sua lunga storia ha anche partecipato alle operazioni di soccorso a favore delle popolazioni colpite dalle seguenti calamità naturali:
 
- terremoto di Reggio Calabria e Messina   (dicembre  1908);
- terremoto di Avezzano (AQ)  (gennaio 1915);
- alluvione di Firenze  (novembre e dicembre  1966);
- terremoto in Campania e Basilicata (novembre  dicembre  1980);
-         alluvione in Valtellina  (luglio, agosto, settembre  1987).
 
LA  BANDIERA  DA   COMBATTIMENTO
RICOMPENSE  AL   VALORE
RICOMPENSE ALLA BANDIERA DA COMBATTIMENTO
 
 
Ordine Militare d'Italia                                         1
Medaglie d'Argento al Valore Militare                2
Medaglia d'Argento al Valore dell'Esercito         1
Medaglie di Bronzo al Valore Militare                 4
Medaglia di Bronzo al Valore dell'Esercito          1
Medaglia d'Argento al Valore Civile                    1
 
RICOMPENSE INDIVIDUALI AL VALORE
 
 
Medaglie d'Oro al Valore Militare                        5
Medaglia d'Oro al Valore dell'Esercito                1
Medaglie d'Argento al Valore Militare               85
Medaglia d'Argento al Valore dell'Esercito         1
Medaglie di Bronzo al Valore Militare              140
Croci di Guerra  al Valore Militare                    155
 
 
 
STEMMA    ARALDICO
      
                                               
Stemma araldico: decreto  20  maggio 1976 (aggiornato in base a quanto disposto dallo Stato Maggiore dell'Esercito con circ. 121  in data  9 feb. 1987  - Giornale Ufficiale 14 feb. 1987).
 
Scudo: Inquadrato: il primo d'argento al leone d'azzurro; il secondo d'azzurro al ponte levatoio d'oro (Governalo);  il terzo d'azzurro allo scaglione d'oro accompagnato da un fiume ondato dallo stesso (Isonzo); il quarto d'argento e due sciabole d'azzurro in decusse (una delle quali a lama dritta), accompagnate da due stelle d'azzurro in fascia (Custoza). Nel punto d'onore, uno scudetto sannitico di rosso, bordato di porpora ad un palo  nero, caricato dell'elmo di Scanderbeg d'oro.
 
Ornamenti: sopra lo scudo una corona turrita dorata, accompagnata da nastri indicativi delle ricompense al Valore di cui il Corpo ha titolo a fregiarsi. Sotto lo scudo fuoriesce nastro decorativo con al centro insegna dell'Ordine Militare d'Italia e, su lista bifida dorata svolazzante il motto:
 
"NULLI  SECUNDUS"
(secondo a nessuno)
 
 
 
SINTESI  BLASONATURA
 
1° Quarto  richiamo alla presenza del Corpo in Crimea, inserito nel contingente dell'Armata Sarda, mediante la simbologia araldica relativa ai viaggi in terre lontane.
 
2° Quarto  espressamente dedicato al combattimento di Governalo (ponte sul Mincio), per il quale la 2^ Compagnia meritò la M.B.V.M.
 
3° Quarto  ricordo della partecipazione alla Grande Guerra, in particolare delle eroiche gesta compiute dal Reggimento sulle colline che sovrastano l'Isonzo.
 
4° Quadro  è riferito alla battaglia di Custoza, ma ricorda anche le due M.B.V.M. (rappresentate dalle due stelle) meritate nel corso della prima Guerra d'Indipendenza.
 
Al centro dello stemma lo scudetto, bordato di porpora (colore tradizionale della specialità) con i colori d'Albania e l'elmo del suo eroe nazionale, a significare il rispetto delle più pure tradizioni bersaglieresche conservate anche nelle ultime avverse vicende militari.
                            
 
 
 
 
 
 
 
 
 
COCCARDA  CAPPELLO PIUMATO
 
 
 
 
 
 
 
IL  2°  BATTAGLIONE  BERSAGLIERI  "GOVERNOLO"
IN  OPERAZIONI  DI  "PEACE  KEEPING"  IN  LIBANO
 
 
- " LIBANO  1 " :   AGOSTO ⁄ SETTEMBRE  1982
                       - " LIBANO  2 " :   SETTEMBRE  82 ⁄ MARZO  1983
 
 
 
        
 
 
MISSIONE        " LIBANO  1"
 
( 16  AGO.  82  -  12  SET.  82 )
 
Al  2°  Battaglione  Bersaglieri  "GOVERNOLO" toccò  l'onere  e  l' onore  di  essere  il  primo  Reparto  dell' Esercito  Italiano  ad  intervenire in armi  fuori  dai  confini  nazionali  dalla  fine  della  2^  Guerra  Mondiale. Per  due  volte, infatti,  prendeva  parte ad  operazioni  di  Pace  a  BEIRUT congiuntamente  a  forze  di  altre Nazioni  per  consentire  al  LIBANO  di riconquistare  la  propria  sovranità da  anni  perduta, e  per  ristabilire la  pace  in  quell' area  medio orientale.
A  determinare  l'intervento  è  l' esplosiva  situazione  libanese  venutasi  a  creare dopo  anni  di  lotte  interne  fra  le  milizie  mussulmane  e  cristiano  maronite, acuita  dalla  presenza  sul  territorio   di  migliaia  di profughi palestinesi  e dei  militari  siriani  della  Forza  di  Dissuasione  Araba (ADF).  Situazione di  estrema  delicatezza   per  la  sicurezza  di  ISRAELE  che, per salvaguardare  il  proprio  territorio dalle  continue  incursioni  palestinesi  provenienti  dal  LIBANO , nell' estate  del  1982 sferra una violenta offensiva al di là della frontiera  dando il  via  all' operazione denominata  "PACE  IN  GALILEA".
Le  Forze  israeliane dopo  travolgente  avanzata   raggiungono  BEIRUT  asserragliando  nella  parte  Ovest  della  città  più  di  10.000 palestinesi   dell' OL.P  (ORGANIZZAZIONE  PER  LA  LIBERAZIONE  DELLA  PALESTINA),  del  PLA  ( ARMATA  PER  LA  LIBERAZIONE  DELLA  PALESTINA) ,  e  circa  3000  soldati  siriani  dell'  ADF.
La  diplomazia  internazionale  si  era  mobilitata  per  evitare l'incombente  genocidio  ed  evitare  il  coinvolgimento  diretto  di  altre  Potenze  nella  crisi.  Fallito  il  tentativo  di  inviare una  forza  dell' ONU  per  il  veto  posto  dal   Consiglio  di  Sicurezza, le  parti  interessate  accettano  la  presenza  di  una  Forza  Multinazionale  di  Pace  formata  da  Contingenti  appartenenti  a  FRANCIA, ITALIA  e  STATI  UNITI  per  attuare  l'evacuazione  delle  forze  asserragliate  in  BEIRUT  OVEST. 
In tale contesto prendeva l'avvio il primo intervento del "GOVERNOLO" in Medio Oriente.
 
Il  2°  Battaglione  Bersaglieri  quale  CONTINGENTE ITALIANO IN LIBANO  "GOVERNOLO" ( ITALCON  GOVERNOLO ) partecipa all'operazione con una forza di  518  uomini  (39  Ufficiali, 81 Sottufficiali , 398  militari  di  truppa), 100  mezzi  fra  cingolati  e  ruotati  di  vario  tipo  e  con una  autonomia  logistica  di  45  giornate.
 
Il Contingente è Comandato dal Ten. Col.  Bruno  TOSETTI e si articola in:
- Vice  Comandante:    Ten. Col. Luigi  DE CARLO. 
-  compagnia Comando e Servizi:  Cap.  Nicola  TOMA;
-  una  Sezione  Mista  di  Sussistenza:  Cap. Giuseppe  LUPO;
-  due  Compagnie  meccanizzate: Cap.Vincenzo  LOPS e Ten  Riccardo MARCHIO';
-  un  Plotone  Carabinieri  del  btg. CC "Lombardia": Ten.  Andrea  CERRATO;
-  un  Plotone  rinforzato  del  Genio: S. Ten. Mario  ROSATI.
 
La missione affidata  alla  Forza  Multinazionale  era  quella  di:
"assistere  in  modo  appropriato  le  Forze  Armate  libanesi  nell'assicurare  l' incolumità   fisica  dei  combattenti  palestinesi  in  partenza  da  Beirut  e  quella  degli  abitanti  della   città; favorire  il ripristino  della  sovranità  e  dell' autorità  del  governo  libanese  nella  regione  di  Beirut  a  partire  dalle  24  ore  dallo  sbarco  in  territorio  libanese".     
 
 
 
                         
Zone  di  schieramento della Forza Multinazionale
 
 
In  tale  quadro  i Contingenti USA e francese sono stati concentrati rispettivamente   all'interno del porto e nella parte settentrionale della città; il primo per fornire sicurezza allo scalo marittimo, il secondo per scortare i Fedayn diretti al porto per l'imbarco.
Al "GOVERNOLO"   è invece  affidato  il  settore  meridionale,   con  il  compito  specifico di interporsi fra le forze israeliane e quelle sirio - palestinesi,  e  di  portare  quest'ultime  in  salvo  oltre i  confini  della  SIRIA.
 
Il compito affidato ai Bersaglieri risulta  essere il più delicato dell'intera missione. Il varco tra le due Beirut che devono controllare è il più lontano dal porto, il più esposto, il meno controllabile ed il più pericoloso. La zona Sud di Beirut, infatti, è quella a più forte densità mussulmana. A poche centinai di metri verso Ovest dal Check Point italiano ci sono i campi palestinesi di Sabra e Chatila  dove si erano insediati i Fedayn con le loro famiglie e pertanto da sempre obiettivo prioritario dei falangisti  di Gemayel.    Inoltre la peculiarità del compito da assolvere imponeva il frazionamento delle forze del Contingente per soddisfare contemporaneamente  a tre esigenze operative:
 
 
 
 
 
 
 
                 
 
                    Osservatorio  Sapesse                                                      Parcheggio  Sagesse
                                        
 
                                                   Officina campale Sagesse
 
Le tensioni esistenti fra mussulmani e cristiani (responsabili entrambi di feroci massacri), la presenza israeliana e l'incerto atteggiamento che l'Esercito libanese avrebbe mantenuto nel riassumere il controllo del territorio rendevano la missione ancor più rischiosa.   
Ed è proprio in virtù della sua estrema delicatezza che  questa missione è affidata al Contingente italiano in quanto il Comitato Politico e Militare del Libano (ambasciatori USA, Francia, Italia e Comandanti dei Contingenti militari della Forza Multinazionale),  lo ritiene essere il più accettato dai mussulmani per non avere l'Italia responsabilità alcuna sull'esplosiva situazione libanese.
Al contrario erano invisi gli USA considerati i maggiori sostenitori di Israele ed i francesi per avere da sempre privilegiato l'egemonia della minoranza Maronita su quella Mussulmana.
                                         
 
 
 
INTERPOSIZIONE
 
 
 
Il Contingente "GOVERNOLO" parte da BRINDISI il  21 agosto 1982  a bordo di navi da trasporto  della Marina Militare e della Marina Mercantile scortate dalla Fregata "LUPO". I reparti erano stati preceduti dal Comandante del Contingente recatosi a Beirut nella mattinata del 19 per verificare in loco la situazione, e per una prima presa di contatto con le forze da sgomberare. Il giorno 22, invece, con la Fregata "PERSEO" parte il "Nucleo da Ricognizione"  per organizzare lo sbarco dei reparti..
        
Alle  10.30 del 26 agosto, a  sole  due  ore  e  mezza  dallo  sbarco nel porto di JOUNIEH  (5 Km. A Nord di Beirut).,  la  2^ Compagnia  Bersaglieri  del Ten. Riccardo  MARCHIO'  raggiunge  il  bivio  di  HAZMIYE, punto  origine  della  strada  per  DAMASCO  ed in corrispondenza del margine anteriore dello schieramento difensivo palestinese. Le posizioni sono presidiate da reparti del PLA (Palestinian Liberation Army), armati ed inquadrati dall' Esercito siriano.
 
                      
Agli occhi dei Bersaglieri si presenta un lungo e largo viale, noto come Galerie de Semaan,  che dal bivio conduce ai quartieri  Ovest della capitale libanese dove si trova  asserragliato il grosso delle Forze siriane, Arafat con i suoi miliziani dell'OLP (Fedayin) e molte delle loro  famiglie.
L'intera zona reca i segni dei cruenti combattimenti cessati solo da qualche giorno per consentire lo schieramento della Forza Multinazionale. Palazzi sventrati dalle bombe e trasformati dai difensori in fortilizi fanno da cornice al viale .
Sullo sfondo, in corrispondenza della Chiesa di St. Michel, il viale è sbarrato da un terrapieno alto 5 m. con un passaggio a labirinto disseminato da  mine. Il terrapieno altro non è la prosecuzione della "LINEA VERDE" che divide Beirut  nei due settori EST ⁄ OVEST.    
Con questo scenario i Bersaglieri dovranno convivere per circa un mese. 
 
 
            
 
 
            
 
 
           
 
         
 
 
 
 
 
 
 
                 
 
 
 
                                  
                                                 
                                                                                       
 
 
 
 
                                    Foto  di Galerie de Semaan
                                     Terrapieno
                                     St. Michel
                                     Città  vecchia
 
                                   
 
Attuando la pianificazione messa a "punto" il giorno precedente dall' Ufficiale alle operazioni del Contingente (Magg. Antonio ROTUNDO),  la Compagnia si interpone  fra  le  forze nemiche  a  contatto  lungo  la  "linea  verde"  e rileva    le  postazioni e  gli  appostamenti che da mesi  i  palestinesi occupano a  cavallo  dell' asse  stradale.
Si tratta di apprestamenti difensivi in cemento armato ricavati nei piani bassi degli edifici, una volta abitazioni.  Nei pressi c'è un carro T 55  di fabbricazione sovietica sistemato a "scafo sotto". Non è più in grado di muovere ma con il cannone perfettamente funzionante  tiene sotto tiro le provenienze da Est ed in particolare un tratto della strada per Damasco.  
 
                   
 
 
Carro armato T 55
 
 
 
 
Postazione
 
 
 
 
Postazione di mitragliatrice
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Il  giorno precedente all'arrivo dei reparti il Comandate del Contingente accompagnato dal Comandante del Battaglione PLA ha effettuato una  particolareggiata  ricognizione delle postazioni da rilevare. Durante  la ricognizione ha luogo un incontro con i rappresentanti  dell' "ORGANIZZAZIONE ARMATA DEI COMUNISTI LIBANESI" e con i capi dei "MORABITUN" (movimento dei nasseriani indipendenti),  con  i quali vengono presi  accordi  per l'arretramento dei  loro  itinerari  di  pattugliamento  attualmente a ridosso  della "LINEA VERDE".
Anche con i rappresentanti del  Partito  "AMAL" (emanazione militar dei Sciiti), si tratta  per  farli arretrare  dalla  zona che  sarà occupata  dai Bersaglieri.
Durante  tutti  gli   incontri   c'è sempre stata la massima collaborazione, molta  gentilezza  ed  anche un notevole apporto di  notizie utili e preziose  per  quanto avremmo dovuto  fare  nei  giorni  seguenti.
Secondo  gli accordi le nostre truppe non  oltrepasseranno la  sede della "Gendarmeria" situata  a 100 m. a Ovest dalla Chiesa di St. Michel e dove è insediato il Comando dei Morabitun.
La  strada, sempre  verso Ovest, continuerà  a rimanere minata e le  mine saranno rimosse soltanto per permettere  il passaggio delle colonne dei combattenti  che partiranno  per  la Siria  sotto scorta italiana. Tenteranno (!)  però di bonificare il tratto di strada fra la Chiesa e la Gendarmeria,  ma  non  sono sicuri di ricordare l'esatta ubicazione di tutte le mine.
Anche e soprattutto per questo motivo i Plotoni della 2^ Compagnia procedono con molta cautela  occupando, una dopo l'altra, tutte le postazioni che dominano l'area circostante  il settore assegnato
 
Le attività operative previste per questa prima giornata libanese, volte a creare  una fascia smilitarizzata di 1 Km per  400 m. necessaria  per  consentire la  formazione  il  controllo  e  la  partenza  delle  colonne,  si concludono alle ore 16.45  con la costituzione  del  "Check  Point"  di  St. Michel,  il  più  avanzato  verso  Ovest  dello  schieramento  italiano.
Seppur in presenza di un "clima" di palpabile tensione, la pericolosa fase di interposizione fra le forze che si fronteggiavano volgeva al termine senza che si fossero verificai incidenti di sorta. Solo la riluttanza di un comandante palestinese nello sgomberare il suo posto comando e quella di un gruppo di "Morabitun" che non volevano ripiegare avevano fatto presagire il peggio, ma niente più.
I Reparti dell'Esercito libanese, ai quali i palestinesi si erano rifiutati di consegnare le posizioni, potevano ora raggiungere i Bersaglieri e riprendere il controllo del territorio che da cinque anni gli era precluso.
 
La reciproca resa di onori fra un plotone di Bersaglieri ed un Reparto del PLA ed una stretta di mano fra il Comandante del Contingente italiano ed il Comandante del settore, Colonnello siriano Hassan, suggellano  la prima giornata operativa del Contingente.
Il pieno successo riscosso viene sottolineato dall'improvviso ed inatteso arrivo di Mr. Philip Habib (Ambasciatore USA, coordinatore delle operazioni di evacuazione dei Palestinese da Beirut), il quale vuole congratularsi di persona con i Bersaglieri per l'ottima riuscita dell'operazione sul cui esito pochi credevano.      
 
Nel frattempo il grosso del Contingente,  sotto la guida del Vice Comandante, raggiunge l'area della scuola "LA  SAGGESSE"  per  occuparla ed organizzare  il Comando e l'area logistica   dove successivamente affluirà anche il nucleo "ANGLICO" della VI Flotta USA, composto da 3 Ufficiali e 15 fra Sottufficiali e Marins. 
In caso di ripresa del conflitto che vanifichi l'opera della Forza Multinazionale e renda inutile la sua permanenza a Beirut, è compito  di questo nucleo soddisfare esigenze di elicotteri da trasporto, per l'evacuazione d'emergenza del personale del Contingente, e di fornire il supporto di fuoco aereo-navale da parte delle navi che stazionano alla fonda davanti la città. 
 
Da quando sono iniziate le ostilità le notti di Beirut non sono mai state silenziose, ma questa è particolarmente rumorosa; raffiche di fucileria e assordanti esplosioni le cui vampe illuminano il buio che grava su Beirut Ovest, si susseguono in continuazione. Sono i palestinesi ed i siriani che nell'imminenza della partenza distruggono i depositi di munizioni e quelle armi che non potranno portare al seguito per carenza di mezzi di trasporto. 
 
 
 
 
VERSO  LA SIRIA  ATTRAVERSO LA  VALLE  DELLA  BEKAA
 
Nei giorni  successivi mentre una Compagnia presidia  Galerie de Semaan, l'altra  Compagnia Bersaglieri rinforzata da nuclei  di Carabinieri,  attraversava più volte la valle  della  BEKAA  in  mano  israeliana,  per  portare  in  salvo i miliziani palestinesi  del  P.L.A.  ed i  soldati  siriani  delle  HITTIN  Brigade, QUADDISIYYAM  Brigade  e  della   85^   Brigade  appartenenti    all' A.D.F.    (FORZA  DI  DISSUASIONE  ARABA).
 
                              
 
Secondo gli accordi l'evacuazione deve avvenire  con il concorso della Polizia libanese sulla quale grava la responsabilità di formare le colonne, censire numericamente i militari partenti  ed accertarsi della  qualità e quantità di armi e mezzi che abbandonano Beirut.
La richiesta israeliana di un rilevamento nominativo dei nemici in partenza era stata respinta. Per contro rimaneva il vincolo che tutti gli automezzi partiti da Beirut dovevano giungere a destinazione oltre la frontiera libanese.
 
Alle ore 06.00 del 27 agosto  ha inizio lo  sgombero della  prima colonna composta da 215  automezzi di vario tipo con  a bordo 1600 miliziani del PLA.
Gli israeliani dal bivio di Hazmiye controllano con particolare puntigliosità che tutto si svolga secondo  quanto concordato con il "comitato politico militare".  Forse indispettiti per il mancato censimento nominativo dei partenti  fanno pesare la  loro posizione di vincitori e adducendo  ad un superficiale controllo  numerico dei partenti da parte  libanesi ostacolando e ritardano la partenza  della  colonna.  
Per evitare l'insorgere di altre situazioni "cavillose",  il controllo viene affidato al Contingente ed eseguito dal Capo Sezione OAI - Magg. Antonio ROTUNDO - e  dal S.Ten. Sergio CUOFANO, comandante del Plotone che presidia l'area.
 
 
 
 
 
 
     
 
                                      
 
 
 
Un secondo arresto della colonna viene  richiesto dagli "osservatori"  israeliani secondo i quali cinque miliziani avrebbero abbandonato l'automezzo che li trasportava e si sarebbero  dileguati  nella boscaglia. Trattasi di una palese provocazione, comunque non accolta dal Comandante del Contingente che ha opposto un fermo rifiuto  alle insistenze di un Generale israeliano che pretendeva che  una Squadra di Bersaglieri , affiancata da soldati israeliani, rastrellasse la zona fino al ritrovamento  ed  all'eliminazione fisica  dei  "fuggiaschi".
La colonna procede senza  altre difficoltà a parte le numerose "panne" dei malconci automezzi palestinesi che richiedevano frequenti interventi del Maggiore Giovanni GIUSTO e del "nucleo recupero" del Contingente per sgomberarli oltre confine.
La giornata ha termine alle 15,30 con l'arrivo della colonna a MASNA, località sul confine  siriano. 
 
Lo sgombero delle forze asserragliate nella Beirut Ovest si conclude tre giorni dopo con l'effettuazione di altrettante colonne. Complessivamente furono sgomberati 952 mezzi di vario tipo (carri armati, ruotati, artiglierie, lancia razzi, ecc…) e portati in salvo 6509 fra palestinesi del PLA e soldati dell'Esercito regolare siriano.  Anche in queste giornate non mancarono pretestuosi "incidenti  di  percorso"  che avrebbero potuto compromettere l'esito della missione di pace se alla fine non fosse prevalso il buon senso da entrambe le parti in conflitto.
 
                                               
 
 
 
 
 
                                                Foto  colonne                      
Con  l'evacuazione  delle forze mussulmane asserragliate nella  Beirut Ovest era stata  assolta  solo  una  parte    della  missione del  "GOVERNOLO". Il Reparto permane infatti  a  presidio  dei  " Check  Point " e  delle  postazioni di  Galerie  de Semaan  per  altri  undici  giorni allo scopo di:   proteggere da eventuali  rappresaglie le  famiglie  dei  palestinesi rimaste a Beirut, agevolare il rientro dei profughi libanesi che avevano abbandonato la città durante il conflitto e per  consentire  all' Esercito  libanese di  riacquisire  completamente  il  controllo  del  territorio metropolitano.
La  Missione  "LIBANO  1"  si  avviava  alla  conclusione e l'operazione di "sganciamento" dei reparti ha inizio  il  mattino  del  9  settembre con  l'afflusso  di  una Compagnia  Bersaglieri  al  porto  di  Beirut  per  rimpiazzare i Marines  USA  in  partenza  e  quindi  garantire  la  sicurezza  al  Contingente  che  nei  due  giorni successivi  si  sarebbe  imbarcato  per  nuclei.
La  Compagnia  rimasta  a  presidio  di  "GALERIE  DE  SEMAAN"  ed  il  "Posto di  Medicazione", che  dal  primo  giorno  ha  operato  a   favore  della  popolazione civile,  affluiscono per ultimi  in  porto  per  l'imbarco  seguiti  dalla  Compagnia  posta  a  difesa dell' area  portuale.
 
                                             Foto  Posto di Medicazione
 
La  Missione  del  Contingente  italiano  si  concludeva  definitivamente  alle  ore  18.00  dell' 11 settembre  1982  con  la  partenza  da  Beirut  delle  navi  scortate  dalla  Fregata  "LUPO",  non  prima  però  di  aver  donato  viveri  e  medicinali   agli  Enti  assistenziali  locali.
Il  "GOVERNOLO"  aveva  portato  a  termine  con  pieno  successo  la  Missione  affidatagli,  riscuoteva  il  plauso  generale  degli  Alleati, della  popolazione  civile libanese  e  delle  Nazioni  che  avevano  beneficiato  direttamente  o  indirettamente  del  suo  intervento.
 
 
 
                                            Foto visita Weinbergher
                                                                                Nunzi Apostolico
                                                              Ambasciatore italiano
                                                              Partenza
                                                             
 
 
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OPERAZIONE   "LIBANO  2"
 
( 27 SET. 82  -  3  MAR. 83 )
 
A pochi giorni della partenza del Contingente da Beirut,  il neo eletto Presidente Beshir Gemayel cade vittima di un attentato.  Per rappresaglia  la "FALANGE"  (milizia maronita dei Gemayel), entra nei campi palestinesi  di  SABRA e SHATILA e massacra centinaia di mussulmani.
Le autorità libanesi e palestinesi chiedono insistentemente il ritorno della Forza Multinazionale a Beirut  e quindi  il 23  settembre, da pochi giorni rientrato in Patria, il  "GOVERNOLO"  riparte per Medio Oriente.
 
 
                                   Foto di Chatila
 
  
Questa  volta  il  2°  Battaglione  partecipa  alla missione nota con il nome di   "LIBANO  2"    inquadrati  nel  Raggruppamento  Italiano in  Libano  (ITALCON)  a  fianco  dei  Parà  della  "Folgore"  ed  ai  Marò  del  "San  Marco"comandato dal  Colonnello  Franco  ANGIONI.
 
Al momento  dell' arrivo  della  Forza  Multinazionale,  la  situazione  in  LIBANO  vede  schierate:
-  le  truppe siriane, con formazioni palestinesi,  nella  parte  settentrionale  ed  orientale
   del  Paese;
-  la  "Falange"  a  nord  di  BEIRUT;
-  l' esercito  regolare  libanese  (poche  Unità)   in  BEIRUT   Est  e  nelle  immediate 
   vicinanze;
-  gli  israeliani   a  Sud;
-  l' UNIFIL,  in  una  fascia  di  circa 10  Km.  Immediatamente  a  Nord  del  confine
   israeliano.
 
La  Forza  Multinazionale  (  USA - FRANCIA - ITALIA  ed  in  un secondo  tempo
GRAN BRETAGNA),   prende  il  controllo  di  BEIRUT  OVEST  con  il  compito  di
 
"costituire  una  forza  di  interposizione  in  località  concordate; assistere il Governo libanese e le sue Forze Armate  nel ristabilimento dell'ordine e della sovranità  nella zona di Beirut; tutelare la sicurezza della popolazione e porre fine alle violenze".
 
Ogni  Contingente  presidia  un  settore di Beirut:  a  Nord  i francesi,  al  centro  gli  italiani,  a  Sud  il  Contingente  USA ( area  aeroportuale).  Quello  inglese, giunto a Beirut in un secondo tempo,  verrà  dislocato  nella parte a  Sud-Est  della capitale.
 
      
 
 
 
 
  
 
 
Settori  dei  Contingenti
 
Il  settore  italiano,  con  un  perimetro  di  circa  30  Km e con una  popolazione  per  il  95%  sciita, ingloba i due  campi  palestinesi di CHATILA  e  BORJ  EL  BRAJNE'  abitati  complessivamente da circa 24.000  persone.
 
In  questa  seconda  missione  il  "GOVERNOLO"   sbarca  a  BEIRUT   il  27  settembre  e  si  schiera  subito  a  protezione  del  campo  palestinese  di  BORJ  EL  BRAJNE' abitato  da  15.000  palestinesi  che, dopo quanto accaduto a Chatila, temono di essere il prossimo obiettivo.  Il nostro ingresso nel campo infatti, ha provocato il terrore degli abitanti che fuggono urlanti. La disperazione lasciava subito il posto a manifestazioni di giubilo con lanci di riso nella nostra direzione appena riuscimmo a fare loro capire che eravamo militari italiani. Sanno di noi,  di cosa abbiamo fatto nelle precedenti settimane e come ci siamo comportati.
Forse non immaginavano che reparti della Forza Multinazionale si sarebbero schierati a difesa diretta delle loro case, meno  che meno che ad arrivare fossero i soldati italiani. Eravamo comunque desiderati ed i benvenuti.  "ONLY ITALY" scritto con il gesso sulle imposte di legno delle finestre delle case del quartiere ne era la dimostrazione.
I nostri cingolati hanno subito formato una cintura di sicurezza attorno al rione, costituendo posti di controllo mentre squadre di bersaglieri  si dislocavano in posti dominanti e pattugliavano, specie di notte, le tortuose viuzze dell'abitato.
Il 2° Battaglione Bersaglieri, nei soli trenta giorni di permanenza a  Borj El Brajné, oltre alla sicurezza  ha profuso tanta umanità e calore umano ed ha colmato con i propri medici alla  carente assistenza sanitaria del luogo. 
Di  ciò  ne  è  testimone  vivente  il  piccolo  GOVERNOLO   HIBRAIN  MUSTAFA'  ALI'  ZAN  ZAN,  cosi  chiamato  dai  genitori  perché  venuto  alla  luce  durante  una  notte  di  coprifuoco  grazie  al  tempestivo   intervento  di  una  pattuglia  di  Bersaglieri  comandata  dal  Ten. Sergio  CUOFANO  e  all'opera  del S.Ten. medico  Ferruccio  VIO (figlio  del Tenente Emilio  VIO  del  3°  Reggimento  Bersaglieri, decorato  al  Valore  Militare  sul  Fronte  Russo  quarant'anni  prima.  Buon  sangue  non  mente!).
 
                                                   Foto di postazioni
                                                               Bimbo Governolo
 
Il  26 Ottobre,  avvicendati  dai  Parà  della  "FOLGORE", i  Bersaglieri   sono destinati  alla  protezione  di  CHATILA  dove  resteranno  fino  al  termine    della  missione del  "SECONDO"  a  BEIRUT.
Presidi  di  "ceck point", posti  di  osservazione, pattugliamenti e  rastrellamenti costitu-
iscono la principale attività operativa in  atto senza  sosta  giorno e  notte per  garantire  la  sicurezza  degli  abitanti  dei  citati  "campi".
 
Di  particolare  rilievo  operativo durante la seconda missione del "GOVERNOLO" a Beirut va citato il  rastrellamento  svolto nel  febbraio  1983 in  una  vasta area  boschiva  attorno  al  campo  di  golf  a  Sud-Est  della  capitale  libanese, per  individuare la  zona  di partenza di un razzo contro  l'abitato  di  KHALDE' dove  era  in atto  un  "vertice" libano - israeliano.
Il rastrellamento si è concluso dopo poche ore  con  l'individuazione di  due  rampe di  lancio sul  tetto⁄terrazzo di  un  palazzo  fortificato e disabitato. Una rampa era vuota e sull'altra era montato un  razzo  tipo  Katiusha  predisposto  per  il  lancio  "a  tempo"    tramite  il collegamento  con   un  "timer" di  fabbricazione  cinese.
 
Oltre alla precipua attività operativa, durante la "LIBANO 2"  il  Battaglione Bersaglieri  "GOVERNOLO"  ha  anche assicurato  il  sostegno  logistico a favore  di  tutto "ITALCON"  fino  ai  primi  di  dicembre  quando ha  iniziato  ad  operare  il  neo  costituito Battaglione Logistico di  Raggruppamento, sorto  dal  graduale  adeguamento  e  rafforzamento della Compagnia  Comando  e  Servizi  del  Battaglione.  
Anche  durante  questa   missione  i  Bersaglieri  del  "SECONDO" hanno  dimostrato  grande  efficienza,  senso  di  disciplina,  spirito  di  sacrificio  e  la  consueta  grande  umanità  già  evidenziata  in  tante  altre  circostanze  in  cui  il  nostro  Soldato  si  era  reso  protagonista.
 
Il 3 marzo 1983 il 2° Battaglione "GOVERNOLO"  conclude la sua missione in Medio Oriente senza  dover lamentare perdita alcuna e rientra alla Caserma "CADORNA" dopo oltre sei mesi di assenza.
Durante la permanenza del Battaglione all'estero la città di LEGNANO è sempre stata vicina ai suoi Bersaglieri dimostrando loro affetto e riconoscenza  non solo accogliendoli festosamente al rientro ma stando loro  vicini durante il lungo periodo di lontananza. Ne sono la  testimonianza la solenne cerimonia voluta dal Comune di Legnano, il collegamento telefonico fra i bersaglieri a Beirut e le loro famiglie organizzato  dalla "Famiglia Legnanese"  la notte di Natale 1982 e, in particolare,  i rapporti epistolari mantenuti dagli studenti legnanesi con i i Bersaglieri a Beirut, frutto dell' azione di sensibilizzazione svolta presso gli Istituti scolastici  profusa dai Bersaglieri in congedo della locale Sezione " M.O. Aurelio Robino". 
 
                                               
                                                Foto cerimonia
 
Al 2° Battaglione Bersaglieri "GOVERNOLO"  il Comune di Legnano ha conferito la Cittadinanza onoraria con la seguente motivazione:  
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
I  BERSAGLIERI  DEL  "SECONDO"  IN  SOMALIA
 
OPERAZIONE "IBIS 2"
 
 
 
 
 
 
 
I Bersaglieri del 2°  Reggimento operano in Somalia dal 26 giugno al 9 ottobre 1993 inquadrati nella Brigata Meccanizzata "LEGNANO".
E' l'operazione "IBIS 2"  che il Contingente italiano conduce nel quadro della Missione "UNOSOM II"   sotto comando ONU.
 
Il  2°  Reggimento è al Comando del Colonnello Franco SCARAMAGLI.
Il Comandante del  Battaglione "GOVERNOLO" è, invece, il legnanese di adozione Ten. Col. Giuseppe FALOMI  che, in aderenza della programmazione nazionale, il 30 luglio verrà avvicendato  dal Ten. Col. Pierluigi SIMONELLI.
 
 
La Repubblica Somala nasce il 1° luglio 1960, poco tempo dopo la fine della decennale Amministrazione Fiducia di quel territorio affidata dall'ONU all'Italia.
L'unita statuale raggiunta  non fa però finire le ataviche rivalità tribali che caratterizzano i rapporti politici  interni dello Stato.  Il perdurare e l'aggravarsi di tali rapporti porta il Generale Siad Barre ad assumere il potere nel 1969 con un colpo di stato militare. In tal modo nasce la Repubblica Democratica Somala.
 
Fra le forze fedeli a Siad Barre e numerosi movimenti di opposizione, formati non tanto da partiti politici ma principalmente dai diversi clan esistenti, non tarda ad iniziare una vera e propria guerra civile.
Fra questi movimenti di opposizione i più importanti sono:
 
L' USC conquista definitivamente Mogadiscio nel gennaio 1991 ed il suo leader Ali Mahdi  è nominato Presidente provvisorio della nuova Repubblica Somala.
Alla lotta contro l'ex dittatore, che ha lasciato la capitale ma non la Somalia, si somma adesso la lotta interna all'USC  - per assumere la direzione del nuovo Stato - fra i clan che fanno riferimento ad Ali Mahdi  e quelli che si riconoscono nel Generale Aidid.
Al Nord nel maggio 1991 il SNM dichiara l'indipendenza della parte del territorio sotto il suo controllo mentre nel Sud regna l'anarchia generalizzata del tutti contro tutti.
Nel aprile 1992 nel Sud della Somalia capitolano le ultime forze fedeli a Siad Barre e quindi i vari clan vincitori possono ora concentrare tutti i loro sforzi nell'eliminazione reciproca. Nella capitale la lotta fra Aidid e Ali Mahdi si incentra sul controllo dei quartieri, delle singole abitazioni della capitale. La situazione della popolazione somala in generale e di quella urbana di Mogadiscio in particolare diventa tragica. Tragedia aggravata dalla pratica impossibilità di distribuire o di ripartire equamente gli aiuti umanitari che  giungono in grande quantità all' aeroporto ed al porto di Mogadiscio provenienti da molte parti del mondo.  
 
 
In presenza di tale critica ed insanabile situazione l'ONU interviene con ben 17 "Risoluzioni"  del Consiglio di Sicurezza e fra queste la Ris. N. 794 del 3 dicembre 1992 che autorizza il Segretario Generale e tutti gli Stati membri "ad usare tutti i mezzi necessari per la creazione, il più presto possibile, di un ambiente sicuro per le operazioni di  soccorso umanitario in Somalia", cioè ad agire secondo quanto disposto nel capitolo VII dello Statuto dell'ONU.
In tale scenario nasce l' operazione  "Restore Hope, sotto guida statunitense, in sostituzione della missione dell'ONU "UNOSOM"  ( UNITED NATIONS OPERATION IN SOMALIA) ritenuta inadeguata ad assolvere il  compito per l'esiguità delle forze a disposizione. Nell'ambito della "Restore Hope"  le  Forze  Armate italiane condurranno l'operazione "IBIS 1"  in atto dal  dicembre 1992 al  3 maggio 1993 quando, anche a causa dell'aumentata conflittualità fra i somali di tutte le fazioni e le unità americane, gli USA pongono termine alla "Restore" Hope" trasferendo la responsabilità delle operazioni ancora all' ONU che avvia la missione  "UNOSOM  II".
E' in  questo contesto che, dal 5 maggio 1993 al 23 marzo 1994, l' Italia conduce la missione denominata "IBIS 2" intervenendo con la Brigata Paracadutisti "FOLGORE" prima  e  con la Brigata Meccanizzata "LEGNANO" poi.
 
                                               Foto  del settore
 
Il settore inizialmente assegnato al Contingente italiano era profondo circa 350 Km.  da
Mogadiscio al confine con l'Etiopia, ed ampio circa 150 Km.
Le principali attività svolte dal Contingente nazionale sono dirette a ristabilire le condizioni minime di vita fra le popolazione locale. In particolare, scorta ai convogli con aiuti umanitari, distribuzione di viveri e medicinali, protezione dei depositi di materiale ancora da distribuire ed interventi sanitari a favore della popolazione.
Dal punto di vista strettamente militare, le attività si incentravano sul controllo dell'area di responsabilità, mediante pattugliamenti e posti di controllo fissi, rastrellamento di edifici e perquisizioni per realizzare il disarmo delle fazioni in lotta.  
 
 
  
                                             Foto   varie
 
 
 
 
 
 
 
Il  30  Agosto 2003, con la sospensione del Servizio Militare di Leva, decretato dal Parlamento, e con la costituzione delle Forze Armate  professional"i  a base volontaria, il 2° Bersaglieri viene ridotto a "Nucleo di Attivazione".
Compito del "Nucleo" è quello di procedere, in caso di emergenza, alla ricostituzione dell' Unità. Nel frattempo la Bandiera da Combattimento del Reggimento  è custodita dal Reggimento Artiglieria a
Cavallo di stanza a Milano.
In tale circostanza  l' Amministrazione Comunale ha concesso la Cittadinanza Onoraria al Reggimento con la seguente motivazione
 
 
 
 
                            
 
 
 
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