Legnano story - note personali
Precedente  |  Successivo ]     [ Su  |  Primo  |  Ultimo ]     (Article 187 of 293)
 
Come funzionano questi apparecchi detti Ufo?
28 02 2005 (Rubriche ⁄ Mistero e Insolito)
Il problema, indubbiamente colossale, è importante solo dal punto di vista scientifica e militare. Non certo dal punto di vista politico. Questi apparecchi “sono presenti” nei nostri cieli e operano intorno a noi. E’ questa la realtà indiscutibile. Non possiamo sapere ancora come funzionano? Che importa?
Ci sono: e bisogna sapere la cosa più importante: che cosa vogliono. Così dovrebbe ragionare oggi qualunque uomo politico. Avremmo potuto descrivere, nel 1700, il funzionamento di un apparecchio televisivo? O di un motore a reazione? O di una semplice automobile? O Certamente riusciremo a sapere come funzionano questi apparecchi; ma oggi dobbiamo dire onestamente che non lo sappiamo. Sarà compito degli scienziati e dei tecnici. Ma non bisogna giungere all’assurdo come fanno certi “scienziati” che, non sapendo dimostrare come funzionano questi apparecchi, dichiarano stupidamente che “non esistono”.
E’ facile immaginare come dai primi avvistamenti del 1944-45 tutte le Potenze abbiano incaricato Enti militari o scientifici di raccogliere documentazioni, fotografie, rapporti. Tutto questo è stato tenuto segreto. Troppo evidente che ogni Potenza avrebbe voluto (o vorrebbe) giungere per prima a scoprire il rivoluzionario funzionamento di questi apparecchi e ciò per potersene servire per propri scopri .
Perché tutte le fotografie scattate dai dilettanti, di dischi o astronavi, vengono dichiarate false? Perché gli Enti militari ne possiedono centinaia di già da molti anni. Riconoscere (ufficialmente) una fotografia come autentica, significherebbe riconoscere la realtà di questa aviazione.
Spiegabile, dunque, come tutte le varie teorie, e tutti gli studi eseguiti intorno a questa aviazione vengano tenuti segreti. Io stesso non potrei dire molte cose che so. Per questo motivo ritengo superflua una elencazione delle varie teorie e ipotesi formulate in proposito. (Plantier, Wilbur Smith, Pagès, Kraspedon, Cramp, Van der Berg ed altri).
D’altra parte questo studio non si propone di compiere una indagine sul funzionamento di questi apparecchi. (Ciò sarebbe ingenuo). Questo studio cerca di spiegare che cosa significhi la presenza di questa aviazione. Tuttavia, con parole semplici, darò una idea di come > funzioni un disco1. In un disco di pochi metri cubi, è contenuto un potenziale elettrico gigantesco, pari a quello di una Centrale Elettrica di una grande città. Questo potenziale elettrico non è dal disco; mal’apparecchio è stato preventivamente di questa energia, da una astronave porta-dischi.
(Astronave che invece questa forza elettrica).
Il disco ha quindi una AUTONOMIA LIMITATA, dato che deve sempre TORNARE alla Astronave per essere ricaricato di energia statica.
Questa energia caricata sul disco è contenuta in quattro pile disposte a forma di . Pile che permettono a 45°, di raggi catodici con raggi anodici. E’ nota la proprietà che hanno i raggi catodici, di decomporre l’atmosfera che attraversano e di far ritornare allo stato eterico gli elementi che compongono l’atmosfera stessa. A questa proprietà si aggiunge l’incrocio con i raggi anodici. Questa energia l’atmosfera circostante. Ciò significa che l’atmosfera diviene un gas (o plasma) in cui si trovano liberi . ( Gli ioni sono atomi che hanno perduto o acquistato un elettrone).
Il disco, emettendo questa energia, ionizza l’atmosfera. E viene a trovarsi in una bolla (per così dire) di vuoto atmosferico. In tal modo può rimanere sospeso nello spazio. Proiettando l’energia disintegratrice in avanti ( o in alto, o in basso, o indietro) il disco viene spinto ( o in alto, o in basso, o indietro) DALLA STESSA PRESSIONE ATMOSFERICA, in una specie di canale di aria ionizzata, ( o plasma).
Per questo motivo il disco non deve affrontare né la né >.
Può virare ad angolo retto; può invertire bruscamente la rotta; può passare, di colpo, dal volo orizzontale al volo verticale. Il disco viaggia (per così dire) nel vuoto con una propria gravità determinata dalla pressione atmosferica contenuta nel disco stesso.
I piloti non si accorgono di alcun movimento come avviene a chi viaggia in sommergibile. Il disco utilizza pure le correnti magnetiche e cioè quelle che esistono intorno al Pianeta e che vanno da un Polo all’altro. (Correnti che, naturalmente, bisogna , così come un navigatore marittimo deve conoscere i venti e le correnti marine).
Come può l’astronave produrre ? Si ritiene lo faccia con la fusione del plasma, fino a che è possibile trovare elementi nello spazio cosmico. Nei viaggi interplanetari si ritiene venga sfruttata invece l’energia solare e cioè i raggi fotonici. Le astronavi devono poi sfruttare le correnti magnetiche e cioè quelle esistenti tra Pianeta e Pianeta. Le astronavi dunque del campo magnetico dei diversi Pianeti che costituiscono dei veri e propri scali magnetici, (degli aeroporti potenziali nello spazio).
L’astronave viaggiare da Pianeta a Pianeta. La Terra costituisce uno di questi scali magnetici, necessario come tappa intermedia per viaggi interplanetari. Questi apparecchi ( tanto i dischi che le astronavi) sono costruiti con leghe di metalli leggerissimi ma durissimi. Leghe di metallo che assumono a volte l’apparenza di materia plastica o anche di cristalli. ( gli oblò dei dischi, per esempio, sembrano di vetro ma in realtà sono di un metallo trasparente). Queste leghe di metalli non sarebbero tutte riproducibili nell’ambiente terrestre ove ad esempio lo zero assoluto non può scendere oltre i – 273°.
Il disco ha un sistema di propulsione diverso dall’astronave e non compie viaggi interplanetari di grande estensione.
Il disco viene dalla pressione atmosferica. L’astronave viene attirata (o respinta) da correnti magnetiche. condizioni ambientali) è possibile scendere a - 500° e anche a - 1.000° gradi sotto lo zero. A queste temperature i metalli diventano gas e in tal modo sono possibili leghe speciali. Sarebbe superfluo voler continuare ad inoltrarsi in un labirinto di ipotesi. Come ripeto la costituisce la via che ci condurrà a molte scoperte. Sono noti gli esperimenti fatti in Inghilterra con l’apparecchio
Si è tentato la fusione del deuterio e cioè dell’idrogeno pesante che si trova nell’acqua del mare (un litro d’acqua di mare contiene una energia potenziale pari a 300 litri di benzina). Per queste bisogna ottenere temperature dell’ordine di milioni di gradi (sia pure per un tempo brevissimo). Bisogna pure creare una specie di e cioè un recipiente fatto di linee di forza, che possa racchiudere in se questa reazione che nessun recipiente potrebbe contenere. L’apparecchi non si è mai dimostrato capace di una chiusura ermetica ed è sempre stato danneggiato dal plasma. (Ripeto ancora : il plasma è un gas fortemente ionizzato; in cui si trovano, cioè, molti elettroni liberi e molti ioni. Gli ioni sono atomi che hanno perduto od acquistato un elettrone).
Fino a qualche tempo fa si riteneva che il moto del plasma fosse in un modo, poi si cominciò a credere che il moto del plasma fosse invece un altro. Il 14 marzo 1963, nel laboratorio di Frascati, i fisici italiani Prof. Ascoli e Mazzuccato, riuscirono ad ottenere le prime fotografie del moto turbolento del plasma.
IL LASER significa ( amplificazione della luce mediante emissione stimolata di radiazioni). Questo raggio appare all’occhio umano come un filo di luce rosso scura, perché esce da un cristallo di rubino (rubidio). La fonte luminosa viene prodotta da quattro lampade allo Xenon, collocate parallelamente ad un cilindro di rubino, lungo quindici centimetri e dello spessore di una grossa matita. Le lampade producono lampi collocati a 2.000 Joules di energia luminosa; (pari cioè a quella che emetterebbe un lampadina di 2 milioni di Watt).
Il principio del LASER è che la luce bianca delle lampade allo Xenon eccita atomi di cromo nel rubino, ad uno stato più alto di energia. Quando questi atomi, cessato lo stimolo, tornano allo stato normale, emettono una energia luminosa con un’onda di 6.934 Angstrom; (sono raggi di colore rosso scuro). Questa luce rimbalza entro il cristallo e solo quella parte che infila un minuscolo foro, sfugge, poi ad una delle due estremità del cristallo di rubino. Questo raggio è così sottile che sulla Luna arriverebbe come un disco di soli 3 Km. Questa luce cioè rimane raccolta, non si espande come avviene per le normali fonti di luce. Pertanto questo raggio può essere trasmesso nello spazio con un minimo di dispersione, e può servire per comunicazioni, per trasmissioni di energia e per distruggere qualsiasi oggetto. E’ il famoso ; che oggi viene studiato soprattutto per poter distruggere missili e satelliti artificiali , e come mezzo di comunicazione con i sommergibili in immersione. Le fotografie di Frascati sono state prese in un periodo brevissimo: quattro milionesimi di secondo. La scoperta che il plasma abbia un movimento deve considerarsi purtroppo, un fatto negativo ai fini delle possibilità di .
 
(Giacché per questa fusione è necessario tenere fermo e confinato il plasma in uno spazio ristretto, onde mantenere costante una temperatura di decine di milioni di gradi ed evitare le perdite di energia derivante dalla dispersione del plasma stesso). Ma può essere considerato positivo il fatto di avere avuto la prova del moto turbolento del plasma. Anche il LASER dunque è uno strumento che può servire a farci intuire come raggi mortali siano già in possesso dell’aviazione esterna. Mediante questi raggi è stato possibile, infatti, a questa aviazione metter fuori uso bombe atomiche, provocare incendi etc. etc. In sostanza si può dire che noi abbiamo perfettamente intuito come ESISTANO MEZZI SCIENTIFICI PER GIUNGERE ALLA NAVIGAZIONE ELETTROMAGNETICA ED ALLA COMPLESSA STRUMENTAZIONE POSSEDUTA DA QUESTA AVIAZIONE NEL CAMPO OTTICO, ACUTSTICO E MAGNETICO. Abbiamo compreso che noi pure giungeremo a queste scoperte e che pertanto l’aiuto dei piloti esterni (da un punto di vista scientifico), ci sarà utilissimo. Ma è necessario mutare la nostra ; che tende a fare di ogni scoperta scientifica, uno strumento di morte per il .
(a cura di Enrico Baccarini, su note del Console Alberto Perego)
fine pagina