Legnano story - note personali
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“PER GUARIRE FACEVANO COSI’…”
Tutti sanno che una volta ci si curava in casa, con l’aiuto dei parenti o dei vicini di casa e, sovente, solo ricorrendo a quanto la natura e la casa offrivano. Se il male persisteva o peggiorava si ricorreva a chi conosceva le proprietà delle erbe (parroco e maestro, anziani o persone con doti particolari). In caso di lussazione o fratture si andava dai “Rabeilleur” e, in presenza di alcune malattie, da chi si sapeva aveva ricevuto “lou Secrét”.
A giustificare gli esiti non desiderati delle lacune umane c’era sempre la rassegnazione delle culture semplici e la Fede che portava ad accettare con più coraggio e forza i dolori, le invalidità gravi e, in casi estremi, anche la morte..
I nostri vecchi non amavano molto i medici, ma a differenza dei giovani avevano una grande confidenza con la morte ed una strana rassegnazione di fronte alla sofferenza e siamo ancora oggi d’accordo con loro quando, come un proverbio, ci ricordano che “i migliori medici sono la dieta, il riposo e l’allegria; e che i rimedi vanno presi a tempo e che i rimedi poveri, quelli della medicina popolare, a volte potrebbero ancora servire”.
Ecco le loro testimonianze.
REUMATISMI
Bottan Pierina, classe 1916, ci dice: “Avevo sedici anni e cominciavo a soffrire incredibilmente di reumatismi. Mi si gonfiavano le ginocchia, le caviglie, il gomito, i polsi, non potevo più dormire, né di giorno né di notte, per tremendi dolori alla spalla ed alla spina dorsale. Il medico diceva di ungere le parti doloranti con pomata preparata in farmacia e di prendere certe pastiglie di gusto più che sgradevole e di colore nerastro. Nessun miglioramento! Oramai mi muovevo solo più con due bastoni o trascinandomi dal tavolo alla sedia o al letto. Che fare? Un giorno mia mamma, Cesarina Savin, prese dal fienile un sacchetto di fieno fresco – quel fieno che rimane sul pavimento, quando si sposta il fieno, e che è formato da semi, petali e frammenti di foglie secche – in patois “Lou Fieusin”. Lo mise in un grosso paiolo di ghisa e lo fece scaldare quasi al punto da prendere fuoco, poi lo versò su un rozzo telo o lenzuolo di canapa grezza e mi fece adagiare sopra quando era ancora molto caldo. Dopo un’ora o due tornavo a camminare e l’operazione, a distanza di sei-sette ore, fu ripetuta ben tre volte. Cominciai a stare meglio e poi guarii del tutto. Verso i quarant’anni ripresi la cura, che ancora si rivelò efficacissima, ed ora, a settantotto anni, trascino ancora la mia carcassa discretamente bene, dopo aver allevato tre figli e aver vissuto lavorando in campagna, in fabbrica e sempre a casa”.
TOSSE
Per far passare la tosse, il raffreddore, la febbre ed il nervoso, si faceva bollire una manciata di fiori di tiglio in una scodella d’acqua. La tisana bevuta lentamente ben calda, ben zuccherata, faceva dormire, staccava il catarro, invitava al sonno e quasi quasi a guarire.
Fa bene per la tosse, prendere prima di addormentarsi un pò di zucchero bagnato con grappa.
Altri invece consigliano sì lo zucchero, ma inumidito con olio di oliva.
A scuola, quando tutti tossivano, i maestri dicevano: - La tosse passa se vi forzate di non tossire!, e posavano sulla stufa una scatoletta piena di resina liquida di larice e di abete. Sovente poi, bruciavano anche rametti di Lourì et erba biantsi - Lauro e Assenzio (Lauro nobilis – Artemisia absinthium).
Ora…, c’è chi si domanda se quel fumo e quel profumo servivano veramente per la tosse o non piuttosto per togliere un pò la puzza emanata dai piedi bagnati, dagli zoccoli e dalle calze che asciugavano intorno alla stufa.
Prezioso consiglio per chi aveva la tosse era di mettere in bocca una zolletta di burro passata nello zucchero. Il burro, fondendo lentamente, faceva staccare il catarro, leniva il bruciore alla gola e lo zucchero toglieva al burro quel senso di grasso e di disgusto.
Le nostre nonne dicevano: - Prima di andare a letto e di coprirvi ben bene, bevete una scodella di latte e miele e vedrete che vi alzerete quasi quasi guariti!.
Malattie e cure di un tempo
MALATTIE DELLA PELLE
Per tutte le malattie della pelle, per prima cosa si cercava di purificarsi il sangue bevendo decotti di radicchio, cicoria, nei quali era stata messa anche una manciata di riso. Consigliata la tisana di Foille de quédra - Foglie di nocciolo – noisetier (Corylus Avellana).
USTIONI
In caso di ustioni, per prima cosa si lavava con acqua fredda la bruciatura, poi si applicavano sulla parte dolorante fette sottili di patata. Non guariva la piaga? La coprivano con una patina leggerissima di burro fuso, oppure sbattevano Lou bianc de l’è – L’albume dell’uomo con olio ed acqua fino ad ottenere una schiuma candida e leggera; poi l’applicavano sulla parte scottata. Altri usavano resina d’abete lavata nove volte nell’acqua.
PER LE CONTUSIONI
Quando eravamo bambini e prendevamo una botta in testa o da un’altra parte, per prima cosa mettevamo sulla parte dolorante qualcosa di freddo: un cucchiaio, un martello, una pietra, una pezzuola bagnata nell’acqua fredda.
Se incappavamo in un incidente e ne riportavamo lussazioni, contusioni, ematomi, cosa facevamo per lenire il dolore? Applicavamo una manciata di foglie De Merfeuil – Achillea Millefoglie (Achillea Millefolium) schiacciate e bagnate con grappa o anche solo con aceto.
CONSIGLI PER NON PRENDERE I REUMATISMI
Non bere liquidi freddi o ghiacciati dopo una corsa, un lavoro pesante o se si è sudati. Non fermarsi all’ombra o alla corrente d’aria quando si è stanchi. Non tenere addosso indumenti bagnati. Dicevano: Mieill noui que dyisoui – Meglio nudi che coricati.
Dopo la mungitura, nella stalla, non lavarsi le mani o sciacquare il secchio nell’acqua fredda della fontana.
D’inverno, prima di andare a lavare alla fontana, ungersi bene le mani con la sugna.
Quando si ritorna dal bucato, passare le mani sulla fiamma ottenuta da giornali o rametti di ginepro o lauro e fregarle con grappa.
Non bagnarsi troppo nei giorni delle mestruazioni.
Non stare a lungo seduti o coricati su terreno e erba bagnati e non indossare biancheria non ben asciutta.
COMINCERO’ A FARE …UN PO’ DI DIETA DOMANI !
Salta un pasto e fai l’altro leggero e vivrai in salute per davvero.
Chi vuol vivere sano e lesto, mangi poco e ceni presto.
Il formaggio fa bene, quando viene dato da mano avara.
La dieta è la prima medicina.
Vale di più un buon sonno che un buon boccone.
Chi va a letto presto e si alza di buon’ora, manda il medico in malora.
Sole di marzo, aria di fessura, diritto a sepoltura.
La migliore medicina per i denti è il dentista.
L’intemperanza e la tensione mantengono farmacisti e medici.
…E per finire ecco la prima regola dei nostri nonni per stare sani: “sapersi mantenere occupati ed interessati a qualsiasi cosa”.
Malattie e cure di un tempo
 
La medicina moderna sembra talvolta volere cancellare anni di osservazioni e di esperienze dei nostri vecchi: è la legge del progresso e del tempo ma, come il bel Quaderno di cultura alpina sui rimedi antichi a Champorcher ci ha mostrato, la medicina di una volta non scomparirà mai del tutto.
L’Abbé Pierre Chanoux, grande amico dei fiori, diceva:
“Le virtù delle piante sono tante e tante, anche se ad ogni dolore pone rimedio solo il Signore!”
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