Sacro Monte
Corre l'anno 1884 l'ingegner cavalier Enea Torelli lancia l'idea di favorire "i touristes" nella conquista del paesaggio varesino con un pubblico mezzo di trasporto. Una sera del carnevale del 1884, al Teatro Sociale di varese, esterna a Paolo Cantu', uno dei piu' valenti ingegneri della citta', le sue idee circa l'allacciamento mediante ferrovia tra Varese, il Sacro Monte e il campo dei Fiori: "Il turista potra' godere di un panorama divinamente bello e Varese usufruire delle laute risorse dell'industria che ne derivera'". Affida quindi a Cantu' l'incarico di progettare una ferrovia a scartamento ridotto a semplice aderenza che da piazza Beccaria si spinga sotto la vetta del Campo dei Fiori sino alla localita' Pozzolo. L'ideatore e il progettista presentano al Comune le tavole e la relazione della Varese - Sacro Monte - Campo dei Fiori con due varianti. La prima consistente in un tracciato che dopo aver toccato Sant'Ambrogio e Robarello, si sviluppa nella valle del Vellone avvicinandosi a Velate; la seconda nella valle dell'Olona sino a Rasa di Velate, con lunghezza di oltre 10 chilometri sino al Sacro Monte e pendenza non superiore al 40 per mille.
Ma i consiglieri comunali messi in allarme dall'enorme costo dei lavori, provocano la caduta della prima proposta e annullano in un sol colpo la seconda, asserendo che, per godere del paesaggio, una linea di 10 chilometri, e' una esagerazione
Riappare intanto alla ribalta del consiglio comunale l'ingegner cavalier Torelli, sin troppo conosciuto per la sua capacita' e la sua tenacia. Verso la fine del 1888 prepara un progetto completo in dettaglio per una ferrovia dentata, sistema Abt, da Robarello al Sacro Monte e al campo dei Fiori, con un raccordo a una ferrovia a semplice aderenza da Varese a Robarello. Temendo forse le stesse difficolta' che avevano fatto naufragare il primo e volendo presentare un progetto che, per la lieve spesa di costruzione, impieghi il piu' breve tempo possibile, studia quello di una funicolare a contrappeso d'acqua tra Robarello e la prima Cappella, sullo stesso sistema di quella della stazione di Lugano.
Questo secondo progetto e' accolto e discusso con il piu' vivo interesse e subito dopo si parla di aggiungere alla funicolare una linea di tram per allacciare Robarello a Varese. Questa accoglienza induce Torelli a sopprimere l'incompleto progetto della ferrovia a elevazione d'acqua per mettere in campo quella di una funicolare - sistema Ferretti - da Robarello al Sacro Monte, raccordata la stazione FNM di Varese, mediante una linea di tram a cavalli. Torelli costituisce una societa' Anonima per la costruzione e l'esercizio della ferrovia mentre la spesa viene calcolata a poco meno di un milione.
La cittadinanza si appassiona: ovunque se ne parla e se ne discute. Il nome del cavalier Enea e' sulla bocca di tutti. Enti pubblici e privati offrono il denaro per la costituenda societa' e la Banca di Varese preannunzia che coprira' da sola un decimo del valore delle azioni necessarie, quando un gruppo di banchieri sottolinea che il cavaliere ha modificato il progetto della linea a vapore in ippovia. Torelli spiega che tale modifica e' stata studiata per risparmiare. Ma nulla puo' la sua dialettica e l'uomo del giorno viene sconfitto per la seconda volta. Il 17 agosto 1890 l'ingegner Ferretti e il dottor Bosis presentano il comitato promotore per una tramvia elettrica e la funicolare; la citta' si divide tra il "partito ferretti" e il "partito Torelli". Ma la commissione esecutiva (e gli azionisti), la cui pazienza e' gia' stata troppo provata, affidano all'ingegner Crippa l'incarico di studiare un progetto completo di ferrovia che porti da Varese a Robarello e Luino. Verso la fine del 1892, si comincia finalmente a aparlare di un accordo con la ditta Schuckert di Norimberga e, poco dopo, la commissione esecutiva sceglie definitivamente il sistema elettrico per la trazione, "sistema che in pochi anni si e' fatto una grande strada, sia per il funzionamento perfetto sia per la dimostrata convenienza". Il 16 dicembre 1894 viene legalmente costituita la Societa' Aninima Varesina per una tramvia Varese - Prima Cappella. Presidente della societa' e' nominato il ragionier Francesco Croci.
Recensione delle opere dell’artista Gino Albe’
Ognuno di noi ha qualcosa di unico e particolare che lo contraddistingue da tutti gli altri.
Ognuno di noi possiede delle doti che una volta scoperte e coltivate fanno si che la vita abbia maggior significato.
L’artista Gino Albe’ ha il talento di dar vita, attraverso le forme dei suoi quadri - sculture, a delle immagini, a delle scene, che spesso appartengono al sogno, o al simbolismo onirico dei racconti mitici.
L’artista stesso scrive: La mia ricerca ...dar vita .... alla materia.
Interpretando quanto lui stesso scrive, e osservando i suoi quadri, possiamo dire che il desiderio profondo e’ quello di rendere visibile e comunicabile, attraverso le immagini, talvolta simboliche e metafisiche dei suoi quadri, i sentimenti, le passioni: la materia impalpabile che scorre e travaglia l’animo umano.
Sembra infatti da come in una visione onirica, o come in un racconto mitico, le sue opere comunichino a un primo sguardo su di loro, la complessita’ dell’amore, per esempio nel quadro “Legame” o “Fiore del peccato” o ancora “ Nudo sdraiato” o “Malizia nel bosco”.
La forza degli istinti Eros e Thamatos (amore e morte) nelle Carmen e ne Trionfo.
I desideri di libertà e un senso dell’eterno in “Veliero” e “Montagna”.
Ognuno di noi poi coglie attraverso la particolare sensibilità del proprio animo e in modo soggettivo l’emozione che l’opera artistica ci comunica, se si riesce a fermarsi e ascoltare.
Marisa Tomasini
Laureata in filosofia
Specialista in psicologia.