L-carr1.DOC
Celebrazioni storiche dell'816° anniversario della Battaglia di Legnano
Manifestazioni di rito
Giovedì 30 aprile, ore 21
Basilica San magno: Cerimonia di riconsegna della Croce di Ariberto da parte della Contrada detentrice
Piazza San Magno: Emissione del bando da parte del supremo magistrato
Sabato 9 maggio, ore 21
Piazza San Magno: Investitura civile dei Capitani delle Contrade. Presentazione delle Castellane. Iscrizione delle Contrade al Palio. Allocuzione del Supremo magistrato.
Venerdì 22 maggio, ore 21 a Milano
Veglia della Croce nella Basilica di San Simpliciano
Venerdì 29 maggio, ore 21,30, Piazza Monumento
Cerimonia ufficiale per le celebrazioni dell'816° anniversario della battaglia di Legnano.
Domenica 31 maggio
ore 10, Palazzo Malinverni: Ricevimento delle autorita dei gonfaloni dei comuni della lega Lombarda.
Ore 10,30, Piazza San magno: Santa messa solenne sul carroccio. Investitura religiosa dei capitani. Volo dei Colombi. Benedizione dei cavalli e dei fantini.
ore 14.30: Sfilata storica delle contrade; percorso: Piazza Carroccio, via Ratti, Corso magenta, piazza San magno, Corso Garibaldi, Via Verdi, Corso Italia, sottopasso, piazza del Popolo, via Venegoni, via XX settembre, stadio comunale.
ore 16.30: stadio comunale G. Mari: Parata in campo. Onori al carroccio. carica della Compagnia della Morte.
Palio delle contrade: corsa ippica a pelo per la conquista della croce di Ariberto e proclamazione della contrada vincitrice.
Sabato 6 giugno, ore 20,30, Basilica San magno. Traslazione della croce di Ariberto alla chiesa della contrada vincente.
)
La sera del 29 maggio 1176 drappelli di cavalieri del rosso si disperdevano nelle campagne legnanese e venivano sopraffatti dai fanti della Lega Lombarda.
Correva anche la voce che l'Imperatore Federico Barbarossa di Svevia detto appunto il Rosso fosse stato ucciso, travolto dai cavalli e dagli armati, in un groviglio di corpi, lance e spade. Nulla di piu' errato: l'Imperatore era fuggito a Pavia, suo punto di riferimento dell'attacco ai comuni della lega lombarda.
Legnano ha sempre rappresentato per poeti, storici, musicisti e pittori il primo capitolo della lotta per l'Indipendenza. E con una certa visita di Giuseppe Garibaldi a Legnano nel lontano 1862, si posero le basi per la costruzione del monumento al Guerriero, dello scultore Enrico Butti, inaugurato il 29 maggio 1900. Seguirono varie manifestazioni di rievocazione, che sfociarono nel primo carosello storico nel 1935.
Ma per capire le origini di questa manifestazione, bisogna fare un salto indietro di 800 anni, risalendo all'eta' dei Comuni. Comuni che già' si erano solidamente riuniti in Lega nel 1167 e che il barbarossa salto indietro di 800 anni, risalendo all'eta' dei Comuni. Comuni che già' si erano solidamente riuniti in Lega nel 1167 e che il barbarossa osteggiava. L'Imperatore agli inizi del 1176, muoveva verso Milano con migliaia di uomini e con l'intento di distruggerla. Da pavia, sua roccaforte, parti' un attacco che inizialmente, ebbe per i Comini effetti devastanti. Ma il 29 maggio 1176, la cavalleria imperiale subi' una pesantissima sconfitta da parte dello schieramento lombardo.
Un drappello di 900 uomini, la COMPAGNIA DELLA MORTE, sotto la guida di Alberto da Giussano difese il Carroccio, che divenne simbolo di liberta'.
Teatro dell'epica battaglia fu la periferia Ovest di Legnano, zona cascina Mazzafame. Il tiranno, sconfitto ma non ucciso, si salvo' e si rifugio' a Pavia presso la moglie Beatrice di Borgogna. Con la pace di costanza del 1183 venne sancita l'autonomia di Comuni. Successivamente il Barbarossa si dimostro' abile tessitore, riconoscendo il potere del papa e stringendo patti segreti con le citta' a cui anni prima aveva dichiarato guerra. Concesse la liberta' e privilegi in cambio della sua autorita', una autorita' forte come il suo progetto di monarchia universale, ponendo cosi' le basi per l'assetto federale. Dal 1393, la rievocazione della battaglia di Legnano, Diventa festa religiosa.
Durante questa celebrazione si snoda una processione verso la chiesa di San Simpliciano a Milano. Un cronista del '300, Galvano Fiamma, con un po' di sano patriottismo ci narra di tre colombe bianche che si librano dalle tome dei santi protettori di Milano e si posano poi sul pennone del Carroccio, premonitrici della vittoria. Al centro del Carroccio sventola lo stendardo della lega e suona la campana, la Martinella, il cui rintocco e' un ulteriore incitamento alla lotta.
Fra la meta' dell' 800 e gli inizi del '900, Giuseppe Verdi con la Battaglia di Legnano e Giosue' Carducci con la sua ODE danno rilievo artistico al valore storico della Battaglia di Legnano. Nel 1935 nasce la festa popolare, che prevede il palio Ippico disputato dalle otto contrade: FLORA, LEGNARELLO, SANT'AMBROGIO, SAN BERNARDINO, SAN DOMENICO, SANT'ERASMO, SAN MAGNO, SAN MARTINO. Questa tradizione si interrompe a causa degli eventi bellici, per riprendere nel 1952, offrendo ogni anno uno spettacolo di grande valore folcloristico.
La reggenza di ogni contrada e' affidata a un gran priore, un capitano, una castellana. I loro compiti sono diversi: al gran priore e al capitano spetta la scelta del miglior cavallo e del miglior fantino per assicurarsi la vittoria del Palio delle Contrade. La castellana si dedica invece all'organizzazione della sfilata, all'abbellimento dei costumi e al coordinamento dell'attività' delle dame di contrada. Tutto ciò' servira' a rendere la sua, la piu' elegante fra tutte le Contrade.
Vincere un Palio significa poter vantare l'onore di custodire, per un anno, nella chiesa della contrada, la Croce di Ariberto d'Intimiano, croce il cui originale e' custodito nel Museo del Duomo di Milano. Dopo tanti preparativi, come si svolge il giorno del Palio? Momento fra i piu' toccanti e' quello della Santa messa che viene celebrata al mattino sul Carroccio opportunamente sistemato ai piedi del Sagrato della basilica di San magno.
Alla Messa partecipano tutte le autorita' civili, i rappresentanti delle contrade (Gran Priori, capitani e Castellane) e sono presenti il gonfalone di Legnano e quelli delle citta' della Lega.
La celebrazione raggiunge il suo momento piu' intenso ed emozionante quando il sacerdote libera le tre colombe bianche. La tradizione vuole che la direzione del volo profetizzi a vittoria. Al volo delle colombe segue la benedizione dei cavalli delle otto contrade, i quali correranno nel pomeriggio il Palio. La complessa macchina organizzativa di tutta la manifestazione, la Sagra e Palio, gravita attorno a tre personaggi:
Il Supremo magistrato (sindaco di Legnano)
Il Gran Maestro del Collegio dei Capitani
Il Cavaliere del Carroccio.
Alcuni documenti indicano la nascita dell'antico Borgo di Legnarello anteriore al VIII° secolo. Diede i natali a uomini e artisti di cultura ( Lampugnani e Corio ) e fu dimora di nobili personaggi, come Donna Consuelo dei Melzi D'Eril, di origine spagnola e di leggendari uomini d'arme, come Idalgo don Pedro Torquemada che usava vestire una cappa per meta' rossa e per meta' gialla. Fu lui ad issare nella sua prima dimora, sul monticello detto oggi dei Ronchi, la bandiera giallo rossa. Storicamente si puo' considerare la prima contrada di Legnano, trovando dei riferimenti nel codice longobardo dell'anno 789, in cui si accennava a una donazione, dell'Arcivescovo di Milano, dei possedimenti in SURRE PROPRIETARIO MOSTRE IN LEUNIANELLO.
Il simbolo della contrada e' il sole raggiante nel quale e' raffigurata una croce orientale. Una leggenda vuole che durante la tragica peste del 1621, alcuni legnarellesi, per scampare alla mortale malattia, si ritirassero, isolati, in una cascina sita nell'attuale via Canova, salvandosi cos' dal micidiale morbo.
VITTORIE
1936 1952 1953 1954 1965 1966 1983 1989 1991
E' la contrada nel cui territorio, presumibilmente, avvennero i fatti d'arme della Battaglia di Legnano e cioe' tra il tratto di campagna tra i rioni di Ponzella e Mazzafame.
I colori sono il BLU e il ROSSO: simboleggiano rispettivamente, la gloria militare e il sacrificio del sangue dei difensori del carroccio. I fiori che trapuntano il vessillo ci richiamano a un periodo tramandato dalla leggenda: le donne della contrada avrebbero accolto il vittorioso esercito della Lega gettando fiori in segno di trionfo e letizia.
Il nome della contrada deriva da quello di un'antica costruzione merlata, la Cascina Flora.
Nel suo territorio sorge la chiesa dedicata ai martiri trentini Sisimio, Martirio e Alessandro, sepolti nella chiesa di San Simpliciano a Milano che venivano festeggiati in quel sabato 29 maggio 1176, quando si accese la battaglia.
La sfilata storica e' aperta dalla caratteristica banda composta da 13 elementi tra trombe e tamburi
VITTORIE
1938 1960
Il territorio di Sant'Ambrogio e' uno dei piu' antichi della citta', denominato in passato Borgo di Maragasc, termine dialettale per indicare i fusti del granoturco conservato dai contadini, che in queste zone si insediarono fin dai secoli scorsi, per farne materiale da ardere.
La chiesa di Sant'Ambrogio, risalente al XII° secolo, sorge a pochi passi dal maniero. San Carlo Borromeo decise di adibirla a scuola dei disciplini e, durante i lavori di ampliamento, venne scoperta la salma dell'Arcivescovo Leone da Perego, morto a Legnano nel 1257 e sepolto sotto il portico della chiesa. Il fatto suggeri' i colori della contrada: il verde e il giallo simboleggiano infatti il bronzo e l'oro del tesoro che, secondo la leggenda, venne sepolto insieme al prelato ma che non fu mai ritrovato. Al centro del gonfalone campeggia San'Ambrogio raffigurato come sull'altare d'oro della basilica milanese dedicata al Santo. Sant'Ambrogio impugna nella mano destra lo staffile, simbolo della contrada, che durante la sfilata storica viene portato a mano da un giovane in costume. I ricami del gonfalone sono tratti da un arazzo del dodicesimo secolo.
VITTORIE
1962 1968 1986 1988
Il nucleo dell'abitato della contrada e' situato nell'oltre stazione e si estende fino alla chiesetta edificata verso la fine del 1400 a ringraziamento dello scampato pericolo da una epidemia pestilenziale.
All'interno della chiesetta e' custodito un prezioso affresco attribuito a Giovan battista Crespi, detto il Cerano. La bandiera e' a colori rosso e bianco. La leggenda parla di un antico Capitano che avrebbe mandato a morte una innocente fanciulla se le campane non si fossero messe, da sole, a dare l'allarme con suono a martello. La veste bianca della donna, arrossata dal sangue, divenne la bandiera dei salvatori. Il bianco e' simbolo della luce e della purezza; il rosso e' simbolo della vita e della regalità'. Simbolo di contrada e' il sole raggiante a otto punte nel quale e' iscritta la sigla N.B.S. Nostro Bernardino Santo. Nel maniero di contrada e' stata creata una biblioteca con piu' di tremila volumi divisi per argomento. La biblioteca e' aperta al pubblico e viene consultata da contradaioli e da ragazzi delle varie scuole.
VITTORIE
1956 1959 1961 1978 1980 1982 1985
Unica contrada i cui confini sono circoscritto da altre contrade, pertanto senza possibilità' di invasione. San Domenico e' uno dei rioni piu' antichi della Legnano medioevale ed era anticamente chiamata Contrada delle Frasche per il verde rigoglioso dei suoi campi. Nel territorio un tempo sorgeva il convento di Santa maria degli Angeli con l'omonima chiesa e, nell'attuale Corso Garibaldi, il palazzo dei pittori Lampugnani dei quali oggi e' rimasta la Cascina dei caccia detta la Colombera. La chiesa parrocchiale, eretta in stile romanico-lombardo ai primi del novecento, ha preso il posto della vecchia chiesina dell'oratorio. I colori della bandiera sono il bianco e il verde e la contrada collega questi colori a un rinvenimento dei resti di soldati, nell'erba da parte di un cane bianco che e' raffigurato anche nello stemma con una fiaccola in bocca, che sta ad indicare la laboriosità' e la fedelta' della sua gente.
VITTORIE
1935 1972 1981 1984
La leggenda di Sant'Erasmo e' collegata alla storia del convento di Santa Caterina dove abito' e scrisse le sue opere Bonvesin della Riva. Il corvo, simbolo della contrada e che tutti gli anni sfila per il corteo storico, posato sul braccio di un armigeno a cavallo, ricorda il nero volatile che, secondo la tradizione, si recava costantemente a visitare i vecchi eremiti del Colle di Sant'Erasmo, portando loro pane e companatico prelevati dalla dispensa del convento. L'esistenza di un ospizio ove sorge l'attuale edificio e' comprovata da scritti risalenti al 1300 e, secondo la leggenda, il fondatore fu Bonvesin della Riva.
All'interno della chiesetta, ora parrocchia con giurisdizione sull'ospedale civile che sorge accanto all'ospizio, sui resti di un tempietto medioevale, si conserva una bella pala d'altare attribuita a Benvenuto Tisi detto il garofalo. Nella sfilata i colori di Sant'Erasmo, l'azzurro e il bianco, dove il primo sta ad indicare il cielo e il secondo la carità', l'amore e la saggezza sono indossati da due giovani figuranti, simbolo delle forze nuove della contrada.
VITTORIE
1937 1939 1958 1964 1969 1970 1974 1975 1976
Contrada del centro cittadino, fa rivivere nel suo gonfalone i colori rosso e bianco e le insegne della Basilica: Mitria, ombrello vescovile, chiavi prepositurali e pastorale. La leggenda vuole che le due strisce rosse siano il sangue lasciato sulla neve bianca, dai santi Sebastiano e Rocco, venuti nottetempo ad ammirare gli affreschi che li ritraggono nella basilica di San magno.
Nel suo territorio si trovano: il castello Visconteo e la Chiesetta di san Giorgio, il palazzo Leone da Perego, unico esempio di vestigia rimasta nella braida vescovile, fortificato dalla famiglia Cotta e già' esistente al tempo della battaglia; la Sede della Famiglia Legnanese.
Un cenno particolare alla Basilica di San magno, di scuola Bramantesca e insignita del titolo di Basilica Romana Minore, fra le cui mura conserva alcuni tesori d'arte quali la Pala del Luini e gli affreschi del Lanino. Il maniero sito in via Berchet, nel cuore della citta' e' sede di innumerevoli attività' della contrada. La sfilata durante il corteo si apre con il famoso corpo bandistico, composto da oltre 40 elementi che annuncia l'incedere solenne di paggi, alfieri, armigeri e cavalieri.
VITTORIE
1963 1971 1973 1979 1987 1990
Narra la leggenda che un palafreniere di Carlo magno, perdutosi nella zona a nord della citta' verso castellanza, fu rimesso nella giusta direzione da un giovane boscaiolo che indico' al cavaliere una croce bianca apparsa nel cielo azzurro. Quale riconoscenza il boscaiolo chiese che la croce bianca in campo azzurro fosse l'insegna della sua casa: la Cascina di San Martino. La richiesta fu esaudita dall'imperatore e la bandiera bianco crociata e' oggi il simbolo della contrada.
Nel nuovo maniero viene organizzata la vita di contrada e nel salone principale si riuniscono la reggenza, il consiglio, i contradaioli occupati ad organizzare attività' creative socio-culturali.
Nel cuore dell'agglomerato sorge l'antica chiesetta dedicata al Santo, risalente al '700 e restaurata grazie alla generosità' dei contradaioli. Per la sfilata storica gli sbandieratori di contrada si cimentano in evoluzioni spettacolari che ricordano l'esultanza dei popolani del borgo al rientro delle milizie vittoriosi.
VITTORIE
1957 1967 1992
A Legnano, ogni anno nel mese di maggio, si rinnova una tradizione antica, che conserva sfumature suggestive e piene di fascino: La Sagra del carroccio, celebrazione storica e rievocazione simbolica della Battaglia del 1176. Da secoli rappresenta una "lezione di storia", non un semplice carosello ma il ricordo di un avvenimento.
La citta' per un giorno viene riportata indietro nel tempo con un singolare flash-back; cavalieri dame e il loro seguito nei fastosi costumi medioevali, ricreano l'atmosfera di un periodo lontano ed affascinante. Le otto contrade, che sono le vere protagoniste della manifestazione, fanno rivivere la storica impresa dei loro antenati che, animati soprattutto di fede e amor patrio infersero un colpo decisivo allo strapotere militare di Federico barbarossa. La Sagra vive il momento piu' intenso ed atteso l'ultima domenica di maggio quando ha luogo la sfilata, il carosello storico e il palio delle Contrade. Il fulcro della sfilata e' il carroccio, carro simbolo di unita' e liberta' dei comuni lombardi. L'epilogo della manifestazione e' rappresentato dalla corsa al palio, istituita nel 1935, una spettacolare competizione equestre nella quale i migliori fantini italiani che cavalcano a pelo e ingaggiati da ciascuna contrada, si contendono la conquista della croce d'Intimiano, che lascera' il Carroccio per essere custodita per un anno intero nella Chiesa della contrada vincente. La Sagra del carroccio, esce quindi dai suoi confini provinciali per entrare a pieno titolo nella tradizione italiana, una tradizione fatta di storia e ricerca, cultura e passione, perche', come scrisse Mameli "..dall'Alpe alla Sicilia, ovunque e' Legnano ."