Legnano story - note personali
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Feudi e comuni
Origine del nome di Legnano
 
Il regno longobardo cesso' di esistere nel 774, quando Carlo Magno, chiamato in Italia dalla Chiesa, sconfisse a Pavia il re Desiderio. I Longobardi avevano distribuito i territori ai loro duchi, i quali favorirono un sistema economico fondato sulla curtis, un centro di chiusa autarchia che consumava quanto produceva.
Il lavoro dei campi era affidato ai servi della gleba, legati alla terra, e all'interno della corte esistevano anche artigiani per costruire e riparare gli strumenti di lavoro. E' un sistema che non solo impoverisce il commercio, ma isola spiritualmente gli uomini limitando fortemente i contatti e gli scambi tra paese e paese, con gravi conseguenze anche sul piano linguistico.
 
Carlo Magno sostitui' i duchi con i suoi conti e la fortezza di Castelseprio, costruita dai Longobardi, divenne la capitale di un contado del Seprio, comprendente Legnano. Anche il sistema feudale di Carlo Magno favoriva la costituzione di organismi economici chiusi. Il Capitolare de villis da lui emanato nell'812, definiva le strutture del sistema curtense, stabilendo che ogni corte doveva avere un certo numero di fabbri, calzolai, orefici,ecc.Probabilmente il nome della vicina Villa Cortese(aggiungiamo Villa Stanza) conserva il ricordo di simili istituzioni anche nella nostra zona.
Col passare del tempo pero' e' la citta', non la campagna, a manifestare una impetuosa crescita economica e demografica. Li' i lavoratori liberi operano al di fuori dei vincoli feudali e curtensi. I bisogni alimentari della citta' stabiliscono un flusso commerciale colla campagna e quando una nuova invasione barbarica devasta la Lombardia e gli Ungheri sconfiggono Berengario, marchese del Friuli, e altri feudatari, Milano resta sicura dentro le robuste mura di cui l'ha munita l'arcivescovo Ansperto. Nei momenti di maggior pericolo i contadini si rifugiano dentro la citta'. La protezione della popolazione agricola era affidata ai maggiori organismi monastici e sappiamo che i Legnanesi erano sotto la protezione dei monaci di S.Ambrogio di Milano. E' interessante notare come il piu' antico documento in cui appare il nome di Legnano si riferisca appunto ai monaci di S.Ambrogio. Esso e' contenuto nel Codice Diplomatico Longobardo al numero LIV e riguarda una cessione fatta in data 23 ottobre del 789 da Pietro, arcivescovo di Milano, al monastero di S.Ambrogio: cutem proprietatis nostre in leunianello, cioe' Legnanello, la parte di Legnano separata dall'Olona.
Sull'etimologia di questo nome si e' molto discusso. Trascurando le interpretazioni fantasiose o cervellotiche, quali limen lanum oppure lignum anus(a cui probabilmente si ispirano gli inventori dello stemma cittadino), bisogna dire che Legnano non e' un toponimo unico. Esistono anche Legnago, Legnaro, Lignano, Lignana, Lignan e Lignod(Aosta).
E' ancor piu' diffuso in Francia, dove, per fare solo qualche esempio, si trova Lignan e molti Ligny, che nei documenti medievali sono denominati in vario modo, tra cui (i numeri indicano le date dei documenti) Lignanum 977, Liniacum 647, Lennacum 1119 (nn-sta per -gn-), Legnianum 1157. Questi nomi sono normalmente degli aggettivi prediali, che denotano un territorio di un certo proprietario. L'aggettivo si forma col nome latino del proprietario a cui si aggiunge un suffisso -anum, se l'ambiente e' completamente romanizzato, -acum, se l'ambiente risente ancora del gallico o celtico. Nell'Italia Settentrionale -anum, divenuto -ano, si riduce a -an, mentre -acum, divenuto -aco, si muta in -ago e poi in -ag con a lunga. In Francia Settentrionale invece mentre -anum diviene -an(cfr. Lignan), -acum per una piu' complessa evoluzione si riduce a -i(scritto -y).
Legnano e Legnago sono dunque due toponimi con una base eguale e due diversi suffissi. La base e' il nome latino del proprietario della terra (ltifondo?) che prese il nome da lui. Morto il proprietario se ne tramanda il nome nei secoli, inglobato nel toponimo e sottoposto alle leggi dell'evoluzione fonetica.
Quando vissero questi signori delle terre? Certamente non prima della romanizzazione del territorio, ma l'arco del tempo possibile e' molto mpio. Durante l'Impero Romano? alla fine? All'inizio del Medioevo? Teniamo presente che il documento piu' antico, in Francia , e' del 647.
Sulla forma precisa di quel nome gli studiosi francesi oscillano tra Linius, che deriverebbe da Linus, e Laenius. Propendiamo per quest'ultimo della cui esistenza siamo certi, mentre Linius e' soltanto ipotizzato. Resta da spiegare la vocale -u di Leunianello. Ricordiamo innanzitutto che il documento del 789 ci e' pervenuto in una copia posteriore e ricordiamo ancora la voce Lennacum di un documento francese del 1119. Partiamo dalla base Laenianum sapendo che gia' nel primo secolo d.C. il dittongo ae si pronunciava e, quindi Lenianum. Poi le consonanti n ed l seguite da i e da un'altra vocale non si pronuciarono piu' colla punta della lingua contro i denti (o alveoli), ma col dorso della lingua schiacciato contro il palato anteriore, assorbendo la i; suoni che prima non esistevano in latino.I notai e gli scrivani che dovevano registrare questi (e altri) nuovi suoni, si trovarono in difficolta' e adottarono (per la n palatale) diverse soluzioni, come nn, oppure gn (analogamente gli per la l). La seconda fini' col trionfare, ma e' naturale che nei documenti piu' antichi si trovi anche la prima. E' del tutto verosimile che del documento originale del 789 fosse scritto Lennianello, che il copista piu' tardo, non abituato a quella grafia, lesse e trascrisse Leunianello.
Nel discorso etimologico su Legnano si e' voluto da qualche studioso inserire arbitrariamente la testimonianza di alcuni documenti notarili dei secoli IX e X, dove in qualita' di testimoni, si citano tre persone, Adalberto, Reginaldo, Lupone de Lemoniano, o Leminiano o Lemeniano, senza pero' accertare un qualsiasi rapporto con Legnano. Si tratta di un cognome legato a una localita' indeterminata. Anche uno studioso competente, Giovanni Flechia, fa risalire Legnano a Laenius, ma in altro luogo si lascia ingannare da una falsa spiegazione del Bombognini che parla di un Ladegnano - Ledegnano mai esistiti, e ammette l'ipotesi di un Latinius-Latinianum, che ci condurrebbe fuori strada. Aggiungiamo ancora che la pronuncia dialettale conobbe, almeno fino a qualche decennio fa, un'alternativa tra un piu' colto Legnan e un piu' contadinesco Lignan (identico al citato toponio francese). La cosa non sorprende se pensiamo ad altri doppioni, come tela-tila, sera-sira, cera-scira, ecc.
Anche per Legnanello esistevano varie pronunce: Legnanèl e' una pronuncia piu' recente influenzata dall'italiano; piu' genuina la pronuncia Legnarèl, ma ancora piu' schietta e originale la pronuncia Rignarèl, dove compare la i di Lignan e dove le due r possono avere una duplice spiegazione: la prima r sostituisce l come avviene in scara, ara(scala, ala) ecc., la seconda si assimila alla prima (spiegazione meno probabile: la seconda r nasce da una dissimilazione tra n apicale e n palatale; la prima si assimila alla seconda).
Il documento del 789 che ci ha costretti ad inserire un escursus etimologico, contiene due indicazioni alquanto vaghe. La prima riguarda il signor Laenius, proprietario del territorio. Latifondo? La stretta vicinanza di altre localita' sembra ridurre fortemente lo spazio legnanese rendendo inapplicabile il termine latifondo, se non ammettessimo che i vari toponimi circonvicini (S.Giorgio, S.Vittore,S.Lorenzo ecc.) siano alquanto piu' recenti. In altre parole la proprieta' del signor Laenius doveva essere molto piu' ampia dell'attuale Legnano. Attorno al nucleo del piu' antico e vasto Lenianum sorgono a distanza di secoli altri nuclei abitati della cui autonomia amministrativa nulla sappiamo. E' chiaro che S.Vittore, S.Giorgio, S.Lorenzo, toponimi derivati dai nomi di chiese dedicate a quei santi, risalgono al Medioevo, come del resto Rescalda, Rescaldina, Cerro, Cantalupo, mentre Laenianum potrebbe risalire perfino a prima di Cristo.
La seconda indicazione problematica e' contenuta nel termine curtem come parte di Legnanello. Abbiamo gia' ricordato il sistema curtense a proposito di Villa Cortese. La curtis e' longobarda, mentre villa risale all'eta' franca. Ma il termine ha conosciuto un'ampia evoluzione semantica. Dapprima fu "sinonimo amministrativo del pagus romano, poi suddivisione della judiciaria o finis longobardica e del comitatus franco...piu' tardi tuttavia si uso' in altri significati; infatti nel sec. IX curtis designo' peramplas rusticas domus et integras quandoque villas cum adnexis latifundis e poi ancora ampi poderi con case e talora castello e chiesa". Dunque la corte di Legnanello doveva avere un'ampia estensione, non sappiamo se fornita anche di chiesa e ancor meno probabilmente di castello o piccola fortificazione.
Abbiamo constatato certi legami tra Legnano e Milano facenti capo all'arcivescovo e ai monaci o ai canonici di S.Ambrogio, ma in seguito diverra' normale che famiglie milanesi posseggano beni a Legnano. La floridezza della metropoli richiede per i bisogni alimentari di fruire della produzione agricola della campagna. Anche questo concorre allo sviluppo di un'attivita' commerciale e di una classe mercantile di cives negotiatores che investono i loro profitti nei terreni e si affiancano ai possessi ereditari della classe feudale. Possedere terreni in citta' o in campagna vale quanto un titolo nobiliare, e poiche' l'espansione della ricchezza produce il fenomeno dell'urbanesimo, non ci si meraviglia se alcune famiglie legnanesi si trasferiscono in citta'.
Si forma cosi' un ceto di ricchi proprietari nobili, di origine feudale o mercantile, che hanno case a Milano,  case e terreni a Legnano, che spostano la loro dimora secondo le stagioni e le circostanze, Da queste famiglie usciranno in seguito personaggi di rilievo nell'ambito culturale e politico.
Pur appartenendo al contado del Seprio, Legnano ha legami cosi' stretti con Milano da essere obbligata a seguirne, almeno di riflesso le vicende. Nella metropoli va crescendo il potere politico dell'arcivescovo, che non e' solo un ecclesiastico, e' un capo civile e militare; incorona re e imperatori, tiene testa al pontefice e quando il papato e' in crisi, fa di Milano una seconda Roma, Se Ansperto ha fortificato la citta' cosi' da tener lontani gli Ungheri all'inizio del secolo X, Ariberto da Intimiano nella prima meta' del secolo XI si assicura un vero principato mirando addirittura a costituire uno stato dalle Alpi al Po. Prima di morire pero' egli conosce un duro contrasto nella sommossa del popolo capeggiato dal nobile Lanzone, che lo costringe a uscire dalla citta'. La rivolta rientra, ma e' soltanto il preludio delle gravi agitazioni sociali e religiose che nella seconda eta' del secolo faranno capo alla Pataria, una guerra popolare contro il clero simoniaco e concubinario. Come prima da Lanzone, il popolo e' ancora guidato da nobili ed ecclesistici. Si invoca un ritorno alla Chiesa primitiva, con un clero casto e fedele al Sermone della Montagna. Cosi' predica Anselmo da Baggio, gia' candidato alla successione di Ariberto, ma il vero successore per allontanarlo lo fa nominare vescovo di Lucca. Anselmo (che poi diverra' papa Alessandro II), partendo affida il suo compito a un sacerdote, Arialdo da Cucciago, che ha studiato all'universita' di Parigi e a un altro prete di nobile origine, Landolfo Cotta, al quale poco dopo si affianca il fratello erlembaldo, uomo d'arme. Landolfo predica a Milano, Arialdo gira nelle campagne verso Varese. Non si sbaglia pensando che lo abbia fatto anche a Legnano, dove i Cotta avevano un fortilizio. Sapendo che Arialdo riusci' a infiammare tutta la campagna contro l'arcivescovo Guido da Velate, dobbiamo credere che anche i Legnanesi fossero con lui. Dopo un'aspra lotta a base di sommosse e di scomuniche Arialdo in viaggio verso Roma e' sorpreso a Piacenza dai nemici. Sfugge, si ripara a Pavia, quindi Erlembaldo gli trova rifugio nel suo castello a Legnano. Ma vi e' chi lo tradisce. Lo portano sul lago Maggiore (Isola Bella?) e lo uccidono. Abbiamo con questo la certezza dell'esistenza a Legnano di un castello, che il Giulini chiama S.Giorgio, ossia il castello attuale sull'Olona,  che fu cominciato a costruire molto tempo dopo. Durante gli scavi per la costruzione del palazzo della attuale Galleria INA vennero alla luce i robusti muraglioni di una fortificazione che si estendeva fino all'area dell'attuale Asilo infantile, di fianco alla chiesa allora dedicata a S.Salvatore. Qui dunque doveva essere situato il castello dei Cotta, che funziono' egregiamente prima del Castello Visconteo.   
 
 
 
 
 
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