Le vere sembianze di Gesù
Capelli ricci, occhi neri, barba ispida, bassa statura; un viso diverso dall’iconograia classica e dalla Sindone
C’è in giro un bisogno di un Cristo che qualcuno ci potesse descrivere con le lenti dello storico, senza infatuazioni poetiche o immaginarie.
L’aspetto isico di Gesù è dificile ricostruirlo in quanto i vangeli ne dicono poco o niente. Certo una rilessione si può azzardare; come poteva Gesù, ebreo della Palestina avere capelli biondi, occhi azzurri e pelle chiara?
Non poteva, ma la forza della tradizione, l’iconograia classica ed i maestridel Rinascimento, ci hanno abituato ad immaginarlo come un individuo dai contrassegni somatici europei senza l’ombra dell’abbronzatura del sole di Giudea.
Ma vediamo di catturare qualche fonte storica nel tentativo di ricostruire l’aspetto isico di questo sorprendente rivoluzionario delle umane coscienze, il predicatore incantevole, l’autore dell’impareggiabile discorso della montagna, il facitore di opere straordinarie, il maestro di verità, l’insigne ammonitore, il messaggero di speranza, in una parola il iglio di Dio.
Ma incominciamo con l’iconograia tradizionale. Il Gesù del Cenacolo di Leonardo è rafigurato con i capelli lunghi. Anche il Caravaggio in più di una sua opera riprende l’immagine del Cristo con un aspetto europeo (capelli lunghi e pelle chiara); la Sacra Sindone riproduce un volto europeo di Gesù. Ma tutta l’iconograia cristiana proila un aspetto con tratti somatici europei.
San Paolo in una lettera ai corinzi afferma che gli uomini dell’epoca non devono portare capelli lunghi.
Non l’avrebbe detto se Cristo li avesse avuti.
Luca nel suo Vangelo racconta che un pubblicano desiderando vedere Gesù nascosto dalla folla, salì su un sicomoro. Dalla descrizione si può concludere che Gesù era piccolo di statura poiché non prevaleva sulla turba che lo circondava.
Per S. Giuseppe martire, Gesù era deforme, per Clemente Alessandrino era brutto in viso, secondo Tertulliano era privo di beltà ed il suo corpo era disarmonico. S. Efrem lo dice alto poco più di tre cubiti (circa m. 1,40), Origene lo indica come piccolo, sgraziato e privo di avvenenza.
Gregorio di Nisso, Giovanni Crisostomo, Girolamo,
lo trovano di fattezze normali. Andrea metropolitadi Creta lo disegna con sopracciglia congiunte, viso lungo, alquanto curvo, di statura normale. Il monaco Epifanio affermò che Gesù era alto sei piedi (circa1,65), con viso allungato, con una leggera inclinazio-
ne del collo. Secondo l’autorevole lettera Sinodale dei Vescovi di Oriente dell’839, Gesù non era alto più di m. 1,40.
Intanto tutto il fervoroso medioevo cristiano si attivava per descrivere l’aspetto isico di Gesù, “la vera Icone”.
Insomma le vere sembianze del Galileo hanno contorni sfumati, sostenute da notizie scarne ed incerte,
però con qualche punto fermo.
Gesù era un palestinese e come tale doveva avere pelle scura, occhi neri, capelli corti e ricci. Non deve destare meraviglia la piccola statura; a quei tempi gli uomini erano piccoli (secondo il metro dell’oggi):
una statura normale andava da 1,50 ad 1,60, chi poteva mettere assieme 1,70 era considerato un gigante.
Viene riferito per esempio che Giulio Cesare era alto
1 metro e 52 e Cleopatra meno di 1,40. Marc’Antonio era alto invece 1,70, un omone per il periodo.
Tiberio, l’imperatore contemporaneo di Gesù, il suo consigliere Seneca, il procuratore Pilato, il gran sacerdote Caifa, Giuseppe d’Arimatea ed Erode il grande non superavano il metro e 55.
Ma aldilà dell’aspetto isico, Gesù Cristo fu indubbiamente uomo di grande suggestione e di enorme fascino per la sapienza del suo eloquio e delle sue meditazioni. E se il iglio di Dio assunse delle sembianze un poco desuete e prive di un aspetto armonico, rispettava il disegno di essere vicino ai miserevoli, agli umili ed ai sofferenti di cui incarnava il disagio e l’inquietudine e da cui partiva, in “quell’Homo Viator” l’innovativo “sofio” della Fede nuova.