Legnano story - note personali
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COTONIFICIO CANTONI introduzione
La Cantoni di Castellanza è stata fondata nel 1820 da Cantoni, ed è stata attiva fino al 1980.
Dal 1990, dopo la ristrutturazione da parte dell’ architetto Aldo Rossi, tranne la parte di fabbrica al di là dell’ Olona che non è rientrata nel progetto, è sede dell’ università Carlo Cattaneo.
Lo stabilimento,  oltre che ad essere un reperto di archeologia industriale, è dal punto di vista architettonico molto interessante e complesso perche è stato costruito con particolare attenzione.
È stato, infatti, utilizzato lo stesso stile per ogni edificio, conferendo all’edificio unità formale.
Annessa alla Cantoni sono anche il parco all’inglese e la villa situata di fianco alla LIUC, fatti costruire appositamente da Eugenio Cantoni per dimostrare che anche se industriale nell’ ottocento era uno degli uomini più potenti e ricchi d’ Italia quasi alla pari di principi e baroni.
 
All’epoca della rivoluzione industriale, cioè nella seconda metà del Cinquecento, gli imprenditori introdussero nella fabbrica un tipo di organizzazione simile a quella patriarcale della famiglia di quel tempo.
Questa nuova “politica” imprenditoriale prese il nome di Paternalismo Aziendale 1, a sottolineare la figura paterna impersonata dal dirigente nei confronti dei propri dipendenti.
Esemplari furono i Cantoni che per i lavoratori dell’omonima azienda fondata alla fine del 19esimo secolo, fecero costruire delle abitazioni 2.
A Castellanza, per esempio in via Marconi, vennero costruiti dagli architetti Latis quattro caseggiati a ballatoio su tre piani, complesso conosciuto poi come Il Cairo, destinato agli operai.
I dirigenti con questa nuova politica si assicurarono, inoltre, di tutelare i propri dipendenti con polizze assicurative contro gli infortuni ed istituirono dei fondi pensione. Innovativo fu soprattutto il Cotonificio Cantoni che, anticipando di decenni le norme legislative in proposito, concesse sussidi alle operaie gestanti ed assicurò, inoltre, anche una sorta di vitalizio ai dipendenti  che avevano lavorato per l’azienda per più di 30 anni.
Tipi di costruzioni delle fabbriche: modello Manchester e modello a Shed
Il cotonificio Cantoni situato a Castellanza è diviso in due tipologie architettoniche in uso al tempo che sono il modello a fabbrica alta importato da Manchester e il modello a fabbrica bassa a Shed.
Il modello Manchester, che prevedeva una struttura che si sviluppava in altezza utile per sfruttare la forza motrice del fiume Olona, unica fonte energetica presente dall’ inizio dell’ Ottocento all’ inizio del Novecento, per far funzionare un macchinario costituito da una turbina che dava energia con un meccanismo di  cinghie alle macchine tessili. Gli edifici che sono costruiti con il modello Manchester sono il bar e la biblioteca, ex magazzino Cantoni, e tutta la parte di filatura e tessitura che odiernamente sono i dormitori degli studenti LIUC, la mensa, i parcheggi e le aule universitarie.
La struttura a fianco al bar,odiernamente è una sala computer, ma in origine era uno spazio con le macchine tessili, è fatta a shed, come tutti gli edifici al di là del fiume Olona, oggi abbandonati perché non all’ interno del progetto di ristrutturazione del 1990 a cura di Aldo Rossi.
Il modello a shed è nato con l’ avvento dell’ energia elettrica in Italia, meno ingombrante, bastava un piccolo motore per contenerla, facile da trasportare con pochi fili che andavano dalla centrale elettrica più vicina alla fabbrica e a basso costo perché poteva essere prodotta in Italia e i costi per il trasporto erano bassi.
La torre costruita nel 1963 dai fratelli Vito e Gustavo Latis (Capitanucci, 2007) ed è stata eretta per andare in contro alle esigenze della Cantoni che, con l’ incremento della produzione, aveva necessità di una sede idonea a ricevere i potenziali acquirenti. La struttura della torre è costruita con cemento armato, solette in laterizio, con facciate e vetrate in alluminio, pannelli grigi opachi ed è costituito da nove piani divisi in uffici  commerciali e amministrativi. 
In origine la Torre era collegata tramite due passatoie sospese, una collegata con un edificio Cantoni che è stato demolito, e l’ altro con una parte della fabbrica.
Attualmente la torre è ancora presente, ed è sede degli uffici dell’ università, ma al posto della passatoia sospesa c’ è l’ entrata della LIUC.
Nei primi decenni dell’800, in Italia, nell’Alto Milanese, si svilupparono le prime industrie per la lavorazione del cotone, soprattutto grazie alla scoperta delle macchine a vapore, nel 1830 vennero collaudati i primi impianti, situati lungo l'Olona,  che utilizzavano la forza motrice del fiume. (Cantoni, 1960, p. 4). Uno dei soci di questa impresa fu il Barone Costanzo Cantoni(Scavizzi, 1975)
Per l'attività di filatura sfruttarono e modificarono i primi mulini ad acqua, già esistenti sul fiume, che originariamente erano destinati alla macinazione di prodotti agricoli.
La scelta di costruire le sue imprese sui territori di Legnano e Castellanza, sulle rive del fiume Olona,fu fatta perché, grazie alle sue acque, poteva ottenere energia elettrica a basso costo; inoltre erano città molto vicine a Milano, centro commerciale dal quale era possibile ottenere materia prima, e soprattutto perché c’era abbondanza di mano d’opera agricola disposta a lavorare con salari decisamente inferiori a quelli della città.
L’industria della filatura ebbe un notevole successo tra il 1830 e il 1840, mentre negli anni successivi subì una grave crisi che obbligò molte industrie a chiudere definitivamente. I motivi di questa crisi furono decisamente politici, come la dominazione austriaca che portò tutta l’economia della Lombardia ad uno stato di collasso.
Solo il 1871 segnò l’inizio di una ripresa economica, ed è in questo periodo che avvenne la grande trasformazione del Cotonificio Cantoni, grazie ad Eugenio Cantoni, figlio del fondatore. L’11 Febbraio 1872 Eugenio e 29 fra i più importanti nomi dell’industria lombarda e due banche, cambiarono la denominazione della società Cantoni in "Società Anonima Cotonificio Cantoni", diventando così la prima impresa cotoniera italiana a trasformarsi in società per azioni ed a venire quotata alla Borsa di Milano.
Nel 1876 muore Costanzo Cantoni, e poiché Eugenio Cantoni lasciò la Direzione della Società, venne sostituito dal Sig. Vincenzo Terruggia, grazie al quale, la società continuò i suoi programmi di espansione. In questi dieci anni la società Cantoni risentì della crisi economica, ma riuscì sempre ad andare avanti anche grazie all’entrata in vigore della nuova tariffa doganale che protesse l’industria cotoniera italiana dalla concorrenza straniera.
Il barone Eugenio Cantoni fu la figura più significativa della famiglia, e nonostante fosse uno degli uomini più potenti del secolo scorso, è difficile definire la sua personalità. (Romano, 1981, p. 322) Eugenio morì a Roma nel 1888. In quegli anni la crisi economica che stava colpendo l’Italia, fece sentire la sua influenza anche sulla società legnanese. Alla morte del Sig. Terruggia nel 1898, il commendatore Pietro Soldini prese il suo posto, e grazie alla sua abilità imprenditoriale, i prodotti della Cantoni vennero esportati in tutto il mondo. Il cotonificio desiderava espandersi sempre di più; infatti a Castellanza venne eretta una grande tessitura con 600 telai, considerati moderni all’epoca.
Il 1902 fu un anno significativo, in quanto il cotonificio fu elettrificato,mentre nel 1904 il Cotonificio Cantoni fu il primo, in ottemperanza alle leggi, ad essere una delle prime fabbriche in Italia, ad eliminare il lavoro notturno. Nel 1907 l’ingegnere Carlo Jucker diventa direttore del Cotonificio Cantoni a Legnano, dove portò importanti innovazioni.
Negli stabilimenti Cantoni si svolgeva l’intero ciclo di lavorazione del cotone; a Castellanza, Bellano e Cordenons si producevano filati e ritorti che in seguito venivano trasformati in tessuti nelle tessiture di Castellanza, Legnano, Canegrate e Olmina. Inoltre, nel corso degli anni ogni stabilimento si specializzò in determinati articoli, come a Legnano in cui si producevano tessuti greggi per velluti lisci o a coste, a Castellanza tessuti per camiceria da uomo, mentre a Canegrate tessuti per lenzuola e biancheria da cucina.
Nel 1972, gli stabilimenti del Cotonificio Cantoni contenevano globalmente 2.724telai, 15 impianti per la stampa, una centrale termoelettrica che era situata all'interno dello stabilimento storico di Legnano e di 8impianti idroelettrici.
Nel 1984 la Cantoni di Legnano fu acquistata da Fabio Inghirami, e la nuova proprietà chiuse il reparto di filatura della storica fabbrica legnanese e tentò di indirizzare la produzione verso tessuti più ricercati, ma nonostante questo tentativo di salvare l'azienda, lo stabilimento chiuse nel 1985.
Tra il 1989 e il 1991, una vasta area dell'ex Cotonificio nel comune di Castellanza fu riqualificata dall'Unione degli Industriali della provincia di Varese (UNIVA), su progetto dell'architetto Aldo Rossi, creando la sede dell'Università Liuc.
La manodopera dell’industria cotoniera era caratterizzata dall’essere originaria di famiglie agricole. Spesso infatti l’apertura di un nuovo cotonificio in una zona di campagna, poteva risultare una fattore molto importante per la sopravvivenza delle famiglie che la abitavano, si andò così a creare la figura del contadino-operaio sin dal sorgere delle prime attività industriali, poiché le misere condizioni di vita di molte famiglie costrinsero molte persone a cercare altre fonti di guadagno oltre a quelle agricole.
Un altro importante provvedimento che venne preso dagli imprenditori, fu quello di fornire servizi di vario genere alla manodopera in modo da rendere più continuative e meno precarie le prestazioni degli operai, nel settore cotoniero infatti, le condizioni non erano le migliori per un posto di lavoro, a partire dall’ambiente, sporco e antigienico, poco illuminato  a causa della mancanza di sufficiente numero di finestre, eccessivamente caldo e pieno di polveri. Tutto questo, sommato ai duri ritmi di lavoro e alla lunga permanenza all’interno delle industrie, causava grandi e gravi problemi di salute e molte malattie che abbreviavano di molto le aspettative di vita degli operai, e spesso, soprattutto nei fanciulli, provocavano malformazioni fisiche. Per combattere questo insieme di tristi fenomeni, vennero istituite delle società di mutuo soccorso aziendali che si occupavano dell’agevolazione delle cura e del recupero fisico degli operai malati.
Il settore  cotoniero fu sostenuto dal protezionismo doganale, dato che la regione faceva parte dello zollverband, cioè l’area doganale della monarchia austriaca. A causa dell’installazione di nuovi impianti cotonifici, si ha la necessità di un frequente ricorso a tecnici stranieri; questa ampiezza del fenomeno e diversità dei luoghi di provenienza influenzò lo sviluppo del settore.(Crepas, p.153-155)
Il nostro paese si basava su un sistema economico di integrazione di agricoltura, manifattura e commercio; nonostante nel campo dell’agricoltura la produzione era ai massimi livelli, nel campo della manifattura pochi erano i lavoratori che videro un  rapporto continuo con la produzione industriale.
 
 
 
 
 
Bibliografia
Brajkovic, 1960, Forme assistenziali e scuole aziendali. In: Noi della Cantoni,
Pagani, 1989, Originalità e forme del paternalismo aziendale. In: La fabbrica ritrovata: Mostra di archeologia industriale nella valle olona, Varese
Cuccuru, 1989, Tipologia e immagine della casa operaia. In: La fabbrica ritrovata: Mostra di archeologia industriale nella valle olona, Varese
Romano, 1992, I problemi di gestione delle imprese. In: L’industria cotoniera lombarda dall’unità al 1914, Milano
Capitanucci, 2007, Quartieri per impiegati per il Cotonificio Cantoni. In: Vito e Gustavo Latis, Milano
Riccardo di Gattermeyer; 1965; Noi della Cantoni; Castellanza; rivista aziendale del Cotonificio Cantoni Castellanza.
Alberto roveda; 2004; i Mulini di Castellanza; libray.bilio.liuc.it.
Maria Vittorio Capitanucci; 2007; Vito e Gustavo Lattis Frammenti di Città; Milano; Skira editore.
Valerio Gastronovo e antonella Greco; 1992, Prometeo: luoghi e spazi del lavoro 1872-1992; Milano; Sipi-Electra.
 
cantoni, “Benvenuto alla Cantoni”, a cura dell’Ufficio Relazioni Sindacali e Sociali del Cotonificio Cantoni, 1960
“Cotonificio Cantoni” – Wikipedia  https:⁄⁄it.wikipedia.org⁄wiki⁄Cotonificio_Cantoni
“Carlo Jucker e il Cotonificio Cantoni – Noi della Cantoni No. 17-18
“Un piccolo re del cotone: Costanzo Cantoni e la sua impresa” – L’industrializzazione in Italia: 1861-1900, Bologna, Il Mulino, 1981 (seconda edizione)
Scavizzi, Paola (1975), Costanzo Cantoni, in Dizionario Biografico degli italiani, Treccani,
<http:⁄⁄www.treccani.it⁄enciclopedia⁄costanzo-cantoni_%28Dizionario_Biogr...
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