I BERSAGLIERI A LEGNANO
Il 2° Battaglione Bersaglieri è presente in Legnano, nella Caserma "CADORNA", dal 1958 all'agosto del 2002. Prima inquadrato nel 4° Reggimento di Fanteria Corazzato della Divisione"LEGNANO" poi, nell' ottobre del 1975, a seguito dello scioglimento del 4° Reggimento e della trasformazione della Divisione in Brigata Meccanizzata, il battaglione diventa Reparto autonomo, assume la denominazione di 2° Battaglione Bersaglieri "GOVERNOLO" ed eredita la Bandiera da Combattimento già appartenuta al 2° Reggimento Bersaglieri sciolto a conclusione del 2° conflitto mondiale.
Il 26 giugno del 1992 a seguito della ricostituzione del 2° Reggimento Bersaglieri il battaglione ne diviene la sua pedina fondamentale e tale rimane fino al 30 agosto 2003 quando, per la sospensione del "Servizio Militare di Leva", il Reggimento viene ridotto a "Nucleo di Attivazione".
La Bandiera da Combattimento del "SECONDO" è ora custodita dal Reggimento Artiglieria a Cavallo, in Milano.
La storia "SECONDO" viene da lontano. E' stato costituito il 17 Gennaio 1837 ed ha partecipato ai seguenti fatti d'arme:
Prima guerra d'indipendenza (1848-49)
- 1948: Goito, Mantova, S. Lucia, Governolo, Sommacampagna, Custoza, Milano;
- 1949: Mortasa, Sforzesca, Novara.
Crimea (1855-56)
Partecipa per tutta la durata della campagna con due compagnie.
Seconda Guerra d'Indipendenza (1859)
Il battaglione prende parte ai combattimenti di Vinzaglio, S. Martino, Peschiera,
Madonna della Scoperta.
Terza Guerra d'Indipendenza (1866)
Partecipa a tutta la campagna distinguendosi in particolare durante la battaglia
Di Custoza.
Cina (1900-1901)
Partecipa con la 1^ Compagnia a tutta la campagna.
Prima Guerra Mondiale (1915-1918)
- 1915: M. Coston, Costa d'Agra, M. Maronia, Val Fonda;
- 1916: Plezzo, Oslavia, Zaibena, Nad Logen, M. Kuk di Plava;
- 1917: M. Santo, M. Mrzli, Pleca; Kamma, M. Stol; Sequals, Fiume Piave.
- 1918: Montello, Paradiso.
Seconda Guerra Mondiale (1940-45)
Il Battaglione fin dall'inizio del conflitto è schierato sul fronte greco-albanese dove prende parte ai combattimenti di Kani-Delvinaki. Keresovon, Giorgiuzzati, M. Trebescines, Val Vojussa.
La storia recente
- agosto 1982-marzo 1983: il 2° Battaglione Bersaglieri "GOVERNOLO" è in
LIBANO, impegnato in operazioni di mantenimento della pace assieme si Parà
francesi della Legione Straniera ed ai Marins USA.
Dalla fine del secondo conflitto mondiale è la prima volta che l'Italia invia
un reparto militare fuori dai confini nazionali.
- giugno - ottobre 1993: il Battaglione "GOVERNOLO",inquadrato nel 2° Reggimento Bersaglieri, è impegnato in Somalia nell'operazione "IBIS 2" assieme alle forze di pace dell' ONU.
Il "SECONDO" durante la sua lunga storia ha anche partecipato alle operazioni di soccorso a favore delle popolazioni colpite dalle seguenti calamità naturali:
- terremoto di Reggio Calabria e Messina (dicembre 1908);
- terremoto di Avezzano (AQ) (gennaio 1915);
- alluvione di Firenze (novembre e dicembre 1966);
- terremoto in Campania e Basilicata (novembre dicembre 1980);
- alluvione in Valtellina (luglio, agosto, settembre 1987).
LA BANDIERA DA COMBATTIMENTO
RICOMPENSE AL VALORE
RICOMPENSE ALLA BANDIERA DA COMBATTIMENTO
Ordine Militare d'Italia 1
Medaglie d'Argento al Valore Militare 2
Medaglia d'Argento al Valore dell'Esercito 1
Medaglie di Bronzo al Valore Militare 4
Medaglia di Bronzo al Valore dell'Esercito 1
Medaglia d'Argento al Valore Civile 1
RICOMPENSE INDIVIDUALI AL VALORE
Medaglie d'Oro al Valore Militare 5
Medaglia d'Oro al Valore dell'Esercito 1
Medaglie d'Argento al Valore Militare 85
Medaglia d'Argento al Valore dell'Esercito 1
Medaglie di Bronzo al Valore Militare 140
Croci di Guerra al Valore Militare 155
STEMMA ARALDICO
Stemma araldico: decreto 20 maggio 1976 (aggiornato in base a quanto disposto dallo Stato Maggiore dell'Esercito con circ. 121 in data 9 feb. 1987 - Giornale Ufficiale 14 feb. 1987).
Scudo: Inquadrato: il primo d'argento al leone d'azzurro; il secondo d'azzurro al ponte levatoio d'oro (Governalo); il terzo d'azzurro allo scaglione d'oro accompagnato da un fiume ondato dallo stesso (Isonzo); il quarto d'argento e due sciabole d'azzurro in decusse (una delle quali a lama dritta), accompagnate da due stelle d'azzurro in fascia (Custoza). Nel punto d'onore, uno scudetto sannitico di rosso, bordato di porpora ad un palo nero, caricato dell'elmo di Scanderbeg d'oro.
Ornamenti: sopra lo scudo una corona turrita dorata, accompagnata da nastri indicativi delle ricompense al Valore di cui il Corpo ha titolo a fregiarsi. Sotto lo scudo fuoriesce nastro decorativo con al centro insegna dell'Ordine Militare d'Italia e, su lista bifida dorata svolazzante il motto:
"NULLI SECUNDUS"
(secondo a nessuno)
SINTESI BLASONATURA
1° Quarto richiamo alla presenza del Corpo in Crimea, inserito nel contingente dell'Armata Sarda, mediante la simbologia araldica relativa ai viaggi in terre lontane.
2° Quarto espressamente dedicato al combattimento di Governalo (ponte sul Mincio), per il quale la 2^ Compagnia meritò la M.B.V.M.
3° Quarto ricordo della partecipazione alla Grande Guerra, in particolare delle eroiche gesta compiute dal Reggimento sulle colline che sovrastano l'Isonzo.
4° Quadro è riferito alla battaglia di Custoza, ma ricorda anche le due M.B.V.M. (rappresentate dalle due stelle) meritate nel corso della prima Guerra d'Indipendenza.
Al centro dello stemma lo scudetto, bordato di porpora (colore tradizionale della specialità) con i colori d'Albania e l'elmo del suo eroe nazionale, a significare il rispetto delle più pure tradizioni bersaglieresche conservate anche nelle ultime avverse vicende militari.
COCCARDA CAPPELLO PIUMATO
IL 2° BATTAGLIONE BERSAGLIERI "GOVERNOLO"
IN OPERAZIONI DI "PEACE KEEPING" IN LIBANO
- " LIBANO 1 " : AGOSTO ⁄ SETTEMBRE 1982
- " LIBANO 2 " : SETTEMBRE 82 ⁄ MARZO 1983
MISSIONE " LIBANO 1"
( 16 AGO. 82 - 12 SET. 82 )
Al 2° Battaglione Bersaglieri "GOVERNOLO" toccò l'onere e l' onore di essere il primo Reparto dell' Esercito Italiano ad intervenire in armi fuori dai confini nazionali dalla fine della 2^ Guerra Mondiale. Per due volte, infatti, prendeva parte ad operazioni di Pace a BEIRUT congiuntamente a forze di altre Nazioni per consentire al LIBANO di riconquistare la propria sovranità da anni perduta, e per ristabilire la pace in quell' area medio orientale.
A determinare l'intervento è l' esplosiva situazione libanese venutasi a creare dopo anni di lotte interne fra le milizie mussulmane e cristiano maronite, acuita dalla presenza sul territorio di migliaia di profughi palestinesi e dei militari siriani della Forza di Dissuasione Araba (ADF). Situazione di estrema delicatezza per la sicurezza di ISRAELE che, per salvaguardare il proprio territorio dalle continue incursioni palestinesi provenienti dal LIBANO , nell' estate del 1982 sferra una violenta offensiva al di là della frontiera dando il via all' operazione denominata "PACE IN GALILEA".
Le Forze israeliane dopo travolgente avanzata raggiungono BEIRUT asserragliando nella parte Ovest della città più di 10.000 palestinesi dell' OL.P (ORGANIZZAZIONE PER LA LIBERAZIONE DELLA PALESTINA), del PLA ( ARMATA PER LA LIBERAZIONE DELLA PALESTINA) , e circa 3000 soldati siriani dell' ADF.
La diplomazia internazionale si era mobilitata per evitare l'incombente genocidio ed evitare il coinvolgimento diretto di altre Potenze nella crisi. Fallito il tentativo di inviare una forza dell' ONU per il veto posto dal Consiglio di Sicurezza, le parti interessate accettano la presenza di una Forza Multinazionale di Pace formata da Contingenti appartenenti a FRANCIA, ITALIA e STATI UNITI per attuare l'evacuazione delle forze asserragliate in BEIRUT OVEST.
In tale contesto prendeva l'avvio il primo intervento del "GOVERNOLO" in Medio Oriente.
Il 2° Battaglione Bersaglieri quale CONTINGENTE ITALIANO IN LIBANO "GOVERNOLO" ( ITALCON GOVERNOLO ) partecipa all'operazione con una forza di 518 uomini (39 Ufficiali, 81 Sottufficiali , 398 militari di truppa), 100 mezzi fra cingolati e ruotati di vario tipo e con una autonomia logistica di 45 giornate.
Il Contingente è Comandato dal Ten. Col. Bruno TOSETTI e si articola in:
- Vice Comandante: Ten. Col. Luigi DE CARLO.
- compagnia Comando e Servizi: Cap. Nicola TOMA;
- una Sezione Mista di Sussistenza: Cap. Giuseppe LUPO;
- due Compagnie meccanizzate: Cap.Vincenzo LOPS e Ten Riccardo MARCHIO';
- un Plotone Carabinieri del btg. CC "Lombardia": Ten. Andrea CERRATO;
- un Plotone rinforzato del Genio: S. Ten. Mario ROSATI.
La missione affidata alla Forza Multinazionale era quella di:
"assistere in modo appropriato le Forze Armate libanesi nell'assicurare l' incolumità fisica dei combattenti palestinesi in partenza da Beirut e quella degli abitanti della città; favorire il ripristino della sovranità e dell' autorità del governo libanese nella regione di Beirut a partire dalle 24 ore dallo sbarco in territorio libanese".
Zone di schieramento della Forza Multinazionale
In tale quadro i Contingenti USA e francese sono stati concentrati rispettivamente all'interno del porto e nella parte settentrionale della città; il primo per fornire sicurezza allo scalo marittimo, il secondo per scortare i Fedayn diretti al porto per l'imbarco.
Al "GOVERNOLO" è invece affidato il settore meridionale, con il compito specifico di interporsi fra le forze israeliane e quelle sirio - palestinesi, e di portare quest'ultime in salvo oltre i confini della SIRIA.
Il compito affidato ai Bersaglieri risulta essere il più delicato dell'intera missione. Il varco tra le due Beirut che devono controllare è il più lontano dal porto, il più esposto, il meno controllabile ed il più pericoloso. La zona Sud di Beirut, infatti, è quella a più forte densità mussulmana. A poche centinai di metri verso Ovest dal Check Point italiano ci sono i campi palestinesi di Sabra e Chatila dove si erano insediati i Fedayn con le loro famiglie e pertanto da sempre obiettivo prioritario dei falangisti di Gemayel. Inoltre la peculiarità del compito da assolvere imponeva il frazionamento delle forze del Contingente per soddisfare contemporaneamente a tre esigenze operative:
- difesa della località "LA SAGGESSE", sede del Comando e della base logistica;
- presidio della fascia smilitarizzata di "GALERIE DE SEMMAN";
- protezione delle colonne fino oltre i confini libanesi con la Siria
Osservatorio Sapesse Parcheggio Sagesse
Officina campale Sagesse
Le tensioni esistenti fra mussulmani e cristiani (responsabili entrambi di feroci massacri), la presenza israeliana e l'incerto atteggiamento che l'Esercito libanese avrebbe mantenuto nel riassumere il controllo del territorio rendevano la missione ancor più rischiosa.
Ed è proprio in virtù della sua estrema delicatezza che questa missione è affidata al Contingente italiano in quanto il Comitato Politico e Militare del Libano (ambasciatori USA, Francia, Italia e Comandanti dei Contingenti militari della Forza Multinazionale), lo ritiene essere il più accettato dai mussulmani per non avere l'Italia responsabilità alcuna sull'esplosiva situazione libanese.
Al contrario erano invisi gli USA considerati i maggiori sostenitori di Israele ed i francesi per avere da sempre privilegiato l'egemonia della minoranza Maronita su quella Mussulmana.
INTERPOSIZIONE
Il Contingente "GOVERNOLO" parte da BRINDISI il 21 agosto 1982 a bordo di navi da trasporto della Marina Militare e della Marina Mercantile scortate dalla Fregata "LUPO". I reparti erano stati preceduti dal Comandante del Contingente recatosi a Beirut nella mattinata del 19 per verificare in loco la situazione, e per una prima presa di contatto con le forze da sgomberare. Il giorno 22, invece, con la Fregata "PERSEO" parte il "Nucleo da Ricognizione" per organizzare lo sbarco dei reparti..
Alle 10.30 del 26 agosto, a sole due ore e mezza dallo sbarco nel porto di JOUNIEH (5 Km. A Nord di Beirut)., la 2^ Compagnia Bersaglieri del Ten. Riccardo MARCHIO' raggiunge il bivio di HAZMIYE, punto origine della strada per DAMASCO ed in corrispondenza del margine anteriore dello schieramento difensivo palestinese. Le posizioni sono presidiate da reparti del PLA (Palestinian Liberation Army), armati ed inquadrati dall' Esercito siriano.
Agli occhi dei Bersaglieri si presenta un lungo e largo viale, noto come Galerie de Semaan, che dal bivio conduce ai quartieri Ovest della capitale libanese dove si trova asserragliato il grosso delle Forze siriane, Arafat con i suoi miliziani dell'OLP (Fedayin) e molte delle loro famiglie.
L'intera zona reca i segni dei cruenti combattimenti cessati solo da qualche giorno per consentire lo schieramento della Forza Multinazionale. Palazzi sventrati dalle bombe e trasformati dai difensori in fortilizi fanno da cornice al viale .
Sullo sfondo, in corrispondenza della Chiesa di St. Michel, il viale è sbarrato da un terrapieno alto 5 m. con un passaggio a labirinto disseminato da mine. Il terrapieno altro non è la prosecuzione della "LINEA VERDE" che divide Beirut nei due settori EST ⁄ OVEST.
Con questo scenario i Bersaglieri dovranno convivere per circa un mese.
Foto di Galerie de Semaan
Terrapieno
St. Michel
Città vecchia
Attuando la pianificazione messa a "punto" il giorno precedente dall' Ufficiale alle operazioni del Contingente (Magg. Antonio ROTUNDO), la Compagnia si interpone fra le forze nemiche a contatto lungo la "linea verde" e rileva le postazioni e gli appostamenti che da mesi i palestinesi occupano a cavallo dell' asse stradale.
Si tratta di apprestamenti difensivi in cemento armato ricavati nei piani bassi degli edifici, una volta abitazioni. Nei pressi c'è un carro T 55 di fabbricazione sovietica sistemato a "scafo sotto". Non è più in grado di muovere ma con il cannone perfettamente funzionante tiene sotto tiro le provenienze da Est ed in particolare un tratto della strada per Damasco.
Carro armato T 55
Postazione
Postazione di mitragliatrice
Il giorno precedente all'arrivo dei reparti il Comandate del Contingente accompagnato dal Comandante del Battaglione PLA ha effettuato una particolareggiata ricognizione delle postazioni da rilevare. Durante la ricognizione ha luogo un incontro con i rappresentanti dell' "ORGANIZZAZIONE ARMATA DEI COMUNISTI LIBANESI" e con i capi dei "MORABITUN" (movimento dei nasseriani indipendenti), con i quali vengono presi accordi per l'arretramento dei loro itinerari di pattugliamento attualmente a ridosso della "LINEA VERDE".
Anche con i rappresentanti del Partito "AMAL" (emanazione militar dei Sciiti), si tratta per farli arretrare dalla zona che sarà occupata dai Bersaglieri.
Durante tutti gli incontri c'è sempre stata la massima collaborazione, molta gentilezza ed anche un notevole apporto di notizie utili e preziose per quanto avremmo dovuto fare nei giorni seguenti.
Secondo gli accordi le nostre truppe non oltrepasseranno la sede della "Gendarmeria" situata a 100 m. a Ovest dalla Chiesa di St. Michel e dove è insediato il Comando dei Morabitun.
La strada, sempre verso Ovest, continuerà a rimanere minata e le mine saranno rimosse soltanto per permettere il passaggio delle colonne dei combattenti che partiranno per la Siria sotto scorta italiana. Tenteranno (!) però di bonificare il tratto di strada fra la Chiesa e la Gendarmeria, ma non sono sicuri di ricordare l'esatta ubicazione di tutte le mine.
Anche e soprattutto per questo motivo i Plotoni della 2^ Compagnia procedono con molta cautela occupando, una dopo l'altra, tutte le postazioni che dominano l'area circostante il settore assegnato
Le attività operative previste per questa prima giornata libanese, volte a creare una fascia smilitarizzata di 1 Km per 400 m. necessaria per consentire la formazione il controllo e la partenza delle colonne, si concludono alle ore 16.45 con la costituzione del "Check Point" di St. Michel, il più avanzato verso Ovest dello schieramento italiano.
Seppur in presenza di un "clima" di palpabile tensione, la pericolosa fase di interposizione fra le forze che si fronteggiavano volgeva al termine senza che si fossero verificai incidenti di sorta. Solo la riluttanza di un comandante palestinese nello sgomberare il suo posto comando e quella di un gruppo di "Morabitun" che non volevano ripiegare avevano fatto presagire il peggio, ma niente più.
I Reparti dell'Esercito libanese, ai quali i palestinesi si erano rifiutati di consegnare le posizioni, potevano ora raggiungere i Bersaglieri e riprendere il controllo del territorio che da cinque anni gli era precluso.
La reciproca resa di onori fra un plotone di Bersaglieri ed un Reparto del PLA ed una stretta di mano fra il Comandante del Contingente italiano ed il Comandante del settore, Colonnello siriano Hassan, suggellano la prima giornata operativa del Contingente.
Il pieno successo riscosso viene sottolineato dall'improvviso ed inatteso arrivo di Mr. Philip Habib (Ambasciatore USA, coordinatore delle operazioni di evacuazione dei Palestinese da Beirut), il quale vuole congratularsi di persona con i Bersaglieri per l'ottima riuscita dell'operazione sul cui esito pochi credevano.
Nel frattempo il grosso del Contingente, sotto la guida del Vice Comandante, raggiunge l'area della scuola "LA SAGGESSE" per occuparla ed organizzare il Comando e l'area logistica dove successivamente affluirà anche il nucleo "ANGLICO" della VI Flotta USA, composto da 3 Ufficiali e 15 fra Sottufficiali e Marins.
In caso di ripresa del conflitto che vanifichi l'opera della Forza Multinazionale e renda inutile la sua permanenza a Beirut, è compito di questo nucleo soddisfare esigenze di elicotteri da trasporto, per l'evacuazione d'emergenza del personale del Contingente, e di fornire il supporto di fuoco aereo-navale da parte delle navi che stazionano alla fonda davanti la città.
Da quando sono iniziate le ostilità le notti di Beirut non sono mai state silenziose, ma questa è particolarmente rumorosa; raffiche di fucileria e assordanti esplosioni le cui vampe illuminano il buio che grava su Beirut Ovest, si susseguono in continuazione. Sono i palestinesi ed i siriani che nell'imminenza della partenza distruggono i depositi di munizioni e quelle armi che non potranno portare al seguito per carenza di mezzi di trasporto.
VERSO LA SIRIA ATTRAVERSO LA VALLE DELLA BEKAA
Nei giorni successivi mentre una Compagnia presidia Galerie de Semaan, l'altra Compagnia Bersaglieri rinforzata da nuclei di Carabinieri, attraversava più volte la valle della BEKAA in mano israeliana, per portare in salvo i miliziani palestinesi del P.L.A. ed i soldati siriani delle HITTIN Brigade, QUADDISIYYAM Brigade e della 85^ Brigade appartenenti all' A.D.F. (FORZA DI DISSUASIONE ARABA).
Secondo gli accordi l'evacuazione deve avvenire con il concorso della Polizia libanese sulla quale grava la responsabilità di formare le colonne, censire numericamente i militari partenti ed accertarsi della qualità e quantità di armi e mezzi che abbandonano Beirut.
La richiesta israeliana di un rilevamento nominativo dei nemici in partenza era stata respinta. Per contro rimaneva il vincolo che tutti gli automezzi partiti da Beirut dovevano giungere a destinazione oltre la frontiera libanese.
Alle ore 06.00 del 27 agosto ha inizio lo sgombero della prima colonna composta da 215 automezzi di vario tipo con a bordo 1600 miliziani del PLA.
Gli israeliani dal bivio di Hazmiye controllano con particolare puntigliosità che tutto si svolga secondo quanto concordato con il "comitato politico militare". Forse indispettiti per il mancato censimento nominativo dei partenti fanno pesare la loro posizione di vincitori e adducendo ad un superficiale controllo numerico dei partenti da parte libanesi ostacolando e ritardano la partenza della colonna.
Per evitare l'insorgere di altre situazioni "cavillose", il controllo viene affidato al Contingente ed eseguito dal Capo Sezione OAI - Magg. Antonio ROTUNDO - e dal S.Ten. Sergio CUOFANO, comandante del Plotone che presidia l'area.
Un secondo arresto della colonna viene richiesto dagli "osservatori" israeliani secondo i quali cinque miliziani avrebbero abbandonato l'automezzo che li trasportava e si sarebbero dileguati nella boscaglia. Trattasi di una palese provocazione, comunque non accolta dal Comandante del Contingente che ha opposto un fermo rifiuto alle insistenze di un Generale israeliano che pretendeva che una Squadra di Bersaglieri , affiancata da soldati israeliani, rastrellasse la zona fino al ritrovamento ed all'eliminazione fisica dei "fuggiaschi".
La colonna procede senza altre difficoltà a parte le numerose "panne" dei malconci automezzi palestinesi che richiedevano frequenti interventi del Maggiore Giovanni GIUSTO e del "nucleo recupero" del Contingente per sgomberarli oltre confine.
La giornata ha termine alle 15,30 con l'arrivo della colonna a MASNA, località sul confine siriano.
Lo sgombero delle forze asserragliate nella Beirut Ovest si conclude tre giorni dopo con l'effettuazione di altrettante colonne. Complessivamente furono sgomberati 952 mezzi di vario tipo (carri armati, ruotati, artiglierie, lancia razzi, ecc…) e portati in salvo 6509 fra palestinesi del PLA e soldati dell'Esercito regolare siriano. Anche in queste giornate non mancarono pretestuosi "incidenti di percorso" che avrebbero potuto compromettere l'esito della missione di pace se alla fine non fosse prevalso il buon senso da entrambe le parti in conflitto.
Foto colonne
Con l'evacuazione delle forze mussulmane asserragliate nella Beirut Ovest era stata assolta solo una parte della missione del "GOVERNOLO". Il Reparto permane infatti a presidio dei " Check Point " e delle postazioni di Galerie de Semaan per altri undici giorni allo scopo di: proteggere da eventuali rappresaglie le famiglie dei palestinesi rimaste a Beirut, agevolare il rientro dei profughi libanesi che avevano abbandonato la città durante il conflitto e per consentire all' Esercito libanese di riacquisire completamente il controllo del territorio metropolitano.
La Missione "LIBANO 1" si avviava alla conclusione e l'operazione di "sganciamento" dei reparti ha inizio il mattino del 9 settembre con l'afflusso di una Compagnia Bersaglieri al porto di Beirut per rimpiazzare i Marines USA in partenza e quindi garantire la sicurezza al Contingente che nei due giorni successivi si sarebbe imbarcato per nuclei.
La Compagnia rimasta a presidio di "GALERIE DE SEMAAN" ed il "Posto di Medicazione", che dal primo giorno ha operato a favore della popolazione civile, affluiscono per ultimi in porto per l'imbarco seguiti dalla Compagnia posta a difesa dell' area portuale.
Foto Posto di Medicazione
La Missione del Contingente italiano si concludeva definitivamente alle ore 18.00 dell' 11 settembre 1982 con la partenza da Beirut delle navi scortate dalla Fregata "LUPO", non prima però di aver donato viveri e medicinali agli Enti assistenziali locali.
Il "GOVERNOLO" aveva portato a termine con pieno successo la Missione affidatagli, riscuoteva il plauso generale degli Alleati, della popolazione civile libanese e delle Nazioni che avevano beneficiato direttamente o indirettamente del suo intervento.
Foto visita Weinbergher
Nunzi Apostolico
Ambasciatore italiano
Partenza
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OPERAZIONE "LIBANO 2"
( 27 SET. 82 - 3 MAR. 83 )
A pochi giorni della partenza del Contingente da Beirut, il neo eletto Presidente Beshir Gemayel cade vittima di un attentato. Per rappresaglia la "FALANGE" (milizia maronita dei Gemayel), entra nei campi palestinesi di SABRA e SHATILA e massacra centinaia di mussulmani.
Le autorità libanesi e palestinesi chiedono insistentemente il ritorno della Forza Multinazionale a Beirut e quindi il 23 settembre, da pochi giorni rientrato in Patria, il "GOVERNOLO" riparte per Medio Oriente.
Foto di Chatila
Questa volta il 2° Battaglione partecipa alla missione nota con il nome di "LIBANO 2" inquadrati nel Raggruppamento Italiano in Libano (ITALCON) a fianco dei Parà della "Folgore" ed ai Marò del "San Marco"comandato dal Colonnello Franco ANGIONI.
Al momento dell' arrivo della Forza Multinazionale, la situazione in LIBANO vede schierate:
- le truppe siriane, con formazioni palestinesi, nella parte settentrionale ed orientale
del Paese;
- la "Falange" a nord di BEIRUT;
- l' esercito regolare libanese (poche Unità) in BEIRUT Est e nelle immediate
vicinanze;
- gli israeliani a Sud;
- l' UNIFIL, in una fascia di circa 10 Km. Immediatamente a Nord del confine
israeliano.
La Forza Multinazionale ( USA - FRANCIA - ITALIA ed in un secondo tempo
GRAN BRETAGNA), prende il controllo di BEIRUT OVEST con il compito di
"costituire una forza di interposizione in località concordate; assistere il Governo libanese e le sue Forze Armate nel ristabilimento dell'ordine e della sovranità nella zona di Beirut; tutelare la sicurezza della popolazione e porre fine alle violenze".
Ogni Contingente presidia un settore di Beirut: a Nord i francesi, al centro gli italiani, a Sud il Contingente USA ( area aeroportuale). Quello inglese, giunto a Beirut in un secondo tempo, verrà dislocato nella parte a Sud-Est della capitale.
Settori dei Contingenti
Il settore italiano, con un perimetro di circa 30 Km e con una popolazione per il 95% sciita, ingloba i due campi palestinesi di CHATILA e BORJ EL BRAJNE' abitati complessivamente da circa 24.000 persone.
In questa seconda missione il "GOVERNOLO" sbarca a BEIRUT il 27 settembre e si schiera subito a protezione del campo palestinese di BORJ EL BRAJNE' abitato da 15.000 palestinesi che, dopo quanto accaduto a Chatila, temono di essere il prossimo obiettivo. Il nostro ingresso nel campo infatti, ha provocato il terrore degli abitanti che fuggono urlanti. La disperazione lasciava subito il posto a manifestazioni di giubilo con lanci di riso nella nostra direzione appena riuscimmo a fare loro capire che eravamo militari italiani. Sanno di noi, di cosa abbiamo fatto nelle precedenti settimane e come ci siamo comportati.
Forse non immaginavano che reparti della Forza Multinazionale si sarebbero schierati a difesa diretta delle loro case, meno che meno che ad arrivare fossero i soldati italiani. Eravamo comunque desiderati ed i benvenuti. "ONLY ITALY" scritto con il gesso sulle imposte di legno delle finestre delle case del quartiere ne era la dimostrazione.
I nostri cingolati hanno subito formato una cintura di sicurezza attorno al rione, costituendo posti di controllo mentre squadre di bersaglieri si dislocavano in posti dominanti e pattugliavano, specie di notte, le tortuose viuzze dell'abitato.
Il 2° Battaglione Bersaglieri, nei soli trenta giorni di permanenza a Borj El Brajné, oltre alla sicurezza ha profuso tanta umanità e calore umano ed ha colmato con i propri medici alla carente assistenza sanitaria del luogo.
Di ciò ne è testimone vivente il piccolo GOVERNOLO HIBRAIN MUSTAFA' ALI' ZAN ZAN, cosi chiamato dai genitori perché venuto alla luce durante una notte di coprifuoco grazie al tempestivo intervento di una pattuglia di Bersaglieri comandata dal Ten. Sergio CUOFANO e all'opera del S.Ten. medico Ferruccio VIO (figlio del Tenente Emilio VIO del 3° Reggimento Bersaglieri, decorato al Valore Militare sul Fronte Russo quarant'anni prima. Buon sangue non mente!).
Foto di postazioni
Bimbo Governolo
Il 26 Ottobre, avvicendati dai Parà della "FOLGORE", i Bersaglieri sono destinati alla protezione di CHATILA dove resteranno fino al termine della missione del "SECONDO" a BEIRUT.
Presidi di "ceck point", posti di osservazione, pattugliamenti e rastrellamenti costitu-
iscono la principale attività operativa in atto senza sosta giorno e notte per garantire la sicurezza degli abitanti dei citati "campi".
Di particolare rilievo operativo durante la seconda missione del "GOVERNOLO" a Beirut va citato il rastrellamento svolto nel febbraio 1983 in una vasta area boschiva attorno al campo di golf a Sud-Est della capitale libanese, per individuare la zona di partenza di un razzo contro l'abitato di KHALDE' dove era in atto un "vertice" libano - israeliano.
Il rastrellamento si è concluso dopo poche ore con l'individuazione di due rampe di lancio sul tetto⁄terrazzo di un palazzo fortificato e disabitato. Una rampa era vuota e sull'altra era montato un razzo tipo Katiusha predisposto per il lancio "a tempo" tramite il collegamento con un "timer" di fabbricazione cinese.
Oltre alla precipua attività operativa, durante la "LIBANO 2" il Battaglione Bersaglieri "GOVERNOLO" ha anche assicurato il sostegno logistico a favore di tutto "ITALCON" fino ai primi di dicembre quando ha iniziato ad operare il neo costituito Battaglione Logistico di Raggruppamento, sorto dal graduale adeguamento e rafforzamento della Compagnia Comando e Servizi del Battaglione.
Anche durante questa missione i Bersaglieri del "SECONDO" hanno dimostrato grande efficienza, senso di disciplina, spirito di sacrificio e la consueta grande umanità già evidenziata in tante altre circostanze in cui il nostro Soldato si era reso protagonista.
Il 3 marzo 1983 il 2° Battaglione "GOVERNOLO" conclude la sua missione in Medio Oriente senza dover lamentare perdita alcuna e rientra alla Caserma "CADORNA" dopo oltre sei mesi di assenza.
Durante la permanenza del Battaglione all'estero la città di LEGNANO è sempre stata vicina ai suoi Bersaglieri dimostrando loro affetto e riconoscenza non solo accogliendoli festosamente al rientro ma stando loro vicini durante il lungo periodo di lontananza. Ne sono la testimonianza la solenne cerimonia voluta dal Comune di Legnano, il collegamento telefonico fra i bersaglieri a Beirut e le loro famiglie organizzato dalla "Famiglia Legnanese" la notte di Natale 1982 e, in particolare, i rapporti epistolari mantenuti dagli studenti legnanesi con i i Bersaglieri a Beirut, frutto dell' azione di sensibilizzazione svolta presso gli Istituti scolastici profusa dai Bersaglieri in congedo della locale Sezione " M.O. Aurelio Robino".
Foto cerimonia
Al 2° Battaglione Bersaglieri "GOVERNOLO" il Comune di Legnano ha conferito la Cittadinanza onoraria con la seguente motivazione:
I BERSAGLIERI DEL "SECONDO" IN SOMALIA
OPERAZIONE "IBIS 2"
I Bersaglieri del 2° Reggimento operano in Somalia dal 26 giugno al 9 ottobre 1993 inquadrati nella Brigata Meccanizzata "LEGNANO".
E' l'operazione "IBIS 2" che il Contingente italiano conduce nel quadro della Missione "UNOSOM II" sotto comando ONU.
Il 2° Reggimento è al Comando del Colonnello Franco SCARAMAGLI.
Il Comandante del Battaglione "GOVERNOLO" è, invece, il legnanese di adozione Ten. Col. Giuseppe FALOMI che, in aderenza della programmazione nazionale, il 30 luglio verrà avvicendato dal Ten. Col. Pierluigi SIMONELLI.
La Repubblica Somala nasce il 1° luglio 1960, poco tempo dopo la fine della decennale Amministrazione Fiducia di quel territorio affidata dall'ONU all'Italia.
L'unita statuale raggiunta non fa però finire le ataviche rivalità tribali che caratterizzano i rapporti politici interni dello Stato. Il perdurare e l'aggravarsi di tali rapporti porta il Generale Siad Barre ad assumere il potere nel 1969 con un colpo di stato militare. In tal modo nasce la Repubblica Democratica Somala.
Fra le forze fedeli a Siad Barre e numerosi movimenti di opposizione, formati non tanto da partiti politici ma principalmente dai diversi clan esistenti, non tarda ad iniziare una vera e propria guerra civile.
Fra questi movimenti di opposizione i più importanti sono:
- il Somali National Movement ((SNM) operante a Nord della Somalia;
- l'United Somali Congress (USC) nel Centro del Paese e nella capitale Mogadiscio;
- il Somali Patriotic Moviment (SPM) operante nel Sud.
L' USC conquista definitivamente Mogadiscio nel gennaio 1991 ed il suo leader Ali Mahdi è nominato Presidente provvisorio della nuova Repubblica Somala.
Alla lotta contro l'ex dittatore, che ha lasciato la capitale ma non la Somalia, si somma adesso la lotta interna all'USC - per assumere la direzione del nuovo Stato - fra i clan che fanno riferimento ad Ali Mahdi e quelli che si riconoscono nel Generale Aidid.
Al Nord nel maggio 1991 il SNM dichiara l'indipendenza della parte del territorio sotto il suo controllo mentre nel Sud regna l'anarchia generalizzata del tutti contro tutti.
Nel aprile 1992 nel Sud della Somalia capitolano le ultime forze fedeli a Siad Barre e quindi i vari clan vincitori possono ora concentrare tutti i loro sforzi nell'eliminazione reciproca. Nella capitale la lotta fra Aidid e Ali Mahdi si incentra sul controllo dei quartieri, delle singole abitazioni della capitale. La situazione della popolazione somala in generale e di quella urbana di Mogadiscio in particolare diventa tragica. Tragedia aggravata dalla pratica impossibilità di distribuire o di ripartire equamente gli aiuti umanitari che giungono in grande quantità all' aeroporto ed al porto di Mogadiscio provenienti da molte parti del mondo.
In presenza di tale critica ed insanabile situazione l'ONU interviene con ben 17 "Risoluzioni" del Consiglio di Sicurezza e fra queste la Ris. N. 794 del 3 dicembre 1992 che autorizza il Segretario Generale e tutti gli Stati membri "ad usare tutti i mezzi necessari per la creazione, il più presto possibile, di un ambiente sicuro per le operazioni di soccorso umanitario in Somalia", cioè ad agire secondo quanto disposto nel capitolo VII dello Statuto dell'ONU.
In tale scenario nasce l' operazione "Restore Hope, sotto guida statunitense, in sostituzione della missione dell'ONU "UNOSOM" ( UNITED NATIONS OPERATION IN SOMALIA) ritenuta inadeguata ad assolvere il compito per l'esiguità delle forze a disposizione. Nell'ambito della "Restore Hope" le Forze Armate italiane condurranno l'operazione "IBIS 1" in atto dal dicembre 1992 al 3 maggio 1993 quando, anche a causa dell'aumentata conflittualità fra i somali di tutte le fazioni e le unità americane, gli USA pongono termine alla "Restore" Hope" trasferendo la responsabilità delle operazioni ancora all' ONU che avvia la missione "UNOSOM II".
E' in questo contesto che, dal 5 maggio 1993 al 23 marzo 1994, l' Italia conduce la missione denominata "IBIS 2" intervenendo con la Brigata Paracadutisti "FOLGORE" prima e con la Brigata Meccanizzata "LEGNANO" poi.
Foto del settore
Il settore inizialmente assegnato al Contingente italiano era profondo circa 350 Km. da
Mogadiscio al confine con l'Etiopia, ed ampio circa 150 Km.
Le principali attività svolte dal Contingente nazionale sono dirette a ristabilire le condizioni minime di vita fra le popolazione locale. In particolare, scorta ai convogli con aiuti umanitari, distribuzione di viveri e medicinali, protezione dei depositi di materiale ancora da distribuire ed interventi sanitari a favore della popolazione.
Dal punto di vista strettamente militare, le attività si incentravano sul controllo dell'area di responsabilità, mediante pattugliamenti e posti di controllo fissi, rastrellamento di edifici e perquisizioni per realizzare il disarmo delle fazioni in lotta.
Foto varie
Il 30 Agosto 2003, con la sospensione del Servizio Militare di Leva, decretato dal Parlamento, e con la costituzione delle Forze Armate professional"i a base volontaria, il 2° Bersaglieri viene ridotto a "Nucleo di Attivazione".
Compito del "Nucleo" è quello di procedere, in caso di emergenza, alla ricostituzione dell' Unità. Nel frattempo la Bandiera da Combattimento del Reggimento è custodita dal Reggimento Artiglieria a
Cavallo di stanza a Milano.
In tale circostanza l' Amministrazione Comunale ha concesso la Cittadinanza Onoraria al Reggimento con la seguente motivazione