Tra i cieli di Milano e Brianza, un festival e alcune storie di voli in mongolfiera
Oggi siamo qui a segnalarvi, in realtà con largo anticipo, proprio per l’arrivo delle festività pasquali, il Festival del Volo che prenderà avvio dall’1 e si protrarrà fino al 25 aprile al Parco di Monza. Insomma dietro l’angolo! Ma la cosa più accattivante, oltre ad un interessante allestimento di documentazione fotografica e di cimeli presso la Villa Mirabello, all’interno del parco, sarà il fatto che da sabato 23 a lunedì 25 aprile sarà organizzata una “tre giorni” dedicata alle mongolfiere con la possibilità di provare l’emozione di un volo frenato su un pallone areostatico. E tutto gratuitamente.
Ora la notizia in sé sembra già una vera meraviglia. Ma oltre a rievocare l’impresa nella stesso luogo dove il marchese Marsilio Landriani, poliedrico scienziato e studioso milanese, il 15 novembre 1783 lanciò in volo nella stessa identica area due palloni, ha , come vedremo, anche un legame profondo con la nostra città. Per varie ragioni.
Questo evento cade a centodieci anni di distanza dalla Esposizione Internazionale di Milano del 1906, dedicata ai trasporti moderni, e che vide il trionfo della sezione dedicata al volo aereo, nonché ai palloni areostatici, già fiore all’occhiello della città. Ad essi era stata riservata un’ampia area, situata ai margini del Parco Sempione che in seguito divenne sede della prima Fiera di Milano dalla quale partirono numerosi voli e che fu teatro di numerose competizioni. L’impresa più significativa compiuta dai temerari che si cimentarono in queste gare, fu quella portata a termine l’11 novembre del 1906, da parte di un grande sportivo milanese, Celestino Usuelli (1877-1926), già molto noto soprattutto per le sue esplorazioni e scalate sulle Ande peruviane ed ecuadoregne. Quel giorno di novembre, Usuelli attraversò le Alpi con un pallone aerostatico, gonfiato a idrogeno, compiendo in poco più di quattro ore il percorso fra Milano e Aix-les-Bains, in Savoia. Negli anni seguenti Usuelli divenne prima pilota e poi anche costruttore di dirigibili, che realizzava in un opificio di Milano-Bovisa, non lontano dalle Officine del Gas.
Ma quello del volo aerostatico è sempre stato un pallino nella testa dei vecchi milanesi. E questo ci porta ad una storia ancora più lontana nel tempo. Siamo nel lontano XVIII sec., quando un nobile cittadino di Milano, il conte Paolo Andreani decide di sperimentare, a sue spese, l’invenzione dei fratelli Montgolfier, da cui il sistema di volo di sollevamento di un pallone (tramite l’immissione di un gas più leggero dell’aria) prese il nome.
L’agiato e nobile personaggio, piuttosto eccentrico, nato nel Palazzo Sormani Andreani, che oggi ospita la nostra Biblioteca Centrale del Comune di Milano e di cui una via retrostante ne ricorda le nobili origini, si era messo in testa di replicare un volo così eccentrico con tanto di presenza umana a bordo, cosa che lo differenziava sostanzialmente dall’esperimento prima citato, del marchese Marsilio Landriani. Così nel febbraio del 1784, Paolo Andreani e i fratelli Gerli sarebbero stati i primi esseri umani a volare in pallone in Italia, partendo da un appezzamento di terreno all’interno di un’altra villa Andreani, in quel di Brugherio. Gli oscuri fratelli Gerli, Carlo, Giuseppe e Agostino, in realtà già all’inizio del 1783 avevano fatto volare una mongolfiera di circa due metri di diametro nei pressi di Porta Venezia. Motivo per cui Andreani commissionò a sue spese ai tre fratelli la costruzione di una mongolfiera di circa 23 metri di diametro, con l’involucro perfettamente sferico, in tela rivestito all’interno di carta e racchiuso in una rete alla quale era appesa una navicella di vimini. Il braciere per il riscaldamento dell’aria all’interno dell’involucro utilizzava come combustibile legno di betulla ed una mistura di alcol, trementina ed altri ingredienti.
Rimasero in aria circa 25 minuti, atterrando peraltro senza danni. Il pallone pesava circa una tonnellata a cui vanno sommati il peso di tre occupanti e quello del combustibile per un totale al decollo di circa 1300 kg. L’impresa non solo richiamò varie personalità dell’epoca, tra cui il nobile illuminista Pietro Verri, che così la commentò “Mirare l’ampia mole, pari a vasto palazzo e più capace assai di grandissimo nostro teatro, galleggiare senza ondeggiamenti, era portento da scuotere qualunque cuore.”, ma ebbe così tanto eco da ispirare alcune belle parole persino dello storico Cesare Cantù.
In seguito Andreani compì alcune altre ascensioni. Per quella del 13 marzo l’aerostato fu modificato e reso di forma più ovoidale. In questa occasione la mongolfiera salì fino a 1537 metri di quota e volò per circa mezz’ora atterrando a 8 km dal punto di decollo. In seguito a questa nuova impresa, il 28 marzo, durante una rappresentazione a cui era presente, fu oggetto di una standing ovation al Teatro La Scala e il letterato Giuseppe Parini gli dedicò i due sonetti Per la salita fatta fin oltre le nubi col globo di Mongolfier e per felice ritorno dell’intrepidissimo signor Don Paolo Andreani nobile milanese e Per la macchina aerostatica.
Nei decenni successivi i milanesi ebbero varie occasioni per assistere ad esibizioni di mongolfiere e palloni, presso l’Arena Civica, soprattuto in età napoleonica, e tutte con intento di spettacolo. Ora dopo avervi raccontato di quante belle storie di volo aerostatico sono passate per i prati e i cieli di Milano, non mi resta che invitarvi a vedere la mostra e gli eventi organizzati in occasione del Festival del Volo.
DOVE: Area intorno a Villa Mirabello, Parco di Monza. Dal 1 al 25 aprile. Dal 23 al 25 aprile, il Festival del Volo si concluderà con i voli in Mongolfiera!