Legnano story - note personali
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In pensione la "Biloria" con l'ultimo vetturale
 
La cintura di ferro che taglia in due l'abitato di Legnano ha sempre creato seri problemi urbanistici e di viabilità' e molti ancora oggi restano insoluti.
Quando nel 1858, epoca in cui la carrozza regnava sovrana, era stata decisa la costruzione di una ferrovia destinata ad unire Milano al Varesotto con una diramazione per la Svizzera, attraverso il tunnel del Sempione, nessuno si era certo posto quesiti per gli attraversamenti dei paesi e citta' che la strada ferrata avrebbe toccato.
Il secondo tronco Rho Gallarate realizzato nel 1861 fu accolto con grande giubilo dai legnanese che vedevano nel moderno mezzo di trasporto una ulteriore possibilità' di sviluppo delle loro attività' industriali e mercantili.
La ferrovia cosi' come l'autostrada, ha avuto infatti un ruolo determinante per l'economia di tutto il Legnanese. Poi la citta' ebbe con le prime industrie una espansione, quasi imprevista e le case si andavano affiancando alle cascine agricole della periferia con un ritmo sempre piu' rapido.
La "cintura di ferro" creava cosi' i primi seri problemi dilatati anche dall'avvento della motorizzazione.
I passaggi a livello costituivano un intralcio per il movimento tra la zona Est e quella Ovest della citta' che si popolava sempre piu'.
I carri, gli automezzi e le biciclette, per evitare lunghe attese, non avevano altra alternativa del sottopassaggio di via San Bernardino ed in centro, per oltre mezzo secolo, l'attraversamento pedonale, che liberava dalla schiavitu' della sosta dinanzi ai cancelli chiusi, era assicurato da una vecchia passerella di legno con intelaiatura in ferro. Una immagine caratteristica e famigliare. Si trattava di un impianto rozzo, antiestetico che ricordava un po' le "sky-ways" della vecchia Cicago, ma comunque funzionale. Con il colorito epiteto dialettale privo di un preciso significato, la passerella era chiamata "Biloria". Esisteva tra l'edificio nel quale trovano posto il buffet e i servizi viaggiatori e i "cancelli" del passaggio a livello, dalla parte opposta di casa Enrico Mazza, quella del popolare "pruin", famoso tassista di Legnano che e' restato al volante fino ad oltre ottant'anni.
Della "Biloria" abbiamo trovato un'immagine molto riuscita, che ha riferimenti di luogo e tempo attorno agli anni trenta, nel disegno del pittore Aldo Mari.
Qualche anziano legnanese ha un nostalgico ricordo della traballante passerella sulla quale si avventurava da bambino per vedere passare i treni o magari per il gusto matto di farsi investire dal fumo della vaporiera, in mezzo al quale sembrava di essere nel regno dei sogni. Al di la' della stazione, oltre Corso Italia, c'era il Bombaglio, le case operaie del Banfi, la cascina Flora, con le sue torri merlate e, sullo sfondo, l'attuale piazza del Popolo chiamata allora piazza "d'ul Pin Fare'".
A quei tempi non c'era ancora il grave problema dell'attraversamento perche' i treni non transitavano ancora con grande frequenza. Erano lenti ed arrivavano, sbuffavano, scampanavano e sferragliavano ed era impossibile non sentirli lontano un miglio. Il loro fracasso svegliava di soprassalto i due brumisti che sonnecchiavano sui loro lando' in attesa dei viaggiatori in arrivo.
Ma le cose un po' di anni dopo cambiarono. La prima amministrazione che dovette occuparsi seriamente del problema dell'attraversamento della ferrovia fu quella presieduta dal Sindaco Fabio Vignati nel 1922,  che diede l'incarico al giovane geometra Boraschi di studiare una soluzione, che pero' venne accantonata perche' costava troppo per le finanze locali.
Si riaffaccio' durante l'anmministrazione del podestà' avvocato Carlo Balestri e poi ancora con l'avvocato Alfredo carusi quando il problema si era ormai ingigantito. La soluzione dell'attraversamento della ferrovia era ormai un cavallo di battaglia della propaganda podestarile e politica. Per indurlo a rendersi conto della situazione, si ricorda che i legnanesi fecero sostare persino Benito Mussolini in occasione della sua visita in citta' nel 1934 per piu' di un quarto d'ora davanti al passaggio a livello della stazione.
La pratica rimase ugualmente lettera morta anche dopo che nel 1940 venne eliminata la vecchia  "biloria" in fase di convertimento del sistema di alimentazione elettrica della ferrovia con la realizzazione della linea aerea in luogo della terza rotaia.
Sotto il cavalcavia la nuova linea non poteva passare e del resto la "biloria" cominciava a denunciare problemi di staticita' e venne sostituita da un sottopasso ciclo-pedonale.
Finita la guerra, torno' a galla il problema ferroviario, ma il sottopasso centrale sembro' assorbirsi in una soluzione globale che era stata avanzata: lo spostamento della ferrovia ad Ovest dell'abitato, auspice l'allora sindaco Rag. Anacleto Tenconi.
L'amministrazione ferroviaria non era contraria a rettificare la linea liberando Legnano dal problema degli attraversamenti, con la prospettiva di trasformare in una strada di circonvallazione l'attuale sede ma chiedeva al Comune in cambio un contributo finanziario di un miliardo circa. L'onore venne ritenuto allora enorme ed oltretutto si era creato una specie di divisione tra i legnaesi sulla questione:  Chi propendeva per questa soluzione e che invece preferiva la stazione e la ferrovia dove ra, con adeguate opere di attraversamento in corrispondenza di Piazza Monumento, di via Montebello, e in Via San Michele del Carso.
Ebbe allora inizio il tormentato iter per la realizzazione almeno del sottopasso centrale e si tratto' di superare dapprima gli ostacoli urbanistici, poi burocratici ed infine finanziari.
Di questa'opera, destinata, come e' poi avvenuto, a mutare il volto di una intera zona della citta' e favorire lo sviluppo del rione dell'Oltrestazione se ne e' parlato per oltre venti anni. Finalmente nell'ottobre del 1965, durante l'amministrazione presieduta dal ing. Luigi Accorsi, il sottopasso centrale pote' essere inaugurato.  La "cintura di ferro" era finalmente spezzata.  Un nuovo passo avanti verso la Legnano del futuro. E non a caso molti anziani legnanesi in quell'occasione rievocarono al vecchia "biloria" anche se già' relegata tra le memorie del passato. Sulla pagine delle "Cronache Legnanesi" del quotidiano "La Prealpina", illustrato in una ottima rievocazione di Guido Piero Conti, viene pubblicato il riuscito bozzetto di Aldo mari che ci riportava indietro nel tempo: Gente frettolosa che scende e sale per le scalette della "biloria", una sbuffante locomotiva vecchio tipo, un lando' con vetturale (uno degli ultimi rimasti in citta', forse "ul Giuan Cuteleta" in persona)  in attesa dell'apertura dei cancelli, presso la garitta del casellante, contrassegnata con il numero 33. Ed ecco la riaffiora un ricordo "sfocato nel tempo".
Come per tanti angoli della vecchia Legnano.
 
 
 
 
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