Legnano story - note personali
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Legnano, l'ingegnere archeologo
 
Quanto deve l'Italia dei musei alla passione antiquaria dei privati? Difficile fare dei conti precisi, certo moltissimo, e gli esempi importanti si chiamano, per restare in ambito lombardo: Poldi Pezzoli a Milano, Carrara a Bergamo, Palazzo d'Arco a Mantova, l'ala Ponzone a Cremona, Museo delle Armi a Brescia.
E per i Legnanesi, appena dietro l'angolo, la Fondazione Pagani di castellanza. Fatto questo rapido giro di orizzonte, si puo' tornare a casa per trovare un' altra dimostrazione di mecenatismo tutto particolare, non cioe' di tipo sponsorio o ereditario ma interpretato in termini di iniziativa filantropica personale, diretta.
Accadeva infatti negli anni 20 di questo secolo che un severo ingegnere meccanico, Guido Sutermeister, arrivato a Legnano da Intra per lavorare alla Franco Tosi, dovesse spostarsi di frequente in Puglia e nelle zone dell'Antica Magna Grecia per collaudare le pompe costruite dallo stabilimento di piazza Monumento. l'anima tecnologica dell'ingegnere coabitava pero' con l'anima umanistica, nel senso che Sutermeister trovava la sua via di Damasco in direzione della ricerca archeologica alla quale finiva per dedicare molto del suo tempo libero.
Una snella pubblicazione comunale del maggio 1984 precisa che "le raccolte archeologiche del Museo Civico di Legnano sono il risultato di una assidua ricerca condotta dall'ingegner Guido Sutermeister negli anni 1925 - 1964, nel territorio della citta' e delle zone limitrofe. Grazie all'appassionato studioso, attorno al quale si si uni' ben presto un gruppo di sostenitori che diede vita alla società' Arte e Storia, si rese possibile nel 1928 la costruzione, con l'utilizzo dei resti originali, di un edificio che riprendeva la pianta della dimora quattrecentesca della famiglia dei Lampugnani, che divenne la sede del Museo cittadino".
 
Sutermeister, dopo ogni viaggio nel Sud, portava a Legnano pezzi archeologici ed in seguito ispettore onorario della Soprintendenza alle antichità' della Lombardia, si impegnava in intense campagne di scavo nel territorio, delle quali rimane testimonianza significativa nei materiali che hanno dato vita al museo legnanese.
L'edificio al numero 2 di via Mazzini, che ospita le raccolte di Sutermeister, e' il frutto di un exploit di tipica intraprendenza e concretezza legnanese. L'antico maniero dei Lampugnani (risalente al XV° secolo) era entrato nell'area del cotonificio Cantoni, dovendo cedere alle esigenze di sviluppo dello stabilimento (si trattava comunque di mensa).
Era il 1928: non tutto andava perduto di quel che rimaneva e infatti si utilizzavano alcune parti murarie per costruire la sede museale, riproponendone le linee quattrocentesche, trasferendole da via Cantoni in via Mazzini.
Le "talpe" Legnanesi, guidate da Sutermeister, scavavano un po' dappertutto nel circondario, approfittando anche delle occasioni offerte dagli scavi  altri, come nel caso dei lavori per la provinciale che unisce Castellanza con Busto Arsizio con Saranno: tra il 1926 e il 1928, a La Montagnola, località' Paradiso, Sutermeister trova il reliquato di una lunga scodella a forma di campana, riferibile alla cultura di Remedello, cioe' all'eneolitico finale (2000 - 1800 a.c.).
Ancor prima pero', nel 1925, l'ingegnere poteva esplorare un terreno ai margini di via Novara, tra le vie Giusti e Firenze, riportando alla luce un sepolcreto con 200 tombe ad incenerazione, databili I° secolo d.c. Tra il 1925 e il 1926, altri ritrovamenti di eta' augustea nel fondo Vignanti a San Giorgio su Legnano (1925), nel fondo Della Vedova a San Lorenzo di Parabiago (via Marco Polo 3, 1934), a Canegrate, nel 1946, fino ai sepolcri di eta' tardoromana ( IV° d.c.), trovati alla costa di San Giorgio (1925 - 1926), in via Leoncavallo, a Legnano e poi a Bienate.
Mettendo in ordine quel che aveva trovato o portato a Legnano, l'ingegner Sutermeister aveva privilegiato nella collocazione le località' di provenienza dei reperti. Diventato civico nel 1970, il museo veniva riordinato secondo criteri cronologici, indifferentemente dalla localizzazione del ritrovamento.Fra l'altro il patrimonio della raccolta legnanese si era arricchito, nello stesso 1970, delle scoperte dovute alle esplorazioni del gruppo subacquei di Legnano, guidato da Luraschi e Pontiggia, nel lago di Monate (Varese).
Fin dal 1864 erano stati individuati a Cadrezzate insediamento palafitticoli dell'eta' del bronzo con tre stazioni importanti: le ricerche, poco piu' di un secolo dopo, conducevano alla definizione di un abitato "molto rappresentativo e ricco di informazioni".
Al visitatore di presentano materiali selezionati e studiati. La collocazione e' avvenuta nella sala della loggetta e i reperti esposti cronologicamente in base ai contesti tombali ed alla provenienza: nella sala della Torre per i reperti di eta' romana, proposti seguendo la tipologia e l'uso.
Il museo racconta insomma la prima storia di Legnano e delle civiltà' contermini, della cultura di Remedello e quella di Canegrate, della Golasecca e La Tene' (celtica), del periodo romano agli stanziamenti longobardi.
Nel patrimonio museale c'e' anche una raccolta numismatica, esposta im mostra permanente: Del tutto fuori epoca, pero' sempre interessante, la presenza di un pittore come Gaetano Previati (1852 - 1920), ferrarese di nascita, vissuto a Milano e ispirato da soggetti epici trovati nella storia, come la Battaglia di Legnano del 1176. Tre sue tele si possono ammirare in una sala. Il museo offe spazi anche per mostre tematiche
 
 
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