Legnano story - note personali
Precedente  |  Successivo ]     [ Su  |  Primo  |  Ultimo ]     (Article 7 of 293)
 
 
Le origini
 
Tuttavia possiamo tentare di rifarci alle testimonianze costituite nella necropli di Canegrate: quasi duecento sepolture affiorate nel 1926 durante gli scavi che aveva disposto l'ing. Guido Sutemeister, uno dei piu' appassionati ricercatori di storia legnanese. Solo piu' tardi nel 1952, il prof. Rittatore pote' approfondire gli studi esplorando completamente la necropoli. I risultati di questa indagine paletnologica permisero di configurare la zona del territorio di Legnano con forme di vita pur primordiali ma abbastanza geniali e organizzate. I primi progenitori della cittadinanza legnanese, stando ai risultati degli studi che avevano preso avvio alla "civilta' di Canegrate" dovevano appartenere ad una tribu' ligure, che si era insediata in quella larga fascia di terreno incassata in mezzo a due zone collinari e solcata dal fiume Olona, anticamente chiamato Vepra, quindi Oleunda, e poi Orona. Qui i primi abitatori di legnano avevano impiantato le loro capanne sui rilievi piu' riparati e sicuri dalle periodiche inondazioni del fiume e poco oltre l'attuale "Costa di San Giorgio" avevano il loro cimitero.
Ed e' appunto la necropoli di Canegrate che ci offre la prima traccia storica di sicuro affidamento per costruire quale poteva essere l'attivita' e la natura dei nostri progenitori.
Indubbiamente erano agricoltori o pastori che traevano dalla terra e dal bestiame di che vivere. L'Olona doveva essere anche molto pescoso; ed ecco un altro facile alimento.
Cominciarono in un secondo tempo a lavorare la lana e a tessere i primi rozzi indumenti per ripararsi dal freddo e dalle intermperie.
Intorno a questo avvallamento naturale popolato vi erano boschi e brughiere. L'insediamento di questa tribu' celto-ligure doveva costituire una specie di isola in mezzo ad una zona non ancora esplorata ed arida. Il che spiegherebbe anche come questi abitatori abbiano conservato le loro tradizioni e il loro linguaggio. Ed e' un fatto che la diversita' del dialetto legnanese da quello di Gallarate e Saronno.
Tuttavia vi furono nel IV° secolo a.c. delle infiltrazioni galliche come e' dimostrato da alcune tombe tipiche dei galli che sono state ritrovate nei sepolcreti della zona con i relativi oggetti e attrezzi solitamente in uso tra le piu' potenti tribu', che erano guidate dal condottiero gallo BELLOVESO, sceso in Italia seicento anni prima di Cristo. Il fatto che le tribu' che si erano stanziate nella fascia legnanese dell'Olona avessero gia' una loro personalita' ed una civilta' tenace, e' proprio confermato dal mantenimento del primitivo dialetto ligure, non soffocato dall'influenza dei nuovi venuti.
Come ha annotato anche il prof. Augusto Marinoni, nel dialetto legnanese vi sono caratteristiche ben precise, come la conservazione delle vocali finali delle parole, quali: tempu, vegiu, laci, genti, cadute nei territori piu' influenzati: temp, vecc, lacc, gent, cartteristiche che si riscontrano tanto a Legnano ( ed anche nella confinante Busto Arsizio con ceppo comune nella popolazione) come a Genova e in tutta la Liguria.
Stando ai ritrovamenti e agli scavi fatti, non solo attorno alla necropoli di Canegrate, ma anche in altre zone dell'attuale citta' si e' potuto tracciare una mappa delle abitazioni dei primitivi abitatori della futura Legnano. Essa si estendeva lungo un tracciato che occupava un'area di circa un chilometro quadrato con case disposte ai lati collinosi del percorso dell'Olona e sull'altura di ponente (alla quale si accedeva all'incirca lungo l'asse dell'attuale via Lega) ora occupata da piazza Monumento e dal primo tratto della via XXIX Maggio.
Il territorio venne successivamente aggregato alla regione Insubria che aveva come capoluogo Castelseprio. Gli Insubri, fondatori di Milano, di tutto il Piemonte, della Lombardia e dell'Emilia, vennero profondamente gallicizzati anche nella lingua. La civilta' gallica, dopo questa aggregazione, si ramifico' anche nel territorio sul quale piu' tardi dovra' formarsi Legnano ed il tipo gallico, nelle caratteristiche somatiche, lo si puo' riscontrare in qualche vecchio ex contadino della zona: capo oblungo, fronte spaziosa, naso leggermente ricurvo verso il basso, mento promimente.
 
 
 
Nel 222 a.c. i romani soggiogarono queste popolazioni. Le terre vennero poi occupate nel 93 dal triumviro Lucio Licinio Grasso.
Inizia cosi' il periodo Imperiale-Romano, seguito dall'epoca delle dominazioni barbariche alle quali anche la zona della futura Legnano non dovette certo restare estranea.
I Longobardi vi si installarono in quanto avevano notato in questa plaga una certa raffinatezza di vita delle popolazioni e quindi prospettive future a loro favorevoli. Questo periodo di benessere che attravervavano le popolazioni legnanesi, si puo' dedurre della ricchezza degli ornamenti, oggetti ed armi affiorati in seguito a ricerche archeologiche.
Quanto al toponimo "Legnano" vi sono state in passato varie dispute di studiosi di toponomastica non tutti concordi sulla derivazione del nome della citta'. Le varie tesi (come quella che sosteneva fosse LADEGNANO il nome piu' antico) non erano suffragate da documenti probanti. La piu' accettabile, invece, e' quella del prof. Marinoni che perviene alla conclusione che il toponimo "Legnano" contiene il nome di un antico proprietario terriero. "Laenius", di eta' romana, ampliato non il suffisso, pure romano, -ano, fino a formare Laeniano o Laenianum.
Se le testimonianze della nostra preistoria si sono affidate a sepolcreti di Canegrate, i documenti archeologici che attestano la presenza romana a Legnano sono imponenti: centinaia di tombe romane sono affiorate un po' ovunque nel territorio sul quale si estende oggi la citta'. Anche gli oggetti rinvenuti nelle sepolture comprovano che la popolazione, pur continuando ad essere dedita all'agricoltura ed alla pastorizia, aveva gia' cominciato a trovare fin d'allora le prime applicazioni a carattere artigianale. Dalla tosatura delle pecore, alla filatura, alla tessitura della lana e quindi alla lavorazione delle pelli degli animali. Alcuni dei rozzi strumenti di lavoro rinvenuti nelle sepolture sono conservati nel Museo Civico e rafforzano tali testimonianze.
Da questo imponente complesso di reperti archelogici si rileva come Legnano ed il suo territorio in eta' romana fosse popoloso e le genti che vi operavano, sfoggiassero gia' una certa agiatezza. Anche il notevole numero di armi di varie foggie (alcune anche di forma inconsueta) farebbero pensare ad una attivita' primordiale artigianale di discreta genialita' nella fabbricazione di oggetti atti alla difesa e all'offesa.
Nel periodo della dominazione longobarda si svilupparono lungo il corso dell'Olona i mulini dei quali se ne trovano tracce fin dal IX° secolo. Notevole incremento diedero all'attivita' agricola gli arcivescovi di Milano che ebbero in feudo da Carlo Magno la zona di Legnano, e curarono in modo particolare appunto i mulini, dai quali evidentemente ricavavano notevoli utili.
 
 
 
L'agreste pace operosa che regnava tra le popolazioni della zona subi' delle scosse nel corso delle lotte tra i vari pretendenti alla investiture e i confini tra Stato e Chiesa.
Ecco che anche a Legnano si consolido' il principio della erezione di un Comune con una forma autonoma di governo, dove i cittadini provvedevano in proprio a difendere la liberta' contro i soprusi degli imperatori e dei loro nobili aggregati. Facevano parte di Legnano Rescaldina, San Giorgio e Castellanza.
In questo periodo vediamo sorgere il primo simbolo di unione tra i comuni lombardi, il Caroccio, che innalzava la croce quale simulacro di fede ma anche di unione tra le popolazioni, preoccupate di difendersi dalla baldanza e dalle angherie dell'imperatore Federico Barbarossa. La Lega dei Comuni lombardi non fu che il naturale sfogo nel tentativo di scrollare per sempre dai Comuni il giogo imperiale. La Battaglia di Legnano, che nel 1176 si inseri' quasi come un epilogo a questi primi moti di ribellione, rappresento' appunto il primo fatto d'armi che vedeva combattere fianco a fianco i cittadini di diversi comuni e che avevano lasciato da parte gli interessi e le egemonie individualistiche per affrontare il comune oppressore. E in questo clima si inquadra la disperata ed estrema difesa attorno al Carroccio che si concluse vittoriosamente il 29 maggio 1176 nelle campagne tra Legnano e Busto Arsizio.
Al periodo posteriore alla battaglia di Legnano si fanno risalire varie costruzioni agricole e palazzi fortificati e sontuosi che preludono ad un'epoca di splendore.
La Battaglia di Legnano e la successiva pace di Costanza offrirono un po' piu' tranquillita' anche alle popolazioni del legnanese. Il XII° e XIII° secolo furono caratterizzati da una rinascita intellettuale e spirituale. E' in questo periodo che vennero costruiti nuovi conventi, ospizi, opere di beneficenza e vennero abbellite le chiese e gli edifici.
 
 
 
Il periodo di maggiore prosperita' per il borgo di Legnano risale ai secoli XV° e XVI° quando cioe' molte famiglie nobili milanesi avevano consolidato i propri possessi adattando anche in loco sedi per i loro soggiorni estivi ed in questo periodo di splendore coincide appunto con la costruzione della basilica di San magno.
Ma la storia elargisce alternativamente gloria e decadenza, splendore e miseria, ed il secolo successivo segno' anche per Legnano come per tutta la Lombardia un infausto periodo: la peste e le guerre ridussero la popolazione addirittura dell'80% e causarono la miseria. La pellagra fu la sua prima comparsa e proprio a Legnano venne descritta compiutamente e vi furono specialisti in grado di curarla con notevole efficacia. Legnano ebbe il triste primato del primo pellagrosario che si ebbe nel convento di Santa Chiara (la costruzione che in parte ancora resta all'ex n. 5 di Corso Italia, nell'isolato tra largo Seprio e via Giolitti).
Tra il XIX° secolo Legnano era un borgo di circa 4000 anime, concentrato nei due nuclei abitati attorno alla basilica si San Magno con estensione verso Ovest e al di la' dell'Olona in quel di Legnanello.
L'abitazione dei contadini legnanesi aveva una forma ben individuata: un grande cortile rettangolare con il caseggiato verso la strada e la cascina sul lato opposto; agli altri due lati le stalle e i depositi, Fino ad ora l'economia del Borgo di Legnano si fondava sull'agricoltura e sulla attivita' dei molini, olche che sull'artigianato che, come abbiamo visto, ebbe gia' le prime espressioni nell'epoca romana.
Soltanto il commercio e l'artigianato, nel quale ultimo scaturirono poi le industrie che poi consolidarono l'agiatezza di Legnano in epoca piu' vicina alla nostra, frutto' all'economia locale qualche ricchezza che non usciva dalla cerchia del borgo. L'agricoltura dava infatti forti rendite ai proprietari terrieri che per lo piu' risiedevano a Milano o in altre citta' Lombarde. La storia piu' recente e, se vogliamo, un po' quella attuale, per quanto riguarda la conformazione economica e industriale di Legnano si e' sempre trascinata il retaggio di quella struttura, rimasta a caratteristica a differenza, ad esempio, di Busto o di Gallarate.
Gli imprenditori che hanno avuto grandi fortune nel periodo dell'industrializzazione, provenivano dall'esterno e continuarono a mantenere fuori dalle mura cittadine le loro residenze.
 
 
fine pagina