Legnano story - note personali
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Le Origini
 
Legnano sorge a mezza strada Tra Milano e i Laghi, sulle rive dell'Olona, nel punto in cui la valle di questo fiume, dopo un lungo tratto nel quale si presenta stretta e ripida e nel quale tocca tra gli altri gli abitati di Castelseprio, Cairate, Fagnano, Solbiate, Olgiate e Castellanza e si allarga e si abbassa. Da tutto ciò si comprende facilmente quale ruolo la posizione geografica abbia avuto nello sviluppo di questo borgo. ) Da "Il territorio Insubre nella Eta' Romana" in Storia di Milano.) Infatti già in epoca preromana, essendo i traffici abbastanza vivaci da portare alla formazione nell'Europa centrale di un'unica cultura detta "La Tène", è presumibile che la valle dell'Olona fosse percorsa da una strada; questo fatto sarebbe confermato dal ritrovamento di tracce di borgate di epoca preistorica a Parabiago, Legnano e Castelseprio.
In particolare quindi Legnano risulterebbe abitata da epoca remotissima e del tutto appare infondata, di conseguenza, la tradizione secondo la quale il villaggio sarebbe stato fondato dal console Lucio Licinio Grasso, Governatore della Gallia Cisalpina, il quale, guerreggiando in Val d'Olona con Quinto Muzio Scevola, avrebbe fondato il borgo imponendogli il nome Forum Licinii. ) Da Legnano, in "Legnano").
Questa fantasiosa ipotesi, sempre secondo questa tradizione, sarebbe confermata dall'antico nome "Licinianum" che ricollegherebbe la fondazione, se non al console, per lo meno a qualcuno dei numerosi capitani che in questo esercito portavano il nome di Licinio.
Su questa ipotesi non si può certo essere d'accordo, dal momento che non e' suffragata da alcuna testimonianza: inoltre non risulta altrove il toponimo "Licinianum", secondo l'Olivieri ) Aggiunte al dizionario di toponomastica Lombarda in "Archicio Storico Lombardo", 1939, pag. 264) il nome più antico sarebbe Lemoniano o Leminiano. Tuttavia questo toponimo, che compare in alcune carte medioevali, e tra l'altro Ledegnano, anch'esso attribuito al nostro borgo, non sembrano avere alcuna relazione con esso, mentre nel documento più antico e noi pervenuto il nome di Legnano, nella variante di Legnanello, suona Lenianellum. Per quanto riguarda il nome quindi l'ipotesi piu' probabile resta quella secondo la quale esso deriverebbe da un nome di persona ) L'Olivieri a sostegno di questa ipotesi riporta l'esempio di Luminiano, anticamente Liminiano che deriva da Limenius, nome di persona.), probabilmente Laenius e Linius: si tratterebbe quindi di un aggettivo prediale sorto in eta' romana.
Quale sia l'origine del nome, e' comunque certo che in questo luogo si ebbe uno stanziamento in epoca molto antica, forse da parte di una  tribu' ligure rimasta isolata tra i boschi e sopravvissuta al generale insediamento gallico; questa ipotesi e' suffragata da substrati tipicamente liguri presenti nel dialetto locale.
Cio' nonostante si sono avuti nella zona di Legnano alcuni importanti ritrovamenti di  origine gallica: in particolare essi si riferiscono alla cosiddetta civiltà gallo-romana, cioè a quella civilta' nata dalla fusione dei Galli invasori con le popolazioni da loro sottomesse e successivamente con i Romani. ) A. Passerini.).
I ritrovamenti in questione sono elencati dall'Ing. Sutermeister ) da Legnano Romana, Legnano 1939) che presenzio' personalmente ala maggior parte degli scavi, e attualmente raccolti nel museo civico di Legnano.
I luoghi che hanno dato piu' cospicui ritrovamenti sono la zona del sagrato della chiesa quattrocentesca del monastero di Santa  Maria degli Angeli, ormai da tempo distrutta ) Si tratta di una tomba senza anfora cineraria e con corredo di ornamenti di epoca tipicamente gallica e di un' altra tomba con vaso cinerario e corredo di oggetti in bronzo.), la zona cosiddetta ) Tra l'altro n vaso gallico a .) e, a Canegrate, la zona a circa 100 metri dalla chiesetta di Santa Colomba ) Da ciò Sutermeister argomenta la continuità attraverso i secoli di una zona sacra a vari culti successivi.). Di altri ritrovamenti dello stesso tipo Sutermeister dà notizie che trae indirettamente da alcuni opuscoli e delle quali non si può trovare conferma essendo andati dispersi gli oggetti in questione. In particolare il Ricci ) La Necropoli di Legnano.) riferisce sul rinvenimento di una tomba di donna in una casa di Via Sempione ) Vi sarebbero stati rinvenuti un chiodo, una punta di lancia, una armilla ed altro.), mentre il Pirovano ) Memorie Postume di Legnano, 1883) ricorda i ritrovamenti fatti alla Cascina Ponzella e alla Cascina Buon Gesù.
Difficile dunque dire quale sia stato effettivamente il peso avuto dai Galli nella storia della nostra città. Certo e' che, in quest'epoca, gli stanziamenti nella nostra zona avvenivano lungo le rive dei laghi e lungo le paludi; forse nella stessa Legnano esisteva allora una palude che farebbe pensare al tipo di terra presso il Castello ) )  e l'insediamento sarebbe avvenuto dunque nelle terre piu' alte. Questa ipotesi sarebbe confermata dal fatto che, anche nei secoli successivi, la parte piu' bassa della valle, accanto al fiume, continuo' ad impaludarsi e dall'altro fatto significativo che i luoghi dei ritrovamenti di epoca gallica e romana corrispondono alla sommita' dei due modesti rilievi, che sovrastano l'Olona da un lato e dall'altro.
Con l'avvento dei romani venne mantenuto sostanzialmente il rozzo ordinamento gallico che era costituito dalle singole tribu' che, riunite, formavano cio' che i Romani chiamavano civitates e che erano dotate ciascuna di un proprio territorio, detto da Romani Pagus e suddiviso in vici cioe' villaggi.
Tuttavia le funzioni di questo schema di organizzazione furono limitate al campo religioso ed amministrativo. Probabilmente Legnano ebbe entro questo quadro la funzione di Vicus e fu assai forente, almeno a giudicare dalla tracce lasciate in essa dalla dominazione Romana.
Infatti i centri rurali piu' floridi in questo periodo sembra fossero proprio quelli a nord-ovest di Milano; in particolare lungo la valle dell'Olona si sussegue una serie di vici la cui importanza e' testimoniata dalla quantità e dalla qualità dei ritrovamenti: Parabiago ) Vi sono ritrovati un sepolcreto, con tombe risalenti anche al secolo I a.C. ed una lanx argentea con figurazioni del ciclo di Cibele e Attis.), Legnano e, più a nord, Sibrium che deve la sua prosperità al  fatto d trovarsi all'incrocio delle due vie della valle Olona e da Novara a Como, e che avrà un ruolo di primaria importanza nella storia di tutta la regione nei secoli successivi.
Ma tornando in particolare a Legnano, come abbiamo detto, le testimonianze della vita romana nel nostro villaggio sono degne di essere prese in considerazione.
Le zone di maggior interesse in questo senso si susseguono lungo le rive dell'Olona e precisamente, nel lato destro, da Castellanza a S. Giorgio e in quello sinistro, da Marnate a Legnano.
Più precisamente nel lato destro incontriamo una vasta necropoli nella zona della chiesetta di S. Martino ) Secondo i calcoli di Sutermeister, questa necropoli compresa grossomodo tra le vie Roma, Garibaldi, Milazzo e Bellingera, avrebbe un'estensione di circa 60.000 metri quadrati e si collegherebbe perciò a beneficio di 27.000 pertiche, concesso nel secolo XV al monastero di S. Maria degli Angeli e situato a nord del monastero stesso, cioè proprio in questa zona.), costituita per tre quarti da tombe cristiane e per un quarto da tombe tardo-pagane. Proseguendo incontriamo la celebre necropoli di via Novara, comprese tra le vie Novara, Firenze, Giusti: dalle monete ritrovate in queste tombe si può con una certa sicurezza datare l'intero complesso all'epoca dell'Impero da Augusto a Caligola (I sec. a.C. - 1 Sec. d.C.), a parte un piccolo gruppo di sepolture risalenti all'epoca di Licinio Costantino ( IV sec. d.C.).
 
Le suppellettili trovate in questa necropoli corrispondono all'uso generale della Lombardia, vale a dire c'e' abbondanza di vasetti e scarsita' di oggetti in bronzo, poche monete e solo in bronzo; mancano quasi totalmente le armi, mentre sono frequenti gli oggetti collegati in qualche modo all'agricoltura e alla pastoriziaQuesta necropoli presenta numerosi aspetti interessanti, tra cui una kisteriosa divisione interna tra nord-est a sud-ovest tra due settori, quello di levante a sepolture piu' modeste, l'altro assai ricco. Questa differenza non sembra giustificata secondo Sutermeister ne' dalla diversa epoca ne' a discriminazioni di natura economica-sociale..
Sempre proseguendo lungo il lato destro dell'Olona troviamo, presso l'attuale cimitero, la necropoli della cosiddetta "costa di San Giorgio", che si puo' datare all'incirca al secolo II° d.c. e comprende tombe ad inumazione e incenerizione, divise in due settoriLa presenza di una specie di fossa comune, un poco discosta dalle altre tombe, ha fatto pensare a Sutermeiister che la peste del 252 / 266 d.c. abbia colpito,, e in misura abbastanza considerevole, anche Legnano..
Tracce di tombe dell'epoca augustea sarebbero state scoperte anche a San Giorgio a ponente della via Umberto I° e in altri luoghi, ma se ne hanno notizie vaghe e indirette.
Dal lato opposto del fiume si sono avuti ritrovamenti dell'epoca augustea presso Marnate, andati dispersi; inoltre altre tracce di tombe si sono ritrovate nella zona detta "paradiso" e sepolture del basso impero a Legnanello, nella zona che porta il significativo nome tradizionale di "La Morta". Proseguendo lungo questo lato del fiume non si sono fatti altri ritrovamenti, perche' il declivio, anticamente abbastanza scosceso, e' stato poi corretto nel corso dei secoli per permettere la coltivazione: si tratta infatti della zona dei cosiddetti "colli di S. Erasmo" che, coltivati a viti dai tempi assai remoti, producevano un vino assai rinomato fino a qualche decennio fa.
Nella zona di legnano si sono ritrovate anche alcune are e precisamente un'ara dedicata a Diana, a Gorla Maggiore, a Vulcano e San Giorgio, e ad una divinita' imprecisata, a Rescaldina; inoltre a Legnano si e' ritrovato un cippo funerario, alla cascina San Bernardino, un cippo votivo a Vulcano ed un cippo di epoca imperiale, a Legnanello.
Da quanto si e' detto sopra, si possono trarre alcune considerazioni di carattere generale.
Una prima osservazione ci e' suggerita dal fatto che, come si diceva sopra, dall'esame delle numerose tombe rinvenute a Legnano e' risultata evidente l'abbondanza di oggetti legati all'agricoltura e ancora di piu' alla pastorizia, mentre mancano, invece, totalmente le armi.
Se ne puo' concludere che il nostro borgo in epoca romana non era un presidio militare fortificato, ma un centro rurale nel quale le condizioni del tempo rendevano piu' redditizio coltivare a cereali i terreni bassi e vicini alle abitazioni, i quali, essendo vicini al fiume, erano anche i piu' fertili, e lasciare a pascolo le terre piu' alte.
Non sembra peraltro che in legnano venisse esercitata una particolare attivita' industriale: l'artigianato, anche nei secoli successivi, fu sempre di entita' assai modesta e strettamente limitata alle necessita' locali. Forse si puo' congettuare, dalla frequenza con cui si ripetono certi marchi di  fabbrica, che il borgo abbia avuto in epoca romana delle fabbriche di terracotta, per lo piu' di qualita' semplice ma di un certo livello artistico.
Queste osservazioni si accordano col quadro generale della campagna milanese in questo torno di tempo: la base dell'economia e' sempre di carattere agricolo. Cio' sarebbe confermato anche dalla toponomastica della zona che, come nel caso di legnano, consente frequentemente di ravvisare un collegamento tra il nome del villaggio e quello di colui che vi possedeva un fondo; cio' sarebbe da attribuirsi al fatto che nel catasto romano la registrazione dei fondi avveniva sotto il nome del proprietarioQuesta osservazione confermerebbe la tesi dell'Olivieri che fa derivare il nome di Legnano da quello di una persona.. D'altra parte la frequenza di questi toponimi porterebbe ad escludere la presenza qui di grandi latifondi i quali sarebbero, in ogni caso, abbastanza improduttivi in una zona dove il terreno, fertile e pianeggiante, suggerirebbe gia' di per se' uno sfruttamento intensivo.
Circa le coltivazioni, sappiamo da Polibio e Strabone che questa zona dava straordinaria abbondanza di prodotti agricoli, in particolare frumento, rape, ortaggi vari in genere e soprattutto vino. Era praticato anche l'allevamento dei suini e degli ovini, che produceva lane pregiate, lavorate in loco e che era strutturato sulla base di tante piccole greggi e non assumeva la forma del pascolo estensivo.
La proprieta' della fertile terra di questa zona costituiva di per se' una certa ricchezza, ma le condizioni dell'agricoltura di quel tempo non erano tali da consentire un reddito abbastanza alto da permettere al proprietario di vivere in citta', disinteressandosi della coltivazione. Questo stretto legame fra il proprietario e la sua terra fu uno dei fattori di sviluppo dell'agricoltura locale e fece si che,  essendo questa zona assai intensamente popolata e ben sfruttata, risentisse meno delle altre del contraccolpo della crisi economica che colpi' lo stato romano nel periodo del tardo impero, benche' un certo impoverimento progressivo si avverta anche nella stessa Legnano, ad esempio nel corredo funerario, sia qualitativamente che quantitativamente.
Legnano comunque, come tutta la zona circostante, gravito' sempre su Milano e risenti' profondamente di tutte le modificazioni di carattere politico-economico, che nel corso dei secoli mutarono la struttura sociale della citta'.
Cosi' appunto quando la situazione militare del basso impero, minacciato da nord, porto' alla ribalta Milano, divenuta improvvisamente la chiave di volta di tutto il sistema difensivo, anche la campagna circostante risenti' della mutata situazione. Infatti quando la corte imperiale si trasferi' a Milano, si ebbe in quella citta' una notevole concentrazione di capitali, che trovo' il suo sbocco naturale, secondo la concezione romana, nell'investimento terriero. Si formano cosi' nuove, ma esiterei dire grandi, proprieta', nelle quali erano mutate soprattutto il rapporto fra il proprietario con le sue terre: trattandosi di grandi personaggi di corte, il centro dei loro interessi era Milano e nella sua campagna trascorrevano, al piu', periodi di riposo in sontuose ville.
Questa apparente prosperita' e' tuttavia un prodotto artificioso della presenza a Milano dell'apparato burocratico imperiale, che fa di questa citta' un'isola di ricchezza nella generale decadenza. In realta' la crisi economica che travaglia l'impero non tardera' a rivelarsi anche qui, non appena questa illusoria "estate del morti" avra' chiuso il suo corso e le invasioni barbariche avranno liquidato definitivamente gli ultimi resti dell'impero.
 
 
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