Legnano story - note personali
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Il Tirassegno
Inizi ‘900- Poligono da tiro Tirassegno
Nel 1879 su iniziativa di vari cittadini si costituiva la Società del Tiro a
Segno in Legnano, che fu la prima sorta nella provincia di Milano, ebbe
come Presidente onorario Giuseppe Garibaldi e come Vice Presidente
Benedetto Cairoli. Con Regio Decreto del 9 dicembre 1883 la Società
privata si trasformò in Società Comunale di Tiro a Segno Nazionale, con
relativo Campo di Tiro. La società ebbe alti e bassi tanto che nel 1890
erano registrati solo 147 soci, saliti poi nel 1912 a 892 soci. Numerose le
gare a cui partecipò e organizzò tale da essere temuta in tutta Italia. Nel
1890 si distinse nella prima gara di Tiro a Segno Nazionale e in quella del
1895 a Roma. Nel 1892 venne ampliato il campo di tiro che passò alla
società Pro Legnano che lo cedette in affitto alla Società di Tiro.
Trovandosi il campo di Tiro nel centro abitato, per esigenze di piano
regolatore, venne abbandonato e costruito un nuovo Campo di Tiro al
termine dell’attuale viale Cadorna. Il nuovo poligono venne inaugurato il
31 maggio 1934 in occasione della rassegna militare della Divisione
Legnano.
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La Biblioteca Popolare
Corso Magenta - Ingresso Cortile Palazzo Ottone Visconti
Nel 1907 sull’esempio di altre città, venne fondata l’Università-Biblioteca
Popolare con sede nel fabbricato di via Magenta attiguo all’asilo del
tempo. La Biblioteca consisteva in un vasto salone per conferenze, aula di
lettura e ben oltre 1000 volumi dati in lettura su richiesta ai soci, ed era
provvista di una enciclopedia universale consultabile in loco.
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L’Ospedale
Arch. Luigi Broggi Progettista dell’Ospedale
In un periodo di straordinario progresso e con un costante incremento
demografico la situazione sanitaria diventava un esigenza urgente.
I legnanesi affetti da malattie gravi erano obbligati a recarsi all’Ospedale
Maggiore di Milano affrontando un lungo viaggio in carro su strade spesso
malandate. Per le malattie meno gravi nel legnanese erano attivi tre medici
condotti e due farmacisti.
Primo passo del Comune di Legnano per la costruzione di un ospedale
avvenne il 30 maggio 1899, il consiglio comunale deliberò l’istituzione di
un Comitato costituito dal Sindaco, dal prevosto, dal presidente della
Congregazione di Carità il notaio legnanese Cesare Candiani e da persone
illustri della città. Presidente del Comitato venne eletto Cesare Candiani.
Il 12 maggio 1901 dal sindaco Antonio Bernocchi fu posata la prima
pietra, il progetto fu assegnato all’architetto Luigi Broggi mentre la
direzione lavori venne affidata al responsabile dell'ufficio tecnico
comunale Renato Cuttica. Sul CHRONICON, registro nell'Archivio della
Parrocchia, il Rev.do Parroco Don ZAROLI annotava :
12 Maggio 1901
Era sentito vivissimo il bisogno di un Ospedale in Legnano in seguito allo
sviluppo enorme dell'Industria e del Commercio. Un Comitato di persone
generose fra i maggiori censiti e padroni di stabilimenti pensò a
raccogliere i fondi necessari per un primo padiglione, avendo già regalato
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il terreno necessario ad erigere l'edificio la locale e benemerita
Congregazione di Carità.
I lavori proseguirono fino a settembre 1903. Il 18 ottobre 1903 avvenne la
cerimonia d’inaugurazione del primo padiglione dell’Ospedale Civile
(situato nell’attuale via Candiani appositamente a lui dedicata), grazie alle
sottoscrizioni popolari e al contributo degli industriali legnanesi.
1903 Nuovo Ospedale nella Parocchia di Legnanello
Il giorno successivo all'inaugurazione l'ospedale fu subito operativo con il
servizio di ambulanza chirurgica e con la prestazione sanitaria erogata da
due medici condotti, il personale infermieristico era composto da personale
laico e da suore. Prima Superiora delle Suore presso l'Ospedale: Suor
Paolina Granata dell'Istituto Santa Maria Bambina di Milano.
18 ottobre 1903 - Inaugurazione del primo padiglione dell'ospedale civile di Legnano
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L’Ospizio di Sant’Erasmo
Ospizio di Sant’Erasmo prima della demolizione
E’ forse la più antica Istituzione Legnanese di Beneficenza, nata per
l’assistenza ai vecchi di Legnano. Non si ha notizie precise riguardo
l’origine; ma si sa che esisteva prima del 1300 e si ritiene sia stato fondato
dal poeta e maestro Bonvesin de La Riva (Buonvicino) del III Ordine
degli Umiliati. Ciò desunto da un'iscrizione che si leggeva sulla sua tomba,
dove si afferma che egli aveva fatto «costruire l'hospitale di Legnano».
I due testamenti lasciati da Bonvesin della Riva, parlano di usufrutto e cioè
di quel tanto (in vino, noci e in una somma in denaro) che i frati dirigenti
dell'Ospedale dovevano mandargli come affitto dei terreni e delle case da
lui lasciate all'Ospedale stesso. Nel secondo testamento, del 5 gennaio
1313, mentre Bonvesin vecchio e malato è vicino alla morte, egli rinuncia
all’affitto accontentandosi di una messa domenicale in suo suffragio,
all'altare di S. Erasmo nella chiesetta annessa al “hospitale”.
L'Ospizio, sfuggito per un po' di anni all'accentramento disposto dal Duca
di Milano, per favorire l'Ospedale Maggiore che era in costruzione, passò
alle Sue dipendenze nel 1463, ma poi si rese nuovamente indipendente.
Verso il 1600 l'Ospizio servì anche per raccogliere i bambini appena nati e
abbandonati dai loro genitori. Dice una cronaca che vi venivano portati
anche dalla Svizzera e lasciati alla “ruota” dell’hospitale. Da Legnano
erano poi inviati con carretti all'Ospizio di S. Caterina della Ruota di
Milano. Generalmente però l'Hospitale fu adibito, come d'origine, a
ricovero di vecchi poveri e infermi, che vi erano mantenuti a spese
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dell'Opera Pia, la quale distribuiva pane e vino anche ai poveri non
ricoverati.
Nel Settecento, sotto il dominio austriaco, all’Ospizio fu confermata la
funzione di “luogo pio” di natura misericordiosa, destinato soprattutto ad
anziani indigenti. Ne assicuravano l’assistenza sia i lasciti provenienti da
privati, che i proventi ricavati dai terreni.
Ospizio Sant’Erasmo - Parete affrescata sul lato di Via Sempione
Nel periodo napoleonico la gestione dell’Ospizio Sant’Erasmo venne tolta
dal Capitolo di San Magno, che lo aveva gestito da secoli, e venne
assegnata alla Congregazione di Carità, organismo composto da Prefetto,
Prevosto, Podestà e da membri nominati dal Ministro del culto.
Con la proclamazione del Regno d’Italia, nel 1862 L’Ospizio Sant’Erasmo
riordinò e ampliò le sue strutture edilizie per ospitare un maggior numero
di anziani indigenti, e fu mantenuta la Congregazione di Carità sostenuta
anche da finanziamenti comunali.
Strada Granda (Via Sempione) a sinistra l’Ospizio Sant’Erasmo
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All’inizio del Novecento è Presidente della Congregazione di Carità
Cesare Candiani, co-fondatore dell’Ospedale civile di Legnano, che
sostiene la necessità di un nuovo fabbricato dato che l’Ospizio era ormai
privo di strutture adeguate, fatiscente e con mura pericolanti. Diminuite in
seguito le entrate, la vita dell'Ospizio si prolungò a stenti fino al 1919, e
poiché non rispondeva più alle moderne esigenze, si dovette chiuderlo. Nel
1923, il Preposto di S. Magno Mons. Cav. Eugenio Gilardelli, volendo
evitare che da Legnano si dovessero inviare i poveri vecchi infermi nel
ricovero di Cesano Boscone o in altre località, si rivolse al Sindaco
Comm. Fabio Vignati, esortandolo, con una lettera del 1 maggio 1923, a
trasformare in atto l'idea che il Sindaco aveva già preannunciato, di creare
cioè nel luogo dell'antico Ospizio di S. Erasmo, una Casa di riposo per i
vecchi indigenti del Comune di Legnano.
Il sindaco comm. Vignati, con la partecipazione di molti benemeriti
raccolse varie offerte e procedette subito alla esecuzione dei lavori per la
costruzione del nuovo Ospizio di S. Erasmo, su progetto dell'Ing. Bianchi
della Commissione per la conservazione dei Monumenti.
I lavori vennero prontamente iniziati sotto la direzione tecnica dell'ing.
Morganti ed il 28 ottobre 1927 ebbe luogo con gran soddisfazione del
pubblico l’inaugurazione dell'edificio.
Una costruzione di pregevole architettura, che riproduce le linee dello stile
quattrocentesco. Nell'atrio d'ingresso sono murate due lapidi di marmo,
una contenente i nomi dei benefattori con l'indicazione della somma
offerta, l'altra per ricordare che « Giuseppina e Fabio Vignati per i vecchi
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inabili al lavoro, della loro Legnano, ricostruirono dalle ruine, l'Ospizio,
per renderlo più bello, più forte, più grande, come le nuove Fortune
d'Italia ». La lapide porta la data del 30 ottobre 1927, Anno VI dell’Era
Fascista.
L'Ospizio di S. Erasmo ha statuto ed amministrazione propri e possiede
una rendita propria alla quale si aggiungono i redditi provenienti da eredità
e legati.
Ciclo di affreschi inerenti la vita di Sant’Erasmo
Il ciclo di quattro affreschi inerenti la vita di Sant’Erasmo presenti sulla
parete esterna del vecchio edificio, databili nel 1400 e di autore ignoto,
dopo varie peripezie con denunce e incomprensioni tra Congregazione e
Sopraintendenza, vennero “strappati” su incarico del Comune dai fratelli
Annoni di Milano, distacco poi eseguito dal pittore legnanese Gersam
Turri.
Gli affreschi raffiguranti la Distribuzione delle patenti di povertà,
l’Arresto, il Martirio e la Flagellazione di S.Erasmo vennero dapprima
custoditi nella cappella dell’Ospizio ma date le dimensioni e la mancanza
di sicurezza vennero spostati: uno nella chiesa di Sant’Erasmo e gli altri tre
nell’Ospedale di Legnano. Alla dismissione del vecchio ospedale gli
affreschi rientrarono presso l’Ospizio.
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Le Scuole e le Case
Le prime scuole comunali a Legnano vennero istituite nel 1820,
inizialmente solo maschile col maestro Giuseppe Terreni dal 1822 anche
femminile con la maestra Claudia Mazza. Le sedi erano locali di fortuna,
in affitto o canoniche presso le chiese.
Nel 1832 le due scuole maschili e una femminile vennero collocate nella
casa dell’Ing Guido Bossi situata tra la via del Teatro e il Vicolo
Castelseprio (attuale via Verdi e Largo Seprio) e lì rimasero fino al 1850.
Successivamente vennero spostate in via del Voltone (attuale corso
Magenta) in una casa del Marchese Cornaggia. Nel 1859 la Legge Casati
obbligò tutti i Comuni a provvedere gratuitamente all’istruzione
elementare di tutti i cittadini. Nel 1860 alle tre scuole comunali si aggiunse
anche una scuola pubblica tenuta dalle Suore di Legnanello voluta e
fondata da Donna Barbara Melzi.
Nel 1862 il Comune di Legnano spostò le scuole comunali in un’altra casa
del Marchese Cornaggia dato l’aumento del numero di scolari, ma il
continuo aumento di alunni rese insufficiente anche quest’ultimo luogo,
nel 1883 il Comune decise allora di acquistare lo stabile della ex-filanda
Rogorini passata alla ditta E.Cramer e C. situata nella piazza Umberto I e
lo trasformò in aule scolastiche arrivando a 10 scuole elementari con 525
alunni. Ma la continua richiesta di aule portò il Comune nel 1896 ad
acquistare lo stabile del convento di Sant’Angelo per adibirlo a scuola (le
future Scuole Mazzini), nel 1897 gli iscritti alle scuole pubbliche erano
1649.
Nel 1902 il Comune costruì alla Ponzella una scuola mista rurale in un
edificio a due piani, la scuola oltre agli scolari della Ponzella raccoglieva
gli scolari di San Bernardino e Mazzafame
Nel 1904 il Comune aveva avviato un progetto di formazione. Sotto la
direzione dell’ingegnere comunale Renato Cuttica aveva costruito la
scuola elementare comunale Cesare Cantù con la capacità di 700 scolari ed
una scuola tecnica comunale nei locali provvisori del Municipio.
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1902 – Ponzella La chiesa in primo piano e dietro le Scuole Comunali
Dopo 3 anni la scuola divenne ben presto insufficiente e si dovette
ampliarla con altre 4 aule per un totale di 17 aule e 4 locali, 2 adibiti a
uffici per la Direzione e 2 per abitazione del custode.
Scuole Elementari Comunali Cesare Cantù
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Altre scuole private erano già presenti sul territorio : le Barbara Melzi
fondata nel 1860 suddivisa in Scuola femminile (Scuola privata di carità)
e Asilo infantile, la scuola femminile Bevilacqua, l’Opera Pia infantile in
via Magenta , il collegio maschile Silvio Pellicodiretto personalmente dal
cav. Egidio Assi, (da cui derivò la Regia Scuola Tecnica poi Regia Scuola
Complementare ed infine Regia Scuola di Avviamento Commerciale Tosi)
e la scuola elementare all’interno dello stabilimento Tosi.
Attestato Collegio Silvio Pellico
Ma la necessità di avere personale ben preparato portarono la Giunta
Comunale con sindaco Attilio Agosti, subentrata a quella di Antonio
Bernocchi, a deliberare un “primo corso con insegnamento ordinato” e a
intraprendere un progetto di creazione di un istituto tecnico.
Il Cavaliere del Lavoro Antonio Bernocchi, nominato nel 1905, incaricò il
prof. Assi Egidio di studiare la fondazione di una Scuola Professionale
Operaia di primo grado.
Mentre avanzava il progresso e le masse di operai facevano a gara per
entrare nelle aziende di Legnano (dove chi entrava negli stabilimenti
Dell’Acqua e Bernocchi doveva essere in grado di leggere e scrivere), due
grandi imprenditori legnanesi Carlo Dell’Acqua e Costanzo Cantoni
affrontarono i problemi della casa e dell’istruzione per combattere il
conflitto sociale che si andava inasprendo.
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Case Dell’Acqua attuale via Pietro Micca
Tra il 1905 e 1906 il Cotonificio Cantoni aveva costruito l’attuale villa
Jucker, tipica villa padronale, e nel 1908 costruì le prime le case operaie
Cantoni in via Pontida imitando le case operaie della Franco Tosi costruite
a fine secolo precedente e quelle di Carlo Dell’Acqua erette nell’attuale
via Mazzini e via Micca costruite nel 1906.
Villa Jucker 1908 - Case Operaie via Pontida
Successivamente vennero costruite le case in via Volta, suddividendo case
nei palazzoni per gli operai e villette per gli assistenti e gli impiegati.
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Case Operaie Cantoni via Volta
Case operaie Cantoni via Volta
Case operaie Cantoni via Volta Lavatoio
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Nel 1912 si iniziarono i lavori per la costruzione di altre case operaie
Dell’Acqua e una nuova scuola in via XX settembre dedicata a Giosuè
Carducci. La scuola venne completata in tempi brevi il 1° ottobre 1913 le
nuove 18 aule potevano già essere utilizzate.
Scuole Comunali Giosuè Carducci
I maggiori industriali della zona operanti nel Consiglio Comunale della
Giunta Agosti, si imposero di istituire un corso completo d’istituto tecnico
a partire dall’anno scolastico 1917-1918.
Nel frattempo nel 1913 il Comune aveva acquistato un terreno di 5.500 mq
per la costruzione di un edificio scolastico, nel 1915 venne presentato un
progetto dall’ing. Moro e successivamente completato dal geom. Guatteri,
il progetto venne approvato nel’agosto 1916 e nello stesso anno si iniziò la
costruzione. Dato i problemi della guerra, la costruzione subì seri
rallentamenti e contenziosi con la ditta costruttrice.
Finalmente nel settembre 1920 venne dato il via all’utilizzo della
costruzione per i corsi della Scuola Tecnica, di quello che sarà poi l’Istituto
Tecnico “Carlo Dell’Acqua” l’attuale edificio, dove la Scuola Tecnica
Pareggiata iniziò a operare. Successivamente negli anni dal 1928 al 1934
l’edificio venne restaurato ed ampliato.
Carlo Dell’Acqua, proprietario dell’omonimo Cotonificio, da consigliere
comunale divenne poi onorevole alla Camera dei deputati, per Legnano fu
un grande benefattore, contribuì a innumerevoli progetti nella Legnano in
espansione, oltre alla costruzione dell’acquedotto, dell’ospedale civile e
alla casa di cura nel suo interno. Alla sua scomparsa avvenuta il 1 agosto
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1918 numerosi imprenditori, parenti e amici vollero onorare degnamente la
sua memoria con donazioni a favore dell’Istituto Tecnico Comunale Carlo
Dell’Acqua.
Scuole Carlo Dell’Acqua
Grazie all’industriale cav. Antonio Bernocchi, noto benefattore e sindaco
di Legnano dal 1901 al 1902, nell’anno 1919-1920 iniziò il suo
funzionamento la Scuola Libera Professionale di 1° Grado situata in
piazzetta d’Assi.
Il 3 giugno 1921 l’industriale cav. Antonio Bernocchi, già Grande Ufficiale
della Corona, con documento notarile regalò un terreno di 9.840 mq e
265.000 lire depositate in Buoni del Tesoro quinquennali a favore della
costruzione di un moderno istituto scolastico per l’avviamento al lavoro
degli operai intestato a suo nome, con la condizione che la Scuola
Professionale venisse costituita in ente morale.
L’edificio doveva sorgere su una proprietà comunale affinché gli edifici
restassero proprietà comunale. Il Comune acquistò a un prezzo irrisorio il
terreno dall’ente Bernocchi, che provvide a proprie spese alla costruzione
della Scuola con il costruttore cav. Freguglia e donata il 2 maggio 1924 al
Comune di Legnano che la prese in carico dal 1 ottobre 1924. La Scuola
Libera Professionale divenne nel 1925 Regia Scuola di Avviamento
Industriale Bernocchi.
Il 5 ottobre 1924 la Scuola venne inaugurata con la città di Legnano in
festa. Numerose le autorità locali e dei paesi vicini, numerose le bande
musicali cittadine e dei paesi limitrofi e numerosa la partecipazione di tutte
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le maestranze delle varie filature e tessiture Bernocchi, e nel pomeriggio la
presenza del presidente del Consiglio Benito Mussolini.
Mussolini inaugurò la scuola ascoltando i discorsi del cav. Bernocchi, del
preside Strobino e di un operaio, a nome del sindaco Fabio Vignati
consegnò una medaglia d’oro al cav. Bernocchi e anche lui ne ricevette
una. Al termine scoprì la lapide nell’atrio a ricordo della donazione della
Scuola tenendo un discorso a tutte le maestranze convenute rivolgendo un
monito perché tutti amino la Scuola che dovrà creare maestranze migliori
non solo istruite ma anche preparate tecnicamente. Dopo aver posato
l’ultima pietra della Scuola si sposta in corteo negli stabilimenti Bernocchi
dove inaugura una lapide in memoria di 43 operai deceduti nella Grande
Guerra.
1929 - La Scuola Libera Professionale Antonio Bernocchi
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Il Sanatorio “ ELENA di SAVOIA”
Inaugurato il 19 giugno 1924, alla presenza di S.M. la Regina Madre e a
Lei titolato. Fu fortemente voluto da un Comitato di cittadini presieduto
dall’ Ing. Carlo Jucker che volle fosse allestito modernamente per
affrontare il grave problema della tubercolosi.
Iniziò ad operare il 28 giugno dello stesso anno. Il 27 aprile 1925 fu
visitato da S.M. il Re, che con Regio decreto l’11 settembre 1925 lo eresse
a Ente morale con il nome: “Istituzione di assistenza ai tubercolotici”.
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Negli anni 1926-27 al fabbricato centrale vennero aggiunte la palazzina
per l’abitazione dei medici e altre costruzioni per l’alloggio del Cappellano
per i servizi di ambulanza e il dispensario. Il sanatorio poteva ospitare fino
a 120 ammalati di ambo i sessi distribuiti in camerette o in dormitori da
4,6 o 8 letti. Venne dotato di apparecchiature moderne per la radiologia,
diatermia, raggi ultra violetti e inoltre di solarium e stabularium. Inoltre
due ampie sale a veranda fungevano da locali riunione, per spettacoli e
intrattenimento.
1939 – Veduta aerea del Sanatorio
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Il Lazzaretto
Con il ripetersi delle epidemie coleriche come quelle dell’estate del 1836,
del 1849 e del 1854 che causarono parecchi morti, il Comune dispose vari
luoghi alle periferie di Legnano da adibire a lazzaretti, generalmente aree
libere staccate dalle cascine, dove venivano costruite capanne in legno per
ricovero degli ammalati, da questo le località prendevano il toponimo.
1883 – Pianta militare sul lato destro inferiore Cascina Lazzaretto
Nell’epidemia di vaiolo del 1887, con ordinanza comunale la chiesa della
Madonnina venne trasformata in lazzaretto per il ricovero dei vaiolosi, ma
vista la criticità dell’edificio considerato troppo piccolo per la quantità di
ammalati da ricoverare, l’Amministrazione nel 1911 decise la costruzione
di un lazzaretto ovvero un padiglione di isolamento per malati contagiosi
all’esterno del centro abitato, per affrontare e prevenire una qualsiasi
epidemia colerica o vaiolosa si decise per una area nei pressi dell’Ospedale
civile sulla via S.Erasmo.
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Il Macello Pubblico
Per ottemperare alle nuove leggi sanitarie il Comune nel 1891 iniziò lo
studio della realizzazione di un macello. Nel 1896 fu bandito un concorso
pubblico vinto dall’architetto Camillo Crespi al quale fu affidata la
direzione lavori che terminarono l’anno successivo.
Nel 1900 si rese necessario un ampliamento del fabbricato posto
nell’attuale Corso Magenta. Il macello era costituito da 4 diversi corpi di
fabbricato. Il primo a due piani destinato agli uffici del Dottore
Veterinario, dell’agente del Dazio e abitazione del custode. Il secondo e
terzo corpo costituito da due grandi capannoni suddivisi in celle per la
macellazione di bovini e suini, il quarto costituito da stalle di sosta e locale
caldaia e di servizio.
Esistono due pese ponte una all’interno del recinto per la pesatura di
animali vivi da sdaziare e all’esterno una pesa ponte di maggior portata per
la pesatura di carri e grossi carichi.
Anni ’30 – Sulla destra il Macello Pubblico
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Il Cimitero Comunale
Dopo la costruzione della basilica di San Magno nel 1610, venne costruita
anche una grande stanza sotterranea (foppone) dove venivano inumati i
defunti, questo foppone fu utilizzato fino al 1808.
Il cimitero aderiva alla chiesa di San Magno, posizionato nell’odierna
piazza ed era separato dalla piazza comunale da colonnine di pietra che ne
delimitavano il perimetro.
Un altro foppone, secondo quanto scritto dal prevosto Pozzo, era presso la
chiesa di Santa Maria delle Grazie, un altro nel 1631 venne creato nel
fosso a margine della vigna detta la Brera.
Per la contrada di Legnarello il cimitero era posizionato parallelamente al
lato della strada Regia (attuale Sempione angolo via Volta) in una località
fino a metà novecento detta “alla morta”.
Nel 1778 il seppellitore dei morti era detto “Governatore dei morti” e il
Comune provvedeva al pagamento (Arch.Storico Legnano 1,IV,121,4).
Dopo le sollecitazioni dell'Autorità governativa, nel maggio 1786, il
Municipio di Legnano fece disporre un progetto per la costruzione del
nuovo "Campo Santo" ovvero un cimitero in sostituzione del foppone
situato nelle adiacenze della chiesa di San Magno.
Ma, malgrado l'apparente buona volontà delle Autorità municipali, i lavori
di costruzione furono rimandati di giorno in giorno coi pretesti più svariati,
tanto che si arrivò al 1789 senza nulla aver concluso.
Nel 1803 i Deputati dell’Estimo presentarono istanza alla Commissione
Sanità per lo spurgo del foppone ormai pieno.
Il Cimitero non venne costruito fino al 1808, e venne situato nei pressi
della Madonna delle Grazie. La costruzione venne eseguita su progetto
dell'architetto Broggia, con il capomastro Agostino Bonecchi.
Nel 1810 venne concesso il permesso di posare lapidi a ricordo nel nuovo
Camposanto e venne “atterrato” (ricoperto con terra) il Foppone situato
fuori dalla Chiesa di S.Magno, e presentato il progetto di costruzione della
casa parrocchiale a cura dell’Arch. Giovanni Crespi. 4
4 Cartella 10 – 11,12 -Archivio San Magno
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Inizi ‘900 – Giardini Pubblici (attuale area occupata dalla Scuole Bonvesin Della Riva)
Il 17 febbraio 1852, vennero emesse le nuove Norme per il seppellimento
dei morti. 5
1787 Progetto per il Campo santo
5 Cartella 20- 50 -Archivio San Magno
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Nel 1863 il Nuovo Cimitero fu ampliato coll' aggiunta di una maggior area
di circa 3500 mq.
Il primo Cimitero così ampliato, restò in uso per 90 anni precisi, dalla fine
del 1808 al 17 Settembre 1898 ed accolse durante quel lungo periodo i
cadaveri di 21.896 persone.6
Nella seduta del 9 Gennaio 1887 il Consiglio comunale, in funzione del
grande aumento della popolazione e del fatto che il Cimitero non era più in
grado di soddisfare i cresciuti bisogni, deliberò la costruzione di un altro
Nuovo Cimitero con superficie assai più vasta, posto sul fianco destro
della chiesa di S. Maria delle Grazie poco lontano dal Cimitero Vecchio.
Il 22 Marzo 1895 il Consiglio comunale approvava il nuovo piano
topografico della città, predisposto dall'ing. Cav. Renato Cuttica con una
speciale Commissione di tecnici.
1898 – Ingresso ai giardini pubblici con S.Maria delle Grazie sullo sfondo.
Con decreto del 30 Maggio 1895 veniva approvato anche dal Prefetto della
Provincia.
Il progetto delle opere da eseguirsi per la costruzione del nuovo Cimitero,
predisposto dall' ing. Cuttica, fu approvato dal Consiglio comunale nella
seduta del 28 Aprile 1895 e dal Prefetto della Provincia con decreto 11
Gennaio 1896.
6 Legnano 1913 – G.B. Raimondi
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Nello stesso anno l' Amministrazione comunale provvedeva alle pratiche
per l'esproprio delle aree da occupare e bandiva l'asta per l'appalto delle
opere di costruzione che vennero aggiudicate ai capimastri Gaetano
Casanova ed Alessandro De Capitani di Milano.
Muro di cinta affrescato del vecchio cimitero lato destro
Dedicato a Regina Crespi morta il
14 aprile 1849
Muro di cinta affrescato del vecchio cimitero lato sinistro
A lato dipinto sulla cinta dedicato a Organista Carrera
Foto Arch. Arte e Storia Cass.1 N. 117,118,119,120
I lavori iniziati il 29 Marzo 1897 vennero condotti a termine nel Settembre
1898. II cimitero fu benedetto, per delegazione arcivescovile, dal Prevosto
di S. Magno, Mons. Cav. Domenico Gianni, nel pomeriggio della
Domenica 24 Luglio 1898. Le inumazioni iniziarono il giorno 17
Settembre 1898 e nella medesima data venne chiuso il Cimitero Vecchio
dopo novant'anni esatti di esercizio. All'atto dell' apertura il Nuovo
Cimitero aveva una superficie complessiva di mq. 18.942 e venne a
costare L. 76.990.
Passati solo otto anni lo spazio era diventato insufficiente e ad ogni modo,
non si sarebbe potuto raggiungere il decennio per iniziare la rotazione
delle esumazioni. Si rese quindi necessario un ampliamento che già era
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stato previsto, sui terreni ceduti gratuitamente dagli eredi del Comm.
Franco Tosi e sull’area già acquisita fin dal 1904. L'ampliamento venne
autorizzato con una delibera d'urgenza del 6 Maggio 1907, ratificata poi
dal Consiglio comunale il 15 Settembre successivo, e approvata dal
Prefetto soltanto il 21 Dicembre 1908.
Nel frattempo però le opere di ampliamento , veramente urgenti, erano già
state eseguite su progetto dell'Ufficio Tecnico comunale e condotte a
termine nell'Agosto 1907. La parte nuova del Cimitero fu benedetta, per
delegazione arcivescovile, dal Prevosto Mons. Gilardelli il 1° Novembre
dello stesso anno.
Nel 1924 furono eretti : sul lato est un’ala di cappelle (loculi per salme e
cellette ossario) e dato il veloce esaurimento dei posti si costruì
simmetricamente anche un ala di cappelle sul lato ovest iniziata nel 1933
fu terminata nel 1937.
Nel centro dell’area cimiteriale fu edificata la cappella votiva a memoria
dei Caduti della Grande Guerra, su progetto dell’architetto Malinverni
autore anche del progetto delle cappelle laterali. Il tempietto rialzato svetta
dal piano cimiteriale, si accede attraverso una scala in granito nella parte
alta e un’altra più corta nella parte bassa dove si accede alla cripta che
ospita l’ossario in piccole celle. Di fronte alle piccole celle dei soldati
legnanesi sono inoltre presenti altre 80 piccole celle di soldati dell’Impero
Austro-Ungarico, prigionieri morti negli Ospedali di Legnano della
Grande Guerra: l’Amigazzi-Melzi e il Carducci.
Sul fronte è posizionato un bassorilievo dello scultore Brivio con incisi i
nomi di tutti i caduti legnanesi della Grande Guerra.
La Cappella fu inaugurata il 30 ottobre 1921 alla presenza delle più
importanti autorità cittadine.
All’interno del cimitero sono di notevole pregio artistico le Cappelle
Gentilizie appartenenti alle famiglie legnanesi di maggior spicco:
Agosti, Alloni, Banfi, Bombaglio, Bonacina-Lampugnani, Calvi, Candiani,
Clerici, Cozzi, Crespi, Dell’Acqua, Ferrario, Lazzati, Ratti e Tosi.
96
La Tranvia Milano-Gallarate
1910 – Stazione di Legnano
Le località di Legnano e Legnanello attraversate dalla Strada Granda,
erano fin dal 1762 inserite negli itinerari postali della Lombardia, ma con
la strada carrabile del Sempione voluta da Napoleone nel 1801 e conclusa
nel 1805, le comunicazioni tra Parigi e Milano nel primo decennio
dell’Ottocento erano costituite da un regolare servizio di posta
bisettimanale di diligenze trainate da cavalli, su un percorso di 24 stazioni
da Milano a Ginevra.
Il servizio rapido tra Busto, Legnano e Milano era svolto da una carrozza a
quattro cavalli detta Velocifero gestita da un certo Giandalèn.
Con l’evolversi delle nuove invenzioni, nel gennaio 1878 si costituì un
comitato promotore per la realizzazione di una tranvia a vapore tra Milano,
Legnano, Busto e Gallarate, utilizzando lo stesso tragitto delle diligenze
del primo Ottocento. Comitato costituito da imprenditori
dell’Altomilanese, del Gallaratese e dai proprietari dei terreni che nel 1879
inviò solenne istanza alla Deputazione Provinciale di Milano per
caldeggiare la concessione alla società belga “Società Anonima dei
tramways e delle ferrovie economiche di Roma-Milano-Bologna”
rappresentata da Maurizio Le Terrier.
97
Il cosiddetto tramvai milanese-legnanese prende il nome dalla pronuncia
inglese delle società che gestivano il servizio tramways, tradotta
dialettalmente in tramvai.
Con seduta straordinaria del 27 marzo 1880 il Consiglio Provinciale di
Milano, presieduto dal Conte Guido Borromeo approvò all’unanimità la
concessione per 50 anni della nuova tranvia alla società belga che diverrà
poi Società Trazione ed Imprese Elettriche : STIE.
1900 – Biglietto gratuito Milano Gallarate
La linea partiva a Milano dal Rondò della Cagnola (a ricordo
dell’architetto Luigi Cagnola ideatore del monumentale Arco del
Sempione poi Arco della Pace, attuale piazza Firenze) per arrivare a
Legnano, venne inaugurata il 10 settembre 1880 dopo aver creato linea e
infrastrutture a tempi brevi.
La prima vaporiera Henschel biassale cabinata con due vetture al traino
impiegò un’ora e quarantacinque minuti. Il servizio iniziò 5 giorni dopo
con cinque corse giornaliere in andata e ritorno.
Il 25 aprile 1881 venne inaugurata anche la tratta Legnano-Gallarate.
La stazione era situata nei pressi della piazza Umberto I a lato di Palazzo
Malinverni mentre un deposito mezzi e officina era situato in Canazza.
98
Il tram sempre sul laterale del Sempione, arrivando da San Vittore Olona
passando sul viale Melzi (attuale viale Matteotti) arrivava alla Stazione.
Ripartendo passava per Corso Vittorio Emanuele (attuale corso Italia) fino
a deviare in via Pietro Micca per raggiungere Castellanza.
1912 – Corso Vittorio Emanuele in primo piano i binari della tramvia a vapore
Dal velocifero del Giandalèn si passò alla vaporiera Gamba da lègn, così
scherzosamente chiamato il nuovo servizio a vapore.
1915 – Strada Granda arrivo tram elettrificato
99
La tranvia Milano-Gallarate venne elettrificata nel 1915 e prolungata tra il
1931 e il 1933 con un nuova tratta Cassano Magnago-Gallarate-Lonate
Pozzolo.
Con l’avvento dei mezzi a motore a scoppio i collegamenti vennero
sostituiti da autobus, e la tratta Milano-Legnano-Gallarate affiancata al
servizio autobus resistette fino al 1951. Nel 1951 la tratta Legnano-
Gallarate venne soppressa, e nel 1956 vennero rimosse le rotaie da viale
Matteotti (precedentemente viale Melzi).
1956 – Rimozione binari in Corso Matteotti
Rimase attiva e funzionante la tratta Milano-Legnano con arrivo in
Canazza fino al 1966, quando l’ultima tranvia in concessione a un
industria privata in Lombardia venne definitivamente abbandonata.
100
LEGNANO nello sport : 1913 Il Calcio Legnano
Il gioco del calcio iniziava ad appassionare la maggior parte della
popolazione, nascevano così alcune squadre di calcio che prendevano il
nome della propria città e riportando sulle maglie i colori dello stemma
cittadino. Nel 1906 Serafino Triulzi cercò di allestire una squadra della
città, i colori erano la maglia bianca e i calzoncini neri. Lo sport non ebbe
seguito e naufragò. Nel 1912 si tentò nuovamente di ricostruire una
squadra calcistica con i colori rosso e nero, ma fu solo nel 1913 che
nacque l’Associazione Calcio Legnano con le maglie lillà e l’apporto del
presidente onorario Eugenio Tosi che mise a disposizione anche il campo
da calcio in via Lodi.
L’allora presidente Aldo Visconti optò di avere delle maglie lillà per
distinguersi dalle altre formazioni. Dopo la ferma dei campionati dovuta
alla guerra, nel 1918 con presidente il sen. Antonio Bernocchi il Legnano
partecipò al massimo campionato italiano.
Nel campionato del 1920-21 il Legnano incontrò il Torino, per lo
spareggio del girone di semifinale interregionale per l’ammissione alla
fase del campionato nazionale.
1916 – La squadra A.C. Legnano
101
Fu la partita di calcio più lunga, durò 158 minuti dato il pareggio dei tempi
regolamentari. Il regolamento dell’epoca prevedeva che i tempi
supplementari potessero continuare a oltranza, avrebbe vinto la squadra
che per prima avesse segnato. Dopo due tempi supplementari di 30 minuti
le squadre erano ancora in pareggio. All’ottavo minuto del terzo tempo le
due squadre decisero di comune accordo di mettere fine alla partita,
rinunciando anche di giocarla un’altra volta, questa scelta portò
l’eliminazione di entrambe le squadre.
Il 2 ottobre 1921 venne inaugurato il nuovo stadio Pisacane con una
manifestazione di atletica leggera organizzata dalla Ginnastica Legnano, a
seguire l’incontro calcistico Legnano-Inter, terminato con la vittoria
legnanese di 6 a 0. Nel 1923 il Legnano arriva al secondo posto dietro al
Genoa, campione d’Italia
1917 febbraio 25 – Incontro A.C. Legnano vs Milan vinto per 1 a 0
Negli anni 1929-1930 il Legnano partecipa al campionato di serie B
arrivando secondo guadagnandosi la promozione alla serie A, ma l’anno
successivo retrocederà in B dove resterà fino al 1934-35.
102
LEGNANO nello sport : Le Biciclette Legnano
La nascita della bicicletta è abbastanza controversa, già nel 1490 Leonardo
da Vinci nel suo Codice Atlantico disegna una “macchina a due ruote”,
due ruote tenute assieme da un’asse con un manubrio e una specie di
catena che collega dei pedali alla ruota posteriore, il prototipo dell’odierna
bicicletta. Se questa macchina a due ruote sia stata realizzata e utilizzata
non è dato a sapere ma sappiamo che nel 1817 è il barone tedesco Karl von
Drais che creò un mezzo costituito da due ruote in legno, uno sterzo a leva
e un appoggia pancia per dare maggior spinta. Il mezzo si muoveva
camminando da seduti. Questo mezzo che prese il nome di draisina dal
nome del suo inventore arrivò a Milano nel 1819.
Nel 1880 il vocabolario della lingua parlata riportava questa descrizione:
Velocipede: Chi corre velocemente. Adesso si chiama così una specie di
veicolo a ruote, costruito per modo, che l’uomo vi sta sù a cavalcioni, e
mette in moto esse ruote per forza di gambe: “chi si diletta a andar sul
velocipede, corre pericolo di rompersi il collo”.
L’evoluzione della draisina portò all’invenzione e alla presentazione nel
1855 del velocipede a pedali con due ruote, l’anteriore grande quanto la
misura interna della gamba per dare maggiore spinta con i pedali e la
posteriore molto piccola. Nel 1884 la ruota grande venne superata con la
catena di trasmissione alla ruota posteriore, portando le due ruote alla
stessa dimensione.
“Il ciclismo è destinato a riformare i costumi... la bicicletta, il tandem, la
tripletta e forse la quadrupletta serviranno per gli usi comuni, per
sbrigare tutte le faccende di città.
Ogni famiglia che si rispetta e che vorrà essere all’altezza dei tempi avrà
la sua rimessa dei velocipedi domestici” (23 novembre 1895).
Così nel 1895 esordiva un articolo de “La Tripletta”, giornale
bisettimanale di ciclismo e altri sport e con queste convinzioni che fino dal
1895 un progetto di legge autorizzava i Comuni ad imporre una tassa sui
velocipedi. Ma è con la legge n. 318 del 22 luglio 1897 che il Re d’Italia
Umberto I con la Camera e il Senato approvavano la tassa annuale sui
velocipedi a partire dal 1 gennaio 1898.
La tassa era dovuta dai possessori di velocipedi a una o più ruote, di
macchine assimilabili ai velocipedi che erano messi in movimento in aree
pubbliche.
103
La tassa era definita in 10 lire per i velocipedi da una persona, 15 lire per
quelli a più persone e 20 lire per le macchine assimilabili ai velocipedi con
motore meccanico
Dalla data in vigore della legge, i proprietari di velocipedi o assimilabili
avevano un mese di tempo per denunciare al sindaco del Comune il
possesso. Il sindaco avrebbe redatto un elenco nominale dei possessori con
il numero di velocipedi.
La riscossione della tassa avveniva tramite marche da bollo in uso
dall’ufficio metrico ( l’ufficio pesi e misure) dopo il pagamento il
verificatore poteva apporre mediante una tenaglia bollatrice un apposito
contrassegno che riportava l’anno di pagamento della tassa.
1904 - Tassa sui velocipedi
All’inizio del ‘900 l’Italia in crescita ha necessità di spostarsi con più
frequenza e minor tempo, nascono le prime auto e i primi velocipedi
precursori delle biciclette, anche loro tassate dal governo come qualsiasi
altro mezzo di spostamento.
Le prime biciclette Legnano furono costruite nella ditta Wolsit.
L'azienda costituita a Legnano nel 1907 per la costruzione e produzione di
autovetture e biciclette venne fondata come Wolseley Italiana dalla
Wolseley azienda britannica, dal Ruotificio Fratelli Macchi di Varese e
dalla Banca di Legnano.
Nel consiglio alcuni dei maggiori personaggi legnanesi del momento :
l’on. Carlo Dell’Acqua, l’ing. Gianfranco Tosi e Antonio Bernocchi.
Con l'acquisizione della licenza della britannica Wolseley (da cui il nome
Wolsit) le officine legnanesi dette anche W.O.L.A. Wolsit Officine
Legnanesi Automobili iniziavano la produzione dei marchi : Wolsit, Aura,
104
Wola e Legnano che rappresentavano per le biciclette “quanto di più
perfetto esista in commercio” come suggerito dalla loro pubblicità.
Concorrente della Wolsit alla produzione di auto, un’altra industria
legnanese la FIAL Fabbrica Italiana di Automobili Legnano fondata da
Guglielmo Chiodi nel 1902.
1912 - Panoramica Ditta Wolsit
In un capannone della Franco Tosi in via XX settembre, dal 1902 vennero
prodotte le prime 25.000 biciclette che uscirono con il nome Legnano in
onore della città dove vengono prodotte. Alla fine del 1908 la Wolsit
concede l’esclusiva di vendita delle biciclette Legnano alla ditta Vittorio
Rossi e C. di Milano. Con la recessione del 1909 la Wolsit cessò di
produrre automobili ma non le biciclette. Con la partenza del Primo Giro
d’Italia il 13 maggio 1909 due corridori Zavatti Attilio e Modesti Giulio
usarono biciclette Legnano. Il Giro fu un test formidabile per le biciclette,
non tutti riuscirono a completarlo ma la solidità delle biciclette Legnano
permisero a Zavatti di arrivare 13° e a Modesti 26° su 49 classificati dei
127 corridori partiti.
Nel 1911 Vittorio Rossi registrò il marchio Wolsit al Ministero.
Dal 1910 al 1932 l'azienda produsse, anche motociclette a marchio Wolsit.
La Wolsit con 250 operai produsse biciclette Wolsit, Legnano, Atena,
Wola, Aura, Perry, Olona, Fides e fornì materiale a Globo e Gerbi.
Nel 1912 iniziò a produrre aeroplani, i bimotori Wolsit-Jacchia dal nome
del socio conoscitore di aeronautica ing. Rambaldo Jacchia. I grandi
105
investimenti, l’operazione ad alto rischio con deludenti risultati , e
l’avvento della guerra con la situazione stagnante del mercato portarono la
società al fallimento, il 31 marzo 1915 venne messa in liquidazione.
1915 - Monoplano Wolsit
Nell’ottobre dello stesso anno la Wolsit venne acquistata da Emilio Bozzi,
già fabbricante delle biciclette “La Perla”, commerciante di ruote e ricambi
per bici e auto con filiali a Milano, Bologna, Firenze e Torino e una
dimensione internazionale.
1907 – Il Club Leonardo da Vinci di Legnano - Sede Negozio Cittera in via XXIX maggio.
106
Bozzi nelle Officine Wolsit produsse il marchio “Ciclo Legnano”, aumentò
la produzione di biciclette e diventò fornitore per l’esercito di autovetture
SPA e camion per l’artiglieria. Già dal 1915 nella pubblicità della ditta di
Emilio Bozzi in Legnano apparve il simbolo del “Guerriero” o “Alberto da
Giussano” come dai più riconosciuto.
L’attività agonistica della Legnano iniziata nel 1909 fornendo biciclette a
singoli corridori prese sempre più slancio, fu un periodo in cui il ciclismo
come sport di massa attirava ricchi e poveri. Bozzi appassionato di
ciclismo esordì con la squadra Legnano al Giro d’Italia nel 1910 in maglia
rossa. Bozzi volendo essere protagonista nel mondo del ciclismo
agonistico assunse Eberardo Pavesi come direttore sportivo per creare una
squadra ciclistica competitiva e vincente affiancato da Mario della Torre.
Le sue biciclette parteciparono a numerosi giri ciclistici, i più importanti il
Giro d’Italia e il Tour de France, ed essendo particolarmente innovative e
sicure, ne vinsero molti. Punti di forza della squadra Legnano furono
Brunero, Negrini, Girardengo, Binda che nel 1927 diventò campione del
mondo, Bartali che vinse il Tour de France nel 1938 e Coppi che vinse il
Giro d’Italia nel 1940, il giorno prima dell’entrata italiana nella seconda
guerra mondiale.
107
1907 Manifesto pubblicitario Biciclette Wolsit
Dovuto ai ritardi della guerra l’8 ottobre 1921 si ebbe la cessione del
marchio Wolsit da Vittorio Rossi a Emilio Bozzi.
Emilio Bozzi morì d’infarto il 12 settembre 1936, a 63 anni, lasciando due
figlie Camilla di 12 e Giuliana di 10 anni.
Grande cordoglio da parte di tutto il mondo sportivo e imprenditoriale per
quest’uomo che dal nulla portò la “Legnano” ai vertici mondiali vincendo
3 mondiali, 12 Giri d’Italia e 6 Sanremo e 7 giri di Lombardia.
La Legnano ereditata dalle due figlie Bozzi cambiò assetto, sotto la
supervisione di Mario Della Torre, i mariti delle due figlie Lodovico
Gnech e Silvio Marazza si occuparono della parte finanziaria e
amministrativa e di quella produttiva e commerciale.
Mario della Torre, amico di famiglia, che prese il timone dell’azienda,
trasportò la Legnano nel periodo d’oro del ciclismo, lasciando a ricordo le
vittorie del Tour di Bartali e i duelli con Coppi che entrarono nella
leggenda.
108
1938 Bartali vincitore del 32° Tour de France
Bartali campione della squadra Legnano
109
Il Corpo Musicale Legnanese
Il Corpo Musicale Legnanese venne fondato nel 1880.
Ma da un carteggio comunale del 1831 una banda musicale cittadina
richiedeva alle autorità comunali l’autorizzazione al cambio della divisa,
probabilmente la banda musicale antenata che ha dato le origini al Corpo
Musicale Legnanese.
Retto da apposito Statuto e Regolamento era composto da volontari che
sacrificavano il loro tempo per eseguire le prove e rallegrare nelle
manifestazioni pubbliche.
Nel 1878 due erano le bande presenti in Legnano la così detta Vecchia e la
Nuova, tra queste si scatenarono liti che durarono negli anni.
Nel 1897 prese il nome di Corpo Musicale Cittadino, l’anno successivo
divenne Corpo Musicale Legnanese Umberto I°.
Il 18 aprile 1898 il nuovo Corpo musicale tenne il primo concerto in
Piazza S. Magno e nell’anno successivo a carnevale si esibì nella stessa
piazza, in una parodia di riti sacri e persone.
All’inizio del secolo ottenne dall’Amministrazione Comunale una sede in
alcuni locali nella piazzetta Castelfidardo in contrada San Domenico, nel
1915 la sede fu spostata in via del Gigante nell’edificio ex Camera del
Lavoro dove restò fino al 1971, anno in cui si trasferì nel Centro Giovanile
di San Magno per poi spostarsi nell’attuale sede di via Pontida.
Nel 1925 per superare le difficoltà finanziarie furono offerte azioni a 5 lire
con impegno di rinnovo triennale che con il contributo comunale permise
alla banda di rinnovare e riparare gli strumenti, oltre ad avere una degna
presenza nelle manifestazioni di inaugurazione del sanatorio, delle scuole
Bernocchi e della concessione a Legnano del titolo di città.
Nel periodo del regime altri due bande musicali fecero concorrenza al
Corpo Musicale Legnanese : la banda del Cotonifico Cantoni che aveva
istituito anche una scuola musicale e il Corpo Musicale “Cesare Battisti”
costituito nel 1928 che passò sotto la dipendenza del Dopolavoro
Comunale fascista.
Nel 1937 con il contributo della Amministrazione Comunale si
sostituirono quasi tutti gli strumenti e si fornì il corpo di una nuova
uniforme. Per l’inaugurazione della nuova uniforme si organizzò un
convegno bandistico con 22 corpi musicali che rallegrarono tutta la
cittadinanza legnanese.
110
Gli anni precedenti alla seconda guerra mondiale, anni in cui le bande
musicali videro fiorire la loro immagine, il Corpo Musicale composto da
ben 65 musicanti guadagnò premi e riconoscimenti partecipando a
numerosi concerti fuori Legnano.
Numerosi i presidenti succeduti alla guida del Corpo Bandistico
Legnanese:
1855-1859 Santino Lampugnani
1861 Eugenio Cantoni
1874-1881 Pietro Lodini
1883-1884 Alessandro Bernocchi
1888 Carlo Candiani
1895-1906 Antonio Dell’Acqua
1913-1916 Giovanni Salmoiraghi
1921-1933 Fabio Vignati
1933 Lorenzo Bertazzoni
1934-1935 Ettore Caccia
1936 Giacomo Storti
1937 Arturo Tosto
1938-1945 Carlo Calvi
1946-1948 Augusto Barlocco
1892 – Banda di Legnano con le nuove divise
111
La Prima Guerra Mondiale
Dopo la pace di Losanna tra Italia e Turchia per la colonia della Libia,
ecco che apparve una nuova tragedia. Il 28 giugno 1914 l'assassinio a
Sarajevo di Francesco Ferdinando e la consorte Sofia, eredi al trono
austro-ungarico, da parte del giovane serbo-bosniaco Gavrilo Princip.
L’assassinio di Serajevo
Con questo avvenimento a pretesto, Germania e Austria dichiarano guerra
alla Serbia, sostenuta dalla Russia, dando inizio alla Prima Guerra
Mondiale.
L’entrata in guerra avvenne il 24 maggio del 1915 ma la vita sembrò
inizialmente scorrere tranquilla tanto che il 12 giugno 1915 venne eseguito
il collaudo della trasformata tratta tramviaria Milano-Legnano-Busto.
112
Infatti gli amministratori della società STIE, nata nel 1912, svilupparono la
linea rendendola a trazione elettrica sostituendo la vecchia vaporiera.
Nel 1915 Legnano contava 28.757 abitanti residenti, la maggior parte
operai. Oltre ad una guerra esterna le industrie legnanesi dovettero
affrontare lo scottante problema operaio. Le maestranze scesero in piazza a
più riprese per ottenere un aumento dei salari ed orari differenti.
Il legnanese fu in prima linea nello sciopero indetto il 4 settembre 1915,
rispondendo all’appello lanciato dalle federazioni tessili e delle camere di
lavoro di Gallarate, Legnano e Busto.
Un appello che non risulterà inascoltato visto che sciopererà la quasi
totalità delle maestranze.
Le industrie dovettero cedere concedendo aumenti nell’ordine del 10-20%
dopo che gli operai indissero un altro sciopero, stavolta di 5 giorni e a cui
parteciparono ben 40.000 operai.
Nel frattempo l’avvento dell’illuminazione incominciò a diffondersi a
Legnano, tanto che nel 1915 la maggior parte della città risulterà servita di
impianti luminosi, grazie anche all’aiuto della Tosi che fornì numerose
turbine per la produzione di energia elettrica.
113
La Sanità durante la GUERRA
Numerosi edifici di Legnano, oltre l’Ospedale Civile, si trasformeranno in
ospedali militari in accordo con il Ministero della Guerra :
1) l’istituto delle suore canossiane “Barbara Melzi” precedentemente
Clinica femminile Amigazzi.
Sul finire del 1914 giunge a Legnano un forte contingente di fanteria e in
quest’occasione le suore forniscono alloggio ad alcuni alti ufficiali, Nel
maggio 1915 le suore canossiane ricevono l’ordine da Madre Amigazzi di
porsi al servizio della popolazione, mettendo a disposizione le strutture di
Legnanello e Tradate per l’accoglienza dei militari feriti. Nei primi di
giugno dopo un’ispezione del locale comitato della Croce Rossa Italiana le
strutture delle Canossiane sono incluse nell’elenco degli edifici da usarsi
ad uso sanitario.
Palazzo Amigazzi in corso Sempione, a lato la Chiesa della Purificazione
114
Il 16 ottobre 1915 arrivano nella struttura di Legnanello i primi 85 soldati
di cui 43 feriti. Fino al 20 gennaio 1917 numerosi saranno i soldati che
arriveranno a ricevere le cure altri ripartiranno per il fronte, le presenze di
media saranno intorno ai 90-100 degenti. Nel gennaio 1917 per ordine del
Ministero della guerra, i degenti di Legnanello vengono trasferiti a
Tradate, causa una ristrutturazione generale dei posti, poiché la struttura di
Legnanello è gestita dalla Croce Rossa mentre quella di Tradate dalla
Sanità Militare.
Nel settembre 1917, dopo che entrambe le strutture poste sono sotto
l’autorità militare, la clinica Amigazzi con 130-140 posti riprende a
ricevere i feriti del conflitto. Nel gennaio 1918 si stabilisce di usare le
strutture ospedaliere anche per istruire i degenti, avviando corsi elementari
per i soldati analfabeti. La struttura di Legnanello resta in funzione fino a
giugno 1919 quando l’autorità militare decide di lasciare l’ospedale e
ridare il tutto nuovamente alle suore.
2) la scuola “Giosuè Carducci” di via XX settembre, edificata nel 1913 e
convertita in ricovero militare, usata come tappa per facilitare il trasporto
di soldati e successivamente per l’alloggio di profughi.
Ospedale Croce Rossa presso le Scuole Carducci
3) Alcuni locali della Ditta Wolsit, gestiti dalla Croce Rossa vengono usati
come alloggio per i profughi.
115
L’ Ospedale Militare di Riserva AMIGAZZI
Con la Grande Guerra in corso alcuni edifici di Legnano, oltre l’Ospedale
Civile, vengono trasformati in ospedali militari, uno di questi l’”Opera
Barbara Melzi”, divenuta poi “Opera Amigazzi” dal nome di madre Giulia
Amigazzi subentrata erede dei beni Melzi per volontà di suor Gaetana
Adamoli nominata erede universale nelle ultime volontà di donna Barbara
dei Conti Melzi, deceduta il 13 Dicembre 1899.
Madre Giulia Amigazzi nata a Bergamo nel 1862 è la nuova superiora che
si trova a far fronte a una vertenza aperta per l’eredità dei beni Barbara
Melzi dagli eredi Salazar, parenti da parte materna di Barbara Melzi.
Nel 1914, la vertenza tra gli eredi Salazar e l’Opera Barbara Melzi
rappresentata dalla superiora Madre Giulia Amigazzi viene risolta dalla
Corte di Cassazione dando parere favorevole all’Opera che da allora
prende il nome di “Giulia Amigazzi”.
1916 - Ospedale Amigazzi sotto la
bandiera della CRI
Verso la fine del 1914 a Legnano giunge un forte contingente di fanteria e
le suore forniscono alloggio ad alcuni alti ufficiali.
116
La mobilitazione generale del maggio 1915 spinge madre Amigazzi a porsi
al servizio della popolazione. Con lettera del 26 maggio 1915 al Comitato
della Croce Rossa, l’Opera Melzi mette a disposizione per i militari feriti
le strutture di Tradate e di Legnanello: “… affinchè la benemerita
patriottica Istituzione, crei un’organica Unità Ospedaliera per i militari
malati o feriti del nostro glorioso esercito in guerra…”.
Le due sedi sono state attrezzate in cento letti per feriti e cinquanta letti per
malati a Legnanello e cento letti a Tradate, (che saranno sempre occupati
da militari per tutto il tempo della guerra), in aggiunta dieci posti per
ufficiali inferiori e dieci in appartamento per ufficiali superiori, due sale
operatorie, lavanderia a vapore e bagni di luce totale e parziale per i
convalescenti.
Nel mese di giugno, dopo l’ispezione della Croce Rossa Italiana alla
struttura di Legnanello, conclusa con esito positivo, questa viene inserita
nell’elenco degli edifici legnanesi da usare per fini sanitari in aggiunta con
le scuole Carducci, l’Ospedale Civile e alcuni locali offerti dalla ditta
Wolsit.
Il 16 ottobre 1915 arrivano all’ospedale militare territoriale Amigazzi i
primi 85 soldati di cui 43 feriti e i rimanenti malati. Numerosi i soldati che
passeranno dall’ospedale fino al gennaio 1917, quando per ordine del
Ministero della Guerra, causa una ristrutturazione dei posti, i militari
degenti verranno spostati nella struttura di Tradate già gestita dalla Sanità
Militare.
Da settembre 1917 ambedue le strutture vengono poste sotto la gestione
della Sanità Militare e l’ospedale Amigazzi con 140 posti riapre ai soldati
feriti. Numerose le presenze in ambedue le strutture, a Legnanello nel
gennaio 1918 vengono avviati corsi elementari di insegnamento per
leggere e scrivere a 25 soldati analfabeti degenti.
Nei mesi di giugno e luglio del 1918 esplode nel territorio legnanese un
epidemia letale “la spagnola”, inizialmente sottovalutata. Il 6 ottobre le
autorità ordinano la chiusura di asilo,oratorio e scuola, tutto viene
disinfettato con creolina, alla porta d’ingresso delle abitazioni viene posto
un catino per lavarsi le mani prima di entrare. Alla fine di ottobre circa
duecento sono gli ammalati, e nella città si registrano dai 18 ai 20 decessi
giornalieri, con la popolazione già provata dalla guerra l’epidemia ha buon
gioco. Ai primi di novembre la fase critica dell’epidemia sembra passata in
concomitanza con l’annuncio della fine della guerra. La sera del 3
117
novembre tutte le campane cittadine suonano a distesa e anche
nell’Ospedale Amigazzi si festeggia con bengala e mortaretti.
Anche dopo la conclusione del conflitto l’Ospedale continua la sua opera
contro l’epidemia di spagnola.
Nel Ospedale sono ricoverati anche dei prigionieri austro-ungarici, che lo
Stato Maggiore dell’Esercito avrebbe voluto scambiare con i prigionieri
italiani, ma nei mesi di gennaio e febbraio 1919, ben 11 di loro muoiono,
alcuni con il conforto cristiano portato dal parroco di Legnanello don
Gerolamo Zaroli.
Il 3 Marzo 1919 muore don Gerolamo Zaroli primo parroco della
parrocchia della Purificazione poi del SS. Redentore eretta nel 1898, già
premiato con la Croce di Cavaliere della Corona d'Italia per l’epidemia di
vaiolo del 1887-1888.
Don Gerolamo Zaroli ha prestato la sua opera sia all’ospedale Civile che
all’ospedale Amigazzi operando come “cappellano” portando conforto e
sostegno a tutti i ricoverati. L’ospedale Amigazzi è stato più volte visitato
anche dal cardinale Ferrari, arcivescovo di Milano.
Numerosi i soldati curati nell’Ospedale Amigazzi ed alcuni morti per le
ferite riportate, dal 1916 al 1919 si ha traccia di 30 morti di cui è stato
celebrato il funerale in Legnano, rientrano in questa lista anche i soldati
austro-ungarici feriti e prigionieri. I militari defunti venivano tutti
seppelliti nel cimitero di Legnano accompagnati dal parroco don Gerolamo
Zaroli.
Una curiosità, don Gerolamo Zaroli dovendo riportare i nomi dei genitori
del defunto, per chi non aveva informazioni soprattutto per i soldati austroungarici,
inseriva come nome del padre il nome del soldato stesso e come
nome della madre Maria: madre di tutti i viventi.
118
Il 15 giugno 1919 l’ospedale Amigazzi venne definitivamente sgomberato,
come la struttura di Tradate, che tornarono nella completa gestione delle
suore.
Numerose le benemerenze per l’attività svolta da Madre Amigazzi :
dalla Croce Rossa nel 1917 ricevette la medaglia d’argento al merito per la
campagna Italo-Austriaca 1915-1916.
Il 22 maggio 1918 la medaglia d’oro per l’Ospedale Militare di Riserva.
Il 21 dicembre 1924 medaglia d’argento all’Istituto per l’Assistenza agli
Orfani di Guerra.
Una medaglia d’argento al merito per la sanità Pubblica.
Nel 1925 dal Ministero della Pubblica Istruzione la medaglia d’oro per i
benemeriti dell’Educazione Popolare.
Ancora oggi l’opera voluta da Donna Barbara Melzi prosegue sul territorio
cittadino con l’asilo, le scuole elementari, le medie e i licei di scienze
umane, economico sociale e l’istituto professionale socio sanitario, una
continuità nel servizio alla popolazione.
Info tratte da : L’opera Barbara Melzi – Luigi Sartori – Arti Grafiche Landoni
Barbara Melzi Una Canossiana nella Legnano dell’Ottocento – G..Vecchio G..Borsa - Ed.Ancora
Cronache dell’Istituto – Archivio Barbara Melzi – Archivio Parrocchiale SS. Redentore - Legnanello
119
L’ Ospedale Territoriale CROCE ROSSA CARDUCCI
Con la legge Casati del 1859 i Comuni furono obbligati a provvedere
gratuitamente all’istruzione elementare dei cittadini per l’Unità d’Italia,
anche Legnano vedendo insufficienti gli attuali edifici scolastici
commissionò nel 1908 all’Ufficio Tecnico Comunale un nuovo edificio
scolastico da realizzare in via XX settembre.
Il progetto a cura dell’Ing. Giuseppe Moro fu presentato alla Giunta e al
Consiglio Comunale nell’aprile 1911, dopo le varie modifiche richieste dal
Genio Civile a marzo del 1912 venne definitivamente approvato. La
costruzione dell’edificio venne assegnata tramite gara d’appalto
all’Impresa di costruzione Fratelli Gnocchi di Castellanza, considerata
azienda solida e seria. I lavori iniziarono il 29 luglio 1912 sotto la
direzione dell’Ing. Moro e a novembre la struttura portante dell’edificio
era ultimata. L’inaugurazione della scuola avvenne il 28 settembre 1913
alla presenza del Sottosegretario al Ministero della Pubblica Istruzione On.
Vicini, del sindaco cav. Agosti, dell’on. Dell’Acqua e dell’Ing. Cuttica
assessore ai lavori pubblici del Comune.
L’edificio scolastico realizzato in un area di 4200 mq, di cui 1320 mq
occupati dalla scuola, corrispondeva pienamente ai canoni di modernità,
igiene e solidità dell’epoca, soddisfacendo le esigenze della moderna
didattica e pedagogia. Lontana da corsi d’acqua e non molto lontana dalla
ferrovia Milano-Gallarate, la scuola aveva una capacità di 18 aule che
potevano contenere 60 alunni, predisposte su due piani, 2 grandi sale per
le riunioni, un Museo e una Biblioteca Scolastica, una palestra coperta per
lì insegnamento della ginnastica e un impianto completo di docce calde e
fredde.
La scuola fu intitolata a Giosuè Carducci, grande educatore e poeta
classico, a cui era stato conferito il nobel per la letteratura dal re di Svezia
nel 1907.
Carducci volle celebrare la Battaglia di Legnano con la vittoria della Lega
Lombarda scrivendo una canzone, la “Canzone di Legnano”, di cui
purtroppo non completò il progetto lasciandoci solo la prima parte “Il
Parlamento”. Morì a Bologna il 16 febbraio 1907
Tutti i requisiti precedenti, ed essendo vicino alla ferrovia, fecero si che
nel periodo della Prima Guerra Mondiale la scuola venne identificata a
divenire un Ospedale della Croce Rossa Italiana.
120
1915 Ospedale Territoriale di Guerra Giosuè Carducci - Legnano
Nel 1915, in piena guerra, la scuola venne occupata militarmente e
divenne l’ Ospedale Territoriale di Guerra Giosuè Carducci della Croce
Rossa, destinato ad ospitare numerosi feriti prigionieri di guerra
dell’esercito austro-ungarico. I prigionieri, nelle intenzioni dello Stato
Maggiore Italiano, avrebbero dovuto essere utilizzati come merce di
scambio per ottenere la liberazione di soldati italiani prigionieri in Austria.
Ma verso la fine del 1918, a causa di un epidemia di spagnola i prigionieri
austro-ungarici morirono in gran numero. La “spagnola” era un virus di
difficile cura che provocava una encefalite spesso mortale. Secondo le
varie fonti i soldati morti furono dai 61 agli 83. Le generalità riportate
negli Annali e nei certificati della parrocchia dei Santi Martiri fanno
risultare i soldati deceduti per la maggior parte originari dalla Transilvania.
Ancora oggi è possibile vedere le loro tombe nella cappella-ossario dei
caduti al Cimitero Monumentale, realizzata dall’architetto Aristide
Malinverni nel 1921, architetto ideatore del palazzo del Comune nel 1902.
Al termine della guerra con la chiusura dell’Ospedale il 31 ottobre 1919
avvenne la riconsegna dell’immobile al Comune di Legnano che dovette
provvedere al riordino dell’edifico per riportarlo alla destinazione
scolastica.
121
La WOLSIT : Societa’ Anonima WOLSELEY ITALIANA
L'azienda fu fondata nel 1907 a Legnano, da Emilio Bozzi e dalla Franco
Tosi, per la costruzione e produzione di autovetture e biciclette con
l'acquisizione della licenza della società britannica Wolseley (da cui il
nome Wolsit).
Nella fondazione della società vennero coinvolti, la Banca di Legnano, la
Società Anonima Fratelli Macchi e il Ruotificio di Varese. Utilizzando un
capannone della Franco Tosi in via XX settembre vennero impiantati gli
stabilimenti per la produzione di autovetture. Dopo due anni, dovuta alla
forte crisi del mercato dell’auto l’azienda chiuse la produzione di auto, ma
mantenne la produzione di biciclette.
Dal 1910 al 1932 l'azienda produsse, anche motociclette a marchio Wolsit,
tentò anche la produzione di aeroplani, che però non ebbe successo.
Avendo dovuto lasciare la produzione, parte dei locali nel capannone di
proprietà Franco Tosi, restavano liberi. Per dare un sostegno alla Sanità
durante la grande guerra vennero messi a disposizione e gestiti dalla Croce
Rossa per essere usati come alloggio per i profughi di guerra.
1927 Capannone azienda Wolsit
Nel 1927 l'azienda cambiò nome in “Legnano”, e il nome "Wolsit" restò
per alcuni anni come semplice marchio.
122
LEGNANO nella GUERRA
Le innovazioni delle industrie legnanesi non cessavano e nel 1916 l’ing.
Carlo Jucker, ricevuta la direzione del Cotonificio Cantoni, applicò per
primo i “coloranti diretti”.
Nel frattempo ora che la forza dell’energia elettrica aveva soppiantato
l’energia ricavata dallo scorrere dell’Olona, i mulini che ancora restavano
tornarono a macinare il grano. Ma con il proseguimento della guerra
diventò sempre più difficile trovare cibo.
Infatti nel 1917 in Legnano scoppiarono alcune rivolte capitanate dai
socialisti che oltre a richiedere nuovi aumenti dei salari si lamentarono
della scarsità di cibo. Nel corso della guerra gli operai inviati al fronte,
furono rimpiazzati da mano d’opera femminile anche infantile, la cui
retribuzione era inferiore rispetto a quella maschile; ciò non fece altro che
aumentare le tensioni.
1916 - Franco Tosi produzione di granate con personale femminile
123
Il conflitto della Prima Guerra Mondiale, non risparmia anche gli abitanti
del borgo, molti dei giovani contadini vanno sotto le armi, tanto è che
nello stato delle anime del 1917 rilevato da don Gerolamo Zaroli alcuni
giovani non appaiono.
I nostri antenati in posa per la foto ricordo.
Malgrati Luigi
Moroni Luigi
In concomitanza della disfatta di Caporetto, il torrente Olona straripò,
creando una grossa inondazione che procurò vasti danni e preoccupazioni
alle campagne e le industrie localizzate nei pressi del fiume: Mottana,
Cantoni, Ratti, Bernocchi. L’altezza delle acque era tale da invadere il
corso Garibaldi e il corso Magenta, trasformandole in un enorme pantano.
A ciò si aggiunse l’epidemia di spagnola che colpì in pieno l’Italia.
Compreso il territorio legnanese, don Zaroli ricorda così quell’anno :
Dal Chronicon di Don Gerolamo Zaroli
13 Ottobre 1918
Già dagli ultimo di settembre ha cominciato ad influire in Parrocchia
l'influenza - oramai diffusa ovunque - che degenerando in polmonite
condusse parecchi a morte portando un po' di panico. Oggi fra piccoli ed
adulti - compresi però altri deceduti per altre malattie - abbiamo degenti
11 ( undici) morti.
124
20 Ottobre 1918
Anche oggi dobbiamo contare 11 ( undici ) morti in parrocchia. Si da
avviso per un triduo di penitenza.
1 - 2 Novembre 1918
Giornate meste per l'infuriare dell'influenza.
E' proibita la visita al locale cimitero. Anche le campane non possono
suonare a lungo.
Don Gerolamo Zaroli
125
LEGNANO verso la fine della GUERRA
La guerra finì il 4 novembre 1918 e per Legnano si presentò un futuro
incerto.
Dal Chronicon di Don Gerolamo Zaroli7
10 Novembre 1918
In ringraziamento della vittoria ottenuta dagli Italiani sugli Austriaci che
firmarono l'Armistizio il 4 Novembre 1918, e in seguito alla Circolare
dell'Arcivescovo, nel pomeriggio, fatta esposizione del SS. Sacramento e
cantato solennemente i Vesperi il Parroco disse due parole di circostanza e
poi si intonò il « TE DEUM ». Assistè una folla straordinaria di popolo, e
una larga rappresentanza di militari presso l'Amigazzi, di Confratelli,
Consorzi e Fabbriceria.
17 Novembre 1918
Oggi si fece con l'intervento dei Parroci di Legnano e Don Luigi Contardi
un solennissimo Ufficio in San Magno pei Caduti celebrandosi sul
consacrato di quella Chiesa e col tumolo in piazza e con l'assistenza di
tutte le Autorità e Associazioni religiose, civili, politiche, nonché di una
folla immensa di popolo , mantenendosi piuttosto con devozione durante
tutte le funzioni. Nel pomeriggio grande corteo di tutte le autorità
compreso il Clero, e di tutte le associazioni che partendo dal Municipio si
portò prima al Monumento e poi passando da Via XXIX Maggio, Via
Vittoria, Via Pontida, Via Sempione, Via Lampugnani, Piazza Umberto, finì
al Cimitero sulle Tombe dei Militari colà sepolti, e dove si deposero
numerose corone. Alla sera grande illuminazione per tutta la città
distinguendosi in modo speciale il Cotonificio Cantoni alla casa del
Direttore, il corso Vittorio Emanuele, la piazza Umberto e l'Ospedale
Amigazzi. In tutto il giorno grandi animazioni, allegria senza nessun
incidente.
24 Novembre 1918
Oggi si volle ricordare in modo speciale i Militari della Parrocchia morti
in Guerra.
7
, Chronicon don G..Zaroli - Archivio Parrocchiale SS. Redentore
126
Dopo la solenne Messa in canto, seguirono le esequie alla tomba alquanto
rialzata e circondata dalle bandiere delle nostre Associazioni, di Italia
degli Alleati, nonché di fiori e candelabri ricoperti d'edera.Le colonne
erano ricoperte in nero. Presenziavano le Autorità, le Associazioni ecc. e
un buon numero di Militari sia dell'Ospedale Amigazzi sia in licenza
facendo questi ultimi da picchetto armato. Il popolo non mancò di
intervenire numeroso e di esternare la propria soddisfazione.
Nel maggio 1918 venne istituito il “Comitato Omaggio ai Combattenti”,
promosso dal Comando del Corpo d’Armata di Milano, operò in stretta
sinergia con l’Ufficio Centrale Doni e Propaganda del Comando Supremo.
Il Comitato fu attivo per l’istituzione di premi e sussidi ai soldati, nella
raccolta di denaro e distribuzione di doni a favore delle truppe.
Anche a Legnano venne istituito il Comitato, il 29 giugno 1918 il Sindaco
e il Comitato si spostarono al fronte per consegnare “una cospicua somma
ai militari più meritevoli”, donazione ai combattenti del 29° Corpo
d’Armata di lire 92.000 raccolti dal Comune di Legnano e dalle aziende
del territorio. 8
Elenco totale donazioni delle aziende legnanesi.
8 Archivio Comunale Legnano
127
Legnano non vide mai direttamente la guerra, tuttavia pagò il suo tributo di
sangue alla patria.
Circa 300 uomini perirono, molti furono i dispersi, i feriti e i mutilati tanto
che nacque nel 1919 in via Pietro Micca 1 la sezione Mutilati ed Invalidi di
guerra.
Oggi nel cimitero comunale nell’ossario sono conservate le salme di
coloro che sono morti nella Grande Guerra e a cui si sono poi aggiunti
coloro che sono periti nella seconda guerra mondiale.
Insieme ai militari italiani sono conservate le salme di alcuni soldati
austriaci morti nel 1919 per malattie, come la spagnola, che uccise anche
finita la guerra
Nel 1919, il 3 marzo, morì Don Gerolamo Zaroli, Primo parroco di
Legnanello, significativo il suo epitaffio : “ … venni non povero –
maneggiai molte migliaia di lire – un centesimo non si attaccò alle mie
unghie e muoio povero”.
A lui succedette il suo coadiutore : Don Luigi Contardi a Legnanello dal
1901, che venne nominato parroco il 13 settembre 1919, per desiderio di
tutta la popolazione.
128
Dopo un anno dalla vittoria, il Comune e il Comitato istituirono una
manifestazione di ringraziamento ai caduti per la patria e ai loro familiari.
Il Comune provvide a richiedere una sottoscrizione alle persone più
facoltose mentre il Comitato ordinò ben 400 medaglie d’argento da
consegnare alle famiglie dei caduti, accompagnate da un attestato a nome
del Comune.
Bozza di ringraziamento e Ordine alla ditta Johnson per 400 medaglie d’argento
Venne individuata la domenica 2 novembre 1919, come data per la
manifestazione, vennero invitati personalmente dal Comune tutti i parenti
dei caduti e tutti i donatori.
129
Il comune provvide ai manifesti :
Manifesto del Comune di Legnano per il 2 Novembre 1919
130
La manifestazione si svolse in piazza Monumento per la consegna degli
omaggi consistenti in un sostegno economico ai parenti, un attestato e una
medaglia d’argento nominativa, successiva alla manifestazione la
consegna di una corona di fiori ai caduti morti negli ospedali cittadini e
sepolti nel Cimitero di Legnano.
Omaggio del Comune di Legnano del 2 Novembre 1919
Alla manifestazione partecipò tutta la cittadinanza, e dopo il discorso del
tenente mutilato Danè, vennero distribuiti ad ogni famigliare del caduto
l’attestato omaggio e la medaglia d’argento detta “medaglia della pace”.
La “medaglia della pace”
131
La vostra tomba è un’ara;
e qua mostrando verran le madri ai pargoli
le belle orme del vostro sangue.
(Leopardi Giacomo – All’Italia v.125)
Sui versi di Leopardi, dopo la fine della Guerra, le città d’Italia fecero a
gara per la costruzione di monumenti a ricordo dei combattenti caduti.
Legnano affidò all’architetto Aristide Malinverni, ideatore e realizzatore
del palazzo del Comune, la costruzione di una cappella-ossario da
realizzare nel centro del cimitero monumentale.
La cappella imponente è larga più di venti metri e svetta per una altezza di
quindici metri.
Cappella-Ossario ai Caduti
Sul fronte della Cappella una lastra di marmo raccoglie i nomi dei soldati
legnanesi caduti, accolti all’interno del monumento, in una cripta in
piccole celle. Di fronte alle piccole celle dei soldati legnanesi sono inoltre
presenti altre 80 piccole celle di soldati dell’Impero Austro-Ungarico,
prigionieri morti negli Ospedali di Legnano.
La Cappella fu inaugurata il 30 ottobre 1921 alla presenza delle più
importanti autorità cittadine.
Alcune salme dei caduti non sono effettivamente presenti; in quanto
rientrate nelle tombe di famiglia o ai luoghi nativi.
132
30 ottobre 1921 - Legnano Cimitero Inaugurazione Cappella dei Caduti
Nella Cappella dei Caduti sono tumulati coloro che hanno dato la vita per
la Patria, di loro resta il nome a ricordo affinché tutti lo possano sapere,
conoscere e ricordare.
133
1922 - L’Autostrada Milano-Varese- Sesto Calende
Il territorio di Legnano detiene un importante primato, su parte di esso nel
1922 si iniziò a costruire la prima autostrada del mondo con casello di
pedaggio ed uscita diretta per Castellanza e Legnano.
Denominata Milano-Varese-Sesto Calende (attuale Milano-Laghi), fu
ideata dall’Ing. Piero Puricelli (1883-1951) con il patrocinio del Touring
Club Italiano. Puricelli concepì l’idea di una strada riservata
esclusivamente agli autoveicoli, senza essere attraversata da altre strade,
da carrozze, biciclette o pedoni. Con il pagamento di un pedaggio si
sarebbero coperte le spese di costruzione e gestione. Pedaggio da pagarsi
non al casello d’entrata ma nell’area di servizio e sosta dove la fermata era
obbligatoria.
1923 – Auto S.A.M. officine di produzione in via Boccaccio
L’autostrada misurava 85 km e all’epoca poteva essere considerata
un’opera avveniristica, visto che in Italia il parco veicoli non superava gli
85.000 mezzi, metà dei quali circa 40.000 era concentrata proprio in
Lombardia. La realizzazione costò 90 milioni di lire. L'ingresso
dell'autostrada era al termine di Viale Certosa a Milano (zona Musocco),
con arrivo a Varese.
Era una carreggiata di 10-12 metri, a due corsie, una per ogni senso di
marcia, non separate, aperta al traffico dalle sei di mattina all'una di notte.
Per evitare la formazione di nuvole di polvere sulle carreggiate venne
utilizzata una speciale composizione di calcestruzzo ed acqua.
Il 21 settembre 1924 alle ore 14.30, l'automobile del Re Vittorio Emanuele
inaugurò l’autostrada Milano-Varese, partendo da Lainate. Il Re su una
134
Lancia Trikappa guidata dall’ingegner Puricelli partì tagliando il nastro
d’inaugurazione.
Il 22 settembre 1924 il Corriere della Sera riportava l’evento:
Mentre tutt’intorno scrosciano gli applausi, la vettura parte di scatto
tagliando lo sbarramento simbolico costituito dal nastro. La Milano
Varese è ufficialmente aperta. Dietro la vettura reale si snoda il corteo di
auto sulle quali hanno preso parte autorità e giornalisti. Singolare corteo
automobilistico perché si vedono sopra le vetture da turismo anche
signore in toilette e diversi guidatori in tuba”.
21 settembre 1924 – Inaugurazione dell’autostrada
I vecchi olminesi ricordano ancora che era possibile attraversare a piedi
l’autostrada per raggiungere i boschi attraverso la via romana del Perello,
troncata da ambo i lati e che i casellanti nel loro tragitto di controllo in
bicicletta, recavano sulle spalle grossi cartelli con la scritta “tenere la
destra – scappamento chiuso”.
1924- Apertura del Casello
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1924 : LEGNANO da Borgo a Città
Nel 1921 Legnano contava 27.254 abitanti con 5.756 abitazioni di cui 1014 di una stanza, 2697 di due stanze, 926 di 3 stanze, 588 di 4 stanze e 218 di 5 stanze.
Nel 1924 gli abitanti contavano 29.117 con 225 matrimoni, 517 nati di cui 273 maschi e 244 femmine. I morti furono 314 suddivisi in 160 maschi e 154 femmine. (fonti Istat)
5 ottobre 1924 - Legnano era in festa: in tutte le vie uno sventolio intenso di bandiere che pendevano dai balconi e dalle finestre di ogni casa: tricolore dappertutto, sugli addobbi, sui muri tappezzati da grandi manifesti con le scritte di Viva Mussolini e Viva il Grand’Uff. Bernocchi, nelle vetrine particolarmente addobbate, nelle migliaia e migliaia di lampadine colorate già preparate per la grande illuminazione della sera. Sul Corso Vittorio Emanuele II il magnifico guerriero di Legnano  spicca in mezzo al trionfo di bandiere ed alle scritte di Viva l’Italia, Viva il Re, Viva Mussolini e viva Legnano.”
Così La Prealpina del 7 ottobre 1924 riportava la visita ufficiale di Benito Mussolini a Legnano, venuto per l’inaugurazione della nuova sede della Scuola Professionale Operaia Antonio Bernocchi. La Scuola costruita a spese del Grand’Ufficiale della Corona cav. Antonio Bernocchi, il 2 maggio 1924 venne donata al Comune di Legnano che l’assunse a suo carico a partire dal 1 ottobre 1924.
Alla manifestazione parteciparono i membri della Giunta il Cav. Luigi Uboldi, il Cav. Uff. Ratti, l’ing. Cav. Morganti e i sigg. Cesare Zanzi eFranco Roveda, il fratello del cav. Bernocchi Cav. Andrea, l’ing. Freguglia  costruttore dell’Edificio della Scuola, il prof. Strobino, il rag. Passardi, l’ing. Comm. Jucker e il cav. Francesco Dell’Acqua, l’on. Franco Tosi, il cav.uff.G.B.Raimondi, il prof. Carlo Fregosi, il Preside dell’Istituto Tecnico cav. Ferro mentre tutte le maestranze dello Stabilimento Bernocchi sfilarono in corteo per le strade cittadine per portarsi all’interno del cortile dell’istituto acclamando al cav. Bernocchi che commosso rispose salutando con la mano. Nel primo pomeriggio arrivò il corteo automobilistico di venticinque vetture che accompagnarono il Presidente del Consiglio Benito Mussolini. L’auto presidenziale guidata dall’Ing.
136
Piero Puricelli ideatore e costruttore dell’autostrada Milano-Varese, accompagnò Mussolini e il marchese Paolucci-Calboni Boroni, che vennero accolti con grande entusiasmo da tutte le autorità cittadine e dei paesi limitrofi. Nell’aula magna dell’istituto avvenne la cerimonia ufficiale aperta dal discorso del cav. Bernocchi che in un passaggio affermò “ ho compiuto il mio dovere con affetto di padre; agli operai ho dato la possibilità di istruirsi, di elevarsi, di meglio prepararsi alla vita, e così contribuire alla soluzione dei problemi sociali, preparando un avvenire di progresso operoso e fecondo alla nostra industria per la sua sempre più salda affermazione sui mercati mondiali, per la potenza e la grandezza della nostra Patria”. Dopo l’inaugurazione dell’istituto e la consegna di una medaglia d’oro al cav. Bernocchi, Mussolini si recò a visitare lo stabilimento ed a inaugurare la lapide dedicata ai caduti della ditta Bernocchi nella Grande Guerra.
In questa occasione di festa, il presidente Mussolini provvide inoltre alla consegna al sindaco Fabio Vignati del decreto di elevazione del Comune a città, conferito il 15 agosto del 1924 a firma di Vittorio Emanuele III.
Così recitava il decreto del 1924 :
Vittorio Emanuele III per grazia di Dio e per volontà della Nazione Re D’Italia
Ci piacque con Nostro Decreto 15 agosto 1924 concedere al Comune di Legnano, in provincia di Milano, il titolo di Città. Ed essendo stato il detto Nostro decreto registrato come avevamo ordinato alla Corte dei Conti e trascritto nei registri della Consulta Araldica e dell’Archivio di Stato in Roma. Vogliamo ora, spedire solenne documento della accordata grazia al Comune concessionario. Perciò in virtù della Nostra Autorità Reale e Costituzionale, dichiariamo spettare al Comune di Legnano, in provincia di Milano, il titolo di Città, che sarà trascritto nel LibroAraldico degli Enti morali, con diritto di fare uso dello stemma miniato nel  foglio qui annesso che è: Troncato: sopra : di rosso al leone d’argento,
sotto: d’argento all’albero disseccato di rosso sopra una radura brulla. Lo scudo, sarà sormontato dalla corona di Città. Comandiamo, poi, alle Nostre Corti di Giustizia, ai Nostri Tribunali ed a tutte le Podestà civili e 137
militari di riconoscere e di mantenere alla Città di Legnano i diritti specificati in queste Nostre Lettere Patenti le quali saranno sigillate col Nostro Sigillo Reale firmate da Noi e dal Presidente del Consiglio dei Ministri e vedute alla Consulta Araldica.
Da,addì sedici del mese di novembre dell’anno millenovecento ventiquattro, ventesimo quinto del Nostro Regno.
Firmato da Vittorio Emanuele
Con il Regio decreto il 15 agosto 1924 Re Vittorio Emanuele III concedeva al Comune di Legnano il titolo di Città, riconoscendo l’importanza economica e industriale della località, il numero di abitanti e le sue tradizioni storiche e culturali.
Molti anni sono trascorsi e nel frattempo Legnano è cambiata ancora e ha tagliato molti altri traguardi e possiamo essere orgogliosi di abitare in una Legnano città laboriosa, ospitale e solidale.
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Bibliografia
Breve Storia della Scuola Carducci - Giuseppe Proverbio - Tipotecnica srl- San Vittore Olona 2002
Da Legnanello a Legnano fra storia e filatelia -Raffaele Baroffio La Mano Onlus 2013
Il Carroccio – Rag.Fusai, Rag.Franco Russi - Legnano 1938
Il Guerriero di Legnano - Marina Degl'Innocenti Comune di Legnano 1999
La Basilica di San Magno a Legnano – M.Turri – Ist.It.d’Arti Grafiche BG
Legnano 1913 – G.B. Raimondi Tip.Pianezza&Ferrari Busto Arsizio 1913
Legnano 1945-2000 Il tempo delle trasformazioni - G.Vecchio,G.Borsa Nonos Edizioni 2001
Legnano Biciclette Campioni Vittorie - C.Gregori, M.Pastonesi Ediciclo Editore 2015
Legnano Romana – Ing.Guido Sutermeister – Soprint. Onor. Monum. e Scavi - 1928
Memorie n.10 -1940⁄41 – XIX –R.Deputazione Lombarda di storia Patria – sez. di Legnano
Memorie n.17 -1958 – Società Arte e Storia - Legnano
Musica a Legnano 180 anni del corpo bandistico - G.D'Ilario, L.Crespi Legnano 2007
Profilo Storico della Città di Legnano - Soc.Arte e Storia Ed.Landoni Legnano 1984
Stie Milano 1880-2005 - G.D'Ilario Ed. STIE 2006
Storia delle Chiese di Legnano del Prev. Agostino Pozzo – 1650
Un Secolo di Calcio a Legnano 1905-2005 C.Fontanelli, G.F. Zottino Geo Edizioni Firenze 2005
Ringraziamenti
Un dovuto ringraziamento ad Adelio Marinoni per il materiale fotografico e la documentazione fornita, a Laura Nova e a Renata Pasquetto per le foto fornite, alla Società Arte e Storia, all’archivio Storico di San Magno, all’archivio parrocchiale di Legnanello, al blog di Daniele Berti da cui alcune informazioni ed immagini sono state recuperate.
Un grazie a tutti coloro che hanno fornito indicazioni, immagini ed informazioni.
Parecchie delle immagini raccolte sono state reperite da Internet e quindi valutate di dominio pubblico. Se esistono immagini coperte da copyright gli autori non avranno che da segnalarlo ll’autore e l’editore per provvedere prontamente alla soluzione della problematica.
L'utilizzo delle immagini sono da considerarsi effettuate in forma gratuita.
L’autore
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