Legnano story - note personali
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composizione architettonica
 
   Tipi di costruzioni delle fabbriche: modello Manchester e modello a Shed Il cotonificio Cantoni situato a Castellanza è diviso in due tipologie architettoniche in uso al tempo che sono il modello a fabbrica alta importato da Manchester e il modello a fabbrica bassa a Shed. 
Gli edifici di produzione della Cantoni sono stati costruiti durante il periodo di attività in entrambi i modi per favorire le risorse energetiche che si potevano sfruttare al tempo e per ottimizzare la produzione di quella che è stata una delle industrie tessili più importanti del tempo, e in cui hanno lavorato più di seimila persone contemporaneamente. Il modello Manchester, che prevedeva una struttura che si sviluppava in altezza utile per sfruttare la forza motrice del fiume Olona, unica fonte energetica presente dall’ inizio dell’ Ottocento all’ inizio del Novecento, per far funzionare un macchinario costituito da una turbina che dava energia con un meccanismo di  cinghie alle macchine tessili. Gli edifici che sono costruiti con il modello Manchester sono il bar e la biblioteca, ex magazzino Cantoni, e tutta la parte di filatura e tessitura che odiernamente sono i dormitori degli studenti LIUC, la mensa, i parcheggi e le aule universitarie. 
Eugenio Cantoni però fa costruire l’ industria in modo diverso dalle altre del tempo (Gastronovo e Greco, 1992) oltre che essere costruite solamente per favorire  la funzione e la funzionalità del complesso sono stati costruiti anche dando molto peso all’ estetica, fattore importante perché Eugenio è stato il primo a costituire una società per azioni e a quotarla in borsa per avere capitale sempre fresco da reinvestire nella sua industria. La struttura a fianco al bar,odiernamente è una sala computer, ma in origine era uno spazio con le macchine tessili, è fatta a shed, come tutti gli edifici al di là del fiume Olona, oggi abbandonati perché non all’ interno del progetto di ristrutturazione del 1990 a cura di Aldo Rossi. 
Il modello a shed è nato con l’ avvento dell’ energia elettrica in Italia, meno ingombrante, bastava un piccolo motore per contenerla, facile da trasportare con pochi fili che andavano dalla centrale elettrica più vicina alla fabbrica e a basso costo perché poteva essere prodotta in Italia e i costi per il trasporto erano bassi.  Questa architettura è costruita longitudinalmente composta da capannoni  uniti tra loro da passatoie, esternamente senza particolare attenzione all’ estetica ma all’ interno divisi per funzione, tutta la struttura sorretta da grandi pilastri in ferro posti all’ interno dello shed, perché occupavano poco posto e riuscivano a sorreggere la struttura egregiamente.  Oltre all’ immensa fabbrica i Cantoni’ nel corso degli anni, acquista quattro mulini (Roveda, 2004) sparsi nella zona di Castellanza. Il primo mulino, ex mulino Carminati de Brambilla, viene utilizzato provvisoriamente per dare energia a una filatura, successivamente il mulino viene sostituito con una turbina Kaplan.  Il secondo mulino, acquistato da Costanzo Cantoni nel 1852, dai conti Arese Lucini, il mulino viene trasformato in fabbrica di garze detta “il Molino”. 
Il terzo mulino, acquistato nel 1852, successivamente impiegato come reparto candeggio e fissaggio.  Il quarto e ultimo mulino viene acquistato nel 1862, non ci viene detto per cosa viene impiegato. La torre costruita nel 1963 dai fratelli Vito e Gustavo Latis (Capitanucci, 2007) ed è stata eretta per andare in contro alle esigenze della Cantoni che, con l’ incremento della produzione, aveva necessità di una sede idonea a ricevere i potenziali acquirenti. La struttura della torre è costruita con cemento armato, solette in laterizio, con facciate e vetrate in alluminio, pannelli grigi opachi ed è costituito da nove piani divisi in uffici  commerciali e amministrativi.   In origine la Torre era collegata tramite due passatoie sospese, una collegata con un edificio Cantoni che è stato demolito, e l’ altro con una parte della fabbrica. Attualmente la torre è ancora presente, ed è sede degli uffici dell’ università, ma al posto della passatoia sospesa c’ è l’ entrata della LIUC.  
 
Bibliografia:  Riccardo di Gattermeyer; 1965; Noi della Cantoni; Catellanza; rivista aziendale del Cotonificio Cantoni Castellanza.  Alberto roveda; 2004; i Mulini di Castellanza; libray.bilio.liuc.it.   Maria Vittorio Capitanucci; 2007; Vito e Gustavo Lattis Frammenti di Città; Milano; Skira editore. Valerio Gastronovo e antonella Greco; 1992, Prometeo: luoghi e spazi del lavoro 1872-1992; Milano; Sipi-Electra.
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