Aldo Rossi
Aldo Rossi nacque il 3 maggio 1931 a Milano.
Nella sua vita fu un architetto e teorico che si interessò all’uso di una gamma limitata di particolari architettonici e diede molta importanza al contesto in cui i suoi edifici furono costruiti: il suo approccio venne definito “neorazionalismo”.
Egli è anche conosciuto per i suoi scritti, i suoi numerosi dipinti e fu anche designer di mobili e oggetti.
(Fondazione Aldo Rossi - http:⁄⁄www.fondazionealdorossi.org⁄home⁄1254-2⁄ )
Nel 1966 Rossi pubblicò “l'architettura della città”, opera che gli valse l’affermazione a leader internazionale della teoria dell’architettura. Nel testo egli sostenne che, nel corso della storia, l’architettura ha sviluppato alcuni moduli continui, divenuti standard nella memoria collettiva in quanto non mutano a seconda dello stile e delle tendenze del momento.
(Enciclopedia Britannica - http:⁄⁄www.britannica.com⁄biography⁄Aldo-Rossi )
L’architetto intende l’architettura in senso positivo, come una creazione inscindibile dalla vita civile e dalla società in cui si manifesta; essa è per sua natura collettiva. Ad esempio i primi uomini costruivano le loro abitazioni per la funzionalità primaria (la sopravvivenza) ma seguendo un criterio estetico. Ciò dimostra che l’architettura è sempre andata di pari passo con la civiltà.
Fondamentalmente, il pensiero di Aldo Rossi era quello di non sostituire completamente le architetture di una città: un buon architetto deve essere capace di conciliare le novità con questi moduli appartenenti a realtà precedenti. Questo pensiero è chiamato neorazionalista poiché riprende le idee degli architetti razionalisti italiani del 1920-30, che impiegarono una gamma limitata di tipi di edifici.
Arduino Cantafora, autore della prefazione del libro “Aldo Rossi - Tutte le opere” (a cura di Alberto Ferlenga, Mondadori, 2003) scrive che la lezione di Rossi è estremamente complessa come è di norma per le cose semplici. Può dare adito a fraintendimenti dovuti alla debolezza di chi vi si accosta […] La sua architettura della città è innanzi tutto l’architettura della vita ed è qui dove si apre la massima incisività rossiana.