Legnano story - note personali
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L-8.DOC
 
 
Dal borgo agricolo allo sviluppo del primo ottocento
 
 
 
 
 
AIl'epoca della dominazione napoleonica nel Milanese, negli anni cioe' seguenti le grandi imprese del generale Bonaparte, che vinti i Piemontesi e gli Austriaci fu accolto da trionfatore a Milano, dove proclamo' la liberta' e I'indipendenza (15 maggio 1796). Legnano era un grosso centro agricolo.
Aveva case, botteghe e cascine situate in due distinti nuclei, sulla sponda destra (contrada granda) e su quella sinistra (Legnarello) del fiume Olona, che costituiva la spina dorsale del borgo. Favorita dalla notorieta' per le glorie passate e per la ricchezza della sua agricoltura fin dall'epoca medievale e incrementata successivamente nel periodo feudale, Legnano si avvantaggio' anche per i suoi traffici grazie alle vie di comunicazione che la toccavano. Lo stesso Bonaparte, facendo collegare Milano a Parigi, attraverso il Passo del Sempione, sul tragitto Rho-Legnano-Gallarate-Arona, contribui' ad accrescere I'importanza di questo borgo, seconga stazione diposta del postiglione giornaliero. "Passaa Legnan e Castelanza se va drizz in Franza", diceva un motto popolare di quell'epoca, molto indicativo della posizione strategica che aveva questo centro. Nell'aprile 1805, Napoleone pretese il giuramento di fedelta' da parte di tutta I'Amministrazione pubblica, che gli fu reso da Legnano e Legnarello, nella forma indicata.
Per Legnano: 15 aprile 1805 - Noi sottoscritti municipali. Agente e Censore di questo Comune di Legnano con Legnarello giuriamo ubbidienza a]le Costituzioni, e fedelta' al Re (sic).  Firme: Gaetano Albino sostituto del signor Marchese Carlo Cornaggia Medici primo Municipale Giovanni Battista Pennati sostituto del signor Conte Giovanni Cesare Giulini De Bernardi amministratore municipale Giovanni Novara Cursore De Giovanni cancelliere er Legnarello: 15 aprile 1805 - Io sottoscritto Cancelliere del Distretto XXX Censuario, Dipartimento d'OIona giuro obbedienza alle Costituzioni, e Fedelta' al Re Firma: Piefro De Giovanni Cancelliere (A.S.M.. Potenze Sovrane, cart. 162).
In seguito. Napoleone I transito' per Legnano alla vigilia della sua incoronazione a re d'Italia (26 maggio 1805). L'avvenimento risulta da una circolare, trasmessa il 25 aprile. dal Prefetto del Dipartimento d'Olona, Longo, alle amministrazioni municipali (Arch.  com. di Legnano. cart. 19). Con essa erano fissate le prescrizioni e le modalita' dell'accoglimento di S.M.  l'lmperatore de' Francesi e resa d'onori tanto civili che militari, riserva della presentazione delle chiavi e di tutto cio' che relativo al comando e alla parola d'ordine. In quell'occasione I'artefice della Repubblica Cisalpina era accompagnato dall'Imperatrice Giuseppina Beauharnais. Come si e visto, esaminando gli eventi dell'amministrazione austriaca nel Ducato di Milano, l'economia del borgo legnanese era essenzialmente agricola, con qualche debole influenza dovuta all'eco delle riforme "illuministiche" giunta fin qui. Ben diciassette mulini ad energia idraulica sfruttavano appunto la rivorum copia celebrata nel distico del Bossi in S. Magno. Le campagne della fertile piana irrigata con le acque del fiume Olona. con le sue ramificazioni e le numerose rogge.
L'allevamento del bestiame e I'artigianato costituivano i cespiti del modesto benessere della popolazione, che abitava le case di ringhera o le corti. piccoli fortilizi agricoli con le porte carraie, le stalle allineate, i fienili sovrapposti e gli edifici civili ripartiti tra i nuclei familiari di un'unica grande famiglia patriarcale che le teneva a mezzadria o a "colonia" lombarda sotto la responsabilita' del vecchio patriarca (il ragio'), con i fondi coltivati a frumento. meliga. orzo o foraggi che si estendevano dal nucleo abitato alle cascine periferiche Le colline dominanti il corso del fiume erano ricoperte da rigogliosi vigneti e frutteti. E' di questa epoca la costruzione del Cavo Diotti, per irrigare campi non raggiungibili con I'Olona. I gelsi lungo le rogge. Ai lati dei viottoli o al centro delle costruzioni agricole. erano la espressione di una piu' recente ricchezza in connubio tra il substrato rurale e un sempre piu' ricorrente lavoro manifatturiero. A carattere artigianale. di filatura della seta. Il frazionamento delle aziende agricole, con i conseguenti bassi redditi che offriva, non tali da soddisfare il fabbisogno delle famiglie. spingeva ad integrare infatti il lavoro dei campi, svolto in prevalenza dagli uomini, con altre attivita', alle quali si alternavano. durante il giorno. le donne di casa. A sera i contadini legnanesi si trasformavano in filatori o tessitori di cotone, di lana e di seta, oppure in tintori. Le pezze erano tinte in caldaie di rame con il colorante sciolto in acqua bollente: sopra la caldaia era collocata un'aspa che l'operaio faceva funzionare a mano. Dopo che il tessuto aveva assorbito il colorante, veniva lavato nelle acque dell'Olona, su cui erano installate apposite impalcature di legno. All'inizio dell'Ottocento si usavano ancora sostanze coloranti di origine vegetale, soppiantate solo negli ultimi decenni del secolo dai coloranti sintetici (Piero Dagradi. Panornma storico dell'Altomilanese. vol. II. Busto Arsizio 1971. pp. 22-23).
Secondo informazioni trascritte dal Pirovano e riportate dal segretario comunale del primo Novecento, Gian Battista Raimondi, in un volumetto edito nel 1913, risulta che all'epoca napoleonica i Cornacchia e i Prata (o Prada), impiantatisi nel borgo fin dal XVII secolo, avevano assunto una notevole importanza a Legnano. Essi davano a filare e a tessere il cotone, da loro per primi introdotto in paese, non solo agli abitanti locali. ma anche a quelli degli altri comuni limitrofi. Sempre secondo il Pirovano, il commercio del cotone esercitato dai Cornacchia e dai Prata si estendeva a Livorno, Marsiglia, Cipro e Smirne e cio' prova I'importanza dell'azienda. che trafficava anche in prodotti di conceria e pellami dipinti.
Gia' nel 1807, in un rapporto ufficiale inviato dal municipio al governo. risultavano esistenti in Legnano svariate filature di seta e cotone ed altre aziende minori. tutte esercitate nella primitiva forma casalinga.
In una dichiarazione dell'8 aprile 1823 diretta alla Deputazione del Comune di Legnano, a firma di certo Enrico Schoch, originario di Zurigo, e per conto della "Filatura di cotone a macchine idrauliche" si fornivano le generalita' di tre imprenditori esercenti I'attivita tessile in Legnano: Enrico Schoch, Francesco Dapples, Giovanni Schoch, tutti di origine svizzera.
Erano elencati inoltre sette dipendenti con le rispettive qualifiche: Eraldo Krum. fabbro ferraio; Enrico Egli, tornitore; Enrico Keller, assistente; Giuseppe Gosti, Giovanni Grassi, Carlo Falcili e Antonio Sbertoli, filatori. (Arch. com. cart. 151).
Un altro documento. firmato dalla Deputazione Comunale di Legnano, datato 1824, riporta I'elenco dei primi venti commercianti o imprenditori con stabilimento rilevante d'industria in Legnano. Figuravano due mercanti generici, cinque conciatori di pelli, ;Due venditori di tele, un commerciante all'ingrosso dello stesso settore, due filatori di seta, due pizzicamoli, due commercianti di cotone, un commerciante di salsamenterie, un altro di legna e un terzo di legno; infine un esercente I'attivita' di ferrarezza (ferramenta).
Queste prime attivita' manifatturiere, che avevano dvuto inizio nei due secoli precedenti, favorirono, nella prima meta' dell'Ottocento, il sorgere di officine per fabbricare macchine utensili, telai, caldaie ed accessori vari, nucleo iniziale di una concentrazione di industrie destinate ad espandersi in pieno secolo.
La stessa presenza di manodopera artigiana. gia' specializzatasi in campo tessile, contribui' alla localizzazione nel territorio di Legnano dei grossi complessi di filatura, tessitura e tintoria e quindi dell'industria meccanica.
Nei primi quarant'anni del secolo, con la crescita delle attivita' commerciali e artigiane, si raddoppia, anche la popolazione del borgo. Da un atto ufficiale del governo napoleonico del giugno 1805 risulta che la popolazione di Legnano in quell'anno ammontava a 2784 abitanti. salita a 4536 nel 1840 e a 6349 nel 1861. Il documento era allegato al decreto napoleonico che in quella stessa data riconosceva a Legnano una rappresentanza comunale costituita dal Consiglio comunale e dalla Municipalita'. Nei comuni di terza classe, che come Legnano non superavano i tremila abitanti, il Consiglio comunale era composto di 15 membri. nominati dal prefetto del Dipartimento (Previncia), per quattro quinti tra i possidenti e per un quinto tra i non possidenti di eta' superiore ai 35 anni ed esercitanti un'arte, una professione o un mestiere e paganti la tassa personale. Questi consigli comunali erano convocati ed assistiti dal regio' consigliere del Distretto o Cantone. La Municipalita' era invece composta da un podesta' e da sei o quattro savi, (nei comuni di terza classe, erano soltanto due elsi chiamavano anziani, con a capo un sindaco. Questi era nominato dal prefetto, mentre gli anziani erano eletti dal consiglio comunale tra i venticinque piu' ricchi o notabili del Comune. Gli uni nominata dal re ed aveva la qualifica difunzionario dello Stato. Legnano in quel tempo era capoluogo del Cantone IV. inserito nel Distretto IV (Gallarate) del Dipartimento di Olona, che aveva la sua sede in Milano.
Nel primo decennio del secolo figurava, negli atti ufficiali, regio cancelliere del Cantone: Annibale Mazza. Il Cantone comprendeva un territorio di 17 comuni con una popolazione complessiva di 12.727 abitanti.
E cioe' Legnano, Cairate, Cascina Masina, Castegnate, Castellanza, Cislago, Fagnano con Bergoro, Gorla Maggiore, Gorla Minore, Marnate, Nizzolina, Olgiate Olona, Prospiano, Rescalda, Rescaldina con Rello, Sacconago con Cascina Borghetto e Solbiate Olona. Alla successiva caduta di Napoleone e con il conseguente ritorno della Lombardia sotto il dominio austriaco, furono dettate nuove norme per le amministrazioni comunali, con le quali in sostanza furono Ripristinate le disposizioni contenute nelle riforme di Maria Teresa. Cio' avvenne con I'Imperial Decreto del 12 febbraio 1816. Nello stesso anno. ando' in vigore il nuovo compartimento territoriale della Lombardia, che aboli' tanto la suddivisione francese come quella austriaca precedente. Legnano cesso' di essere cosi' capoluogo di Cantone e fu aggregato all Distretto XV di Busto Arsizio. In quell'occasione I'archivio cantonale fu spogliato dai suoi principali documenti, che passarono cosi' all'archivio comunale di Busto Arsizio (G.B. Raimondi. Legnano. Busto Arsizio 1913).
Bisogno' poi attendere la formazione del regno d'Italia, come e' meglio precisato nel capitolo dedicato ai sindaci e ai parroci, perche' il Comune di Legnano riavesse il suo ordinamento autonomo.
Torniamo pero' alle vicende legate all'evoluzione del borgo agricolo di Legnano nei primi decenni del secolo. Come si e' detto, la spina dorsale dell'economia legnanese restava pur sempre I'agricoltura affiancata dalle nuove attivita' emergenti. Qual era la consistenza dei raccolti agricoli di Legnano a quei tempi? In questo prospetto dei raccolti dell'anno 1805 (Arch. com.. cart. 21) si rileva anche quanto mancava a coprire il fabbisogno della comunita'
Nel 1814 la situazione del raccolto di cereali era notevolmente migliorata, tanto che in un prospetto risultavano mancanti al fabbisogno della popolazione soltanto 500 moggia di frumentone.
Per curiosita' annotiamo che, con un avviso pubblico del sindaco di Legnano, veniva fissato il prezzo del pane di frumento. che doveva essere bello, buono, ben cotto e ben  condizionato e da vendersi, fino a nuovo ordine. a Peso e non a numero e in pngnotte an una libbra e mezza Iibbra. Il prezzo, in moneta italiana, doveva essere rispettivamente di 34 e 17 centesimi. Spesso la Municipalita' era costretta ad intervenire per dettare norme in materia di pascoli e di tutela dei fondi e per dirimere accese dispute tra molinari e agricoltori utenti di rogge irrigue, specie in mesi di magra, appunto perche' ciascun mugnaio cercava il piu' possibile di tirare I'acqua al proprio mulino. Gli agricoltori, per essere tutelati, si riunirono in un Consorzio, il quale. nel 1818, acquisto' dal Governo i diritti demaniali sul Fiume Olona per 8 mila scudi. Que- sto Consorzio e' lo stesso che aveva ottenuto in precedenza diritti di derivazioni irrigue ed esiste tuttora con il nome di "Consorzio fiume Olona".
Di tutte queste dispute esiste un'ampia documentazione tanto nell'archivio comunale che nell'archivio del Consorzio, corredata da atti giudiziari, avvisi pubblici e grida delle autorita' superiori costituite. Essendo il Comune, come si e visto, amministrato da grossi proprietari o esponenti della borghesia piu' abbiente, scarsa tutela avevano i singoli agricoltori, piccoli proprietari; da qui la tendenza di questi ultimi ad aggiungere nuove attivita' ausiliarie. Questa figura del contadino-tessitore. filatore o tintore sviluppo' anche a Legnano i commerci, facendo sorgere I'esigenza di aggiungere ai mercati di bestiame e prodotti agricoli, anche fiere di manufatti e oggetti di artigianato in genere. Alla prima meta del secolo risalgono infatti le pressanti richieste e perorazioni della Municipalita' legnanese, per ottenere il ripristino dell'annuale Fiera dei morti, nel periodo delle festivita' di Ognissanti e della commemorazione dei defunti.
Le ostilita' e le pressioni negative a livello politico erano principalmente esercitate dai vicini centri di Saronno, Busto Arsi- zio e Gallarate, le cui autorita' comunali vedevano nella rassegna fieristica di Legnano una temibile concorrenza per la possibile costituzione di un nuovo polo di attrazione commerciale, proprio in un comune che dimostrava intraprendenza e laboriosita'. Legnano infine ebbe partita vinta nel 1806. Un altro segno dei riconoscimenti ufficiali all'importanza di Legnano in questo periodo fu I'istituzione di una seconda ricevitoria postale autonoma nel territorio di Legnanello, avvenuta nel 1850. La prima era stata aperta in paese nel 1826.
Il nuovo ufficio resto' aperto soltanto sei mesi, dall'aprile all'ottobre, in quanto fu meglio organizzato il servizio della regia ricevitoria postale principale, che trovi, sede sull'allora stradone per Legnanello (oggi viale Matteotti), una ubicazione ritenuta idonea per la vicinanza col Sempione, I'arteria lungo la quale si svolgeva il servita da diligenza a cavalli.
Tra le altre curiosita' ricavate dal materiale documentaristico dell'archivio comunale, relativo alla prima meta' dell'Ottocento, risulta che le greggi e gli animali domestici erano stati messi in pericolo da un'invasione di feroci lupi che infestavano i boschi, alla periferia del Comune.
Pertanto il Sindaco di Legnano. con un avviso in data 27 giugno 1812, chiamo' a raccolta tutti gli abili cacciatori, per organizzare una vasta battuta. Nell'ordinanza si precisava che ai cacciatori sarebbe stata revocata immediatamente la licenza di porto d'armi se non avessero risposto alla precettazione senza un ragionevole motivo. Un'altra preoccupazione delle autorita' fu il proliferare dei figli illegittimi e il governatore di Sua Maesta', conte di Saurau, fece pervenire a tutte le autorita' delle province di Lombardia una circolare datata 8 marzo 1816, nella quale vietava che i figli generati illegittimamente potessero essere adottati dai loro genitori. Il provvedimento fu determinato dal ricorso di un uomo ammogliato che - come si legge nella circolare - si era rivolto all'autorita' per essere autorizzato ad adottare due figli generati con altra donna durante I'assenza della propria moglie e battezzati col suo nome. (Arch. com. di Legnano, cart. 50). La salute pubblica, nella prima meta' del secolo, non era sufficientemente tutelata se le statistiche delI'epoca registravano una mortalita' media annuale del 43,67%, con una punta massima del 51.33% tra il 1833 e il 1842. La mortalita' di quel periodo comprese le ben 150 vittime di un'epidemia di colera, registrata nell'estate 1836. Le epidemie ricorsero anche nel 1849 con 25 morti e nel 1854 con 200 morti.
Nel 1887 comparve invece. sempre in forma epidemica. il vaiolo, che in due anni fece registrare 186 casi con 22 morti e costo' al Comune la cifra di 30 mila lire, cospicua per quei tempi. Purtroppo I'assistenza sanitaria, non essendovi ancora un ospedale in paese, era assai scarsa e le strutture comunali potevano disporre soltanto di un medico e di un chirurgo (con lo stipendio annuo di 900 e 600 lire rispettivamente) fino al 1860, quando si aggiunse una levatrice condotta. Saranno poi lo sviluppo delle attivita' industriali e il conseguente maggiore benessere della popolazione e le piu' floride condizioni finanziarie del Comune a favorire un'organizzazione sanitaria piu' idonea alle esigenze del paese, per arrivare, nel 1903, alla costruzione del primo padiglione dell'ospedale, grazie alla munificenza di industriali legnanesi.
 
 
 
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